CALENDA DI GONFIO HA SOLO L’EGO: GLI MANCA IL CONSENSO - SORGI SMASCHERA IL BLUFF DEL “BULLO DA SOLO”: “IL PRIMO SONDAGGIO SU AZIONE IN CORSA DA SOLA ALLE POLITICHE È IMPIETOSO: 2 PER CENTO. LA LISTA SAREBBE SUPERATA ANCHE DA ITALIA VIVA, QUOTATA AL 2,2. AVEVA DETTO 5%, POI 10, E ANCORA NEL MOMENTO DI ECCITAZIONE NATO DALLA DECISIONE DI SEPARARSI DA LETTA, “SI PUÒ ARRIVARE AL 15”. E INVECE CADE LA TEGOLA DEL 2, IMPREVISTA, INSPIEGABILE, INATTESA. POTREBBE ANCHE DIPENDERE DAL RIFIUTO DELL'ELETTORATO PER LA LITIGIOSITÀ, ATTEGGIAMENTO CON CUI IL LEADER DI AZIONE SI È CARATTERIZZATO..."

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CARLO CALENDA CARLO CALENDA

Marcello Sorgi per “la Stampa”

 

Il primo sondaggio su Azione in corsa da sola alle politiche è impietoso: 2 per cento. La lista sarebbe superata anche da Italia viva, quotata al 2,2. A conti fatti, mettersi insieme per Calenda e Renzi non sarebbe una libera scelta, piena di dubbi e di qualche risentimento ancora ardente tra i due, ma uno stato di necessità. Nel giorno in cui i centristi del centrodestra (Toti, Brugnaro, Lupi, Cesa) scelgono di federarsi con Meloni, Salvini e Berlusconi, la rilevazione di Quorum-You trend arriva come una doccia fredda sulle ambizioni dell'ex-ministro dello Sviluppo economico.

 

Aveva detto 5, poi 10, e ancora nel momento di eccitazione nato dalla decisione di separarsi da Letta, «si può arrivare al 15». E invece cade la tegola del 2, imprevista, inspiegabile, inattesa. Naturalmente si tratta solo di una prima cifra, ricavata approssimativamente, come gli stessi responsabili dei rilevamenti di questi giorni ammettono.

 

carlo calenda matteo renzi carlo calenda matteo renzi

E non c'è dubbio che Calenda abbia un potenziale più alto, che in quaranta giorni di campagna elettorale potrebbe portarlo a prendersi maggiori soddisfazioni. E tuttavia si tratta di una sorpresa che sposta indietro il contenuto della trattativa per la costruzione di un'alternativa di centro. Voluta finora soprattutto da Renzi, che l'ha ipotizzata fin dal giorno dello scioglimento delle Camere e, cosciente delle proprie difficoltà, ha detto a Calenda che è disposto a lasciargli il ruolo di "front runner".

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Ma il leader di Azione, è riluttante, sotto sotto ha sempre preferito la corsa in solitaria. Adesso alla difficoltà della raccolta delle firme (60 mila in pochi giorni) si aggiunge la doccia fredda del 2 per cento. Una valutazione che potrebbe essere sottodimensionata, almeno rispetto alle capacità di comunicatore che nessuno contesta a Calenda.

 

Ma potrebbe anche dipendere dal rifiuto dell'elettorato per la litigiosità, atteggiamento con cui il leader di Azione si è caratterizzato negli ultimi giorni. Forse è proprio questo il solo dato certo dei primi sondaggi: insieme a una limitata domanda di alternativa al Centro alle due coalizioni che si giocheranno la partita, emerge il desiderio di vedere con chiarezza in campo le squadre che si confronteranno. Senza ripensamenti e - almeno in questa fase - senza liti.

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