salvini boris johnson

CAMERE CON VISTA (SUL BARATRO) - SALVINI E BORIS INFINOCCHIATI DAI RISPETTIVI PARLAMENTI. CONVINTI DI POTER USARE LA LORO POPOLARITÀ COME UN ARIETE, SI SONO SCHIANTATI CONTRO RESISTENTI MURI ISTITUZIONALI - ILLUSI DAL POP-SOVRANISMO DI BANNON, CHE PERÒ HA TRIONFATO CON TRUMP IN UN PAESE DOVE IL PRESIDENTE È IL VERO SOVRANO. DA QUESTE PARTI, ALMENO PER ORA, DECIDONO LE CAMERE

 

Gian Micalessin per ''il Giornale''

 

BORIS JOHNSON

Gli antichi l' avrebbero chiamata «ibris» ovvero tracotanza. Gli inglesi potrebbero parlare di «wishful thinking», noi italiani di «pio desiderio». Indipendentemente dalle definizioni, le vicende del nostro Matteo Salvini e del premier inglese Boris Johnson sembrano le storie parallele di due leader vittime della stessa, singolare suggestione sovranista. Una suggestione che li ha spinti a illudersi di poter usare un' effimera e transitoria popolarità per superare i rigidi steccati imposti da due sistemi costituzionali diversissimi, ma basati sullo stesso principio cardine, ovvero quello della sovranità del Parlamento.

 

A farli cadere in questo errore banale, ma anche basilare, può aver contribuito uno Steve Bannon che seppur non intervenendo direttamente nelle azioni e negli atti di Salvini e Johnson ha contribuito a plasmare la loro idea di potere. Ma le idee di Bannon derivano da un sistema costituzionale americano dove il vero e unico sovrano, delegato dal popolo con un' investitura diretta, è il presidente. Nel Regno Unito, come in Italia, il voto popolare viene, invece, mediato dai rappresentanti parlamentari.

 

phillip lee lascia i tory per i libdem

Questa fondamentale differenza tra la democrazia americana ed europea è probabilmente anche all' origine del fallimento della strategia di Bannon e dei suoi alleati nel percorso verso le elezioni europee. Elezioni che ancor più di quelle dei singoli stati finiscono con il dar vita ad un sistema di maggioranze e di potere reale indipendente dai voti delle singole formazioni e dei loro leader. Ma lasciando da parte Bannon, il raffronto più efficace è sicuramente quello tra il nostro ex ministro degli Interni e l' attuale premier inglese.

 

Matteo Salvini arriva alla decisione di aprire la crisi nel mezzo di un' estate segnata da un' abbuffata di consensi che, stando ai sondaggi, lo porta al 37 per cento e viene plasticamente suggellata dalle spensierate giornate del Papeete Beach di Milano Marittima. Il vizietto sovranista di confondere popolarità e potere effettivo si era, in verità, già manifestato con l' illusione di controllare i flussi migratori a colpi di decreti.

 

giuseppe conte contro salvini in senato

Decreti sistematicamente vanificati dalla magistratura nell' ambito di quella dinamica istituzionale che in Italia rende impossibile l' esercizio di un' azione di governo priva di compromessi. L' errore fondamentale è, però, l' illusione di poter usare i sondaggi per influenzare anche il presidente della Repubblica, ovvero la figura a cui la Costituzione assegna il compito di grande manovratore istituzionale.

 

matteo salvini bacia il rosario mentre parla giuseppe conte 2

La parabola di Boris Johnson non è molto diversa. Tra luglio e agosto i rilevamenti e la stampa lo celebrano come il più popolare dei leader conservatori. Proprio sull' ala di quella popolarità il premier annuncia l' intenzione di chiudere il Parlamento, andare a elezioni anticipate e ottenere l' uscita, a tutti i costi, dall' Europa entro il 31 ottobre. Il gioco di Johnson è, se vogliamo, più sottile in quanto basato non solo su consensi e sondaggi, ma anche su quel referendum della Brexit che rappresenta uno specchio insindacabile della volontà popolare. Alla fine però il miraggio sovranista spinge anche lui a ignorare l' istituzione fondamentale attorno a cui ruota la democrazia inglese.

 

GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

Tentando di chiudere Westminster e pretendendo di ottenere elezioni anticipate indipendentemente dalla maggioranza posseduta alla Camera, Johnson è entrato in conflitto con l' unico autentico sovrano. Un «sovrano» chiamato Parlamento a cui da secoli spetta il diritto di far fuori non solo re e regine, ma anche semplici primi ministri.

il discorso di giuseppe conte al senato tra matteo salvini e luigi di maio 5

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…