joe biden mario draghi

CAMPA CAVALLO: L'ITALIA POTREBBE ESSERE INDIPENDENTE DALLE FORNITURE RUSSE A PARTIRE DALL'INVERNO DEL 2024 - PER IL 2023 RIUSCIREMO A SOSTITUIRE I 29 MILIARDI DI GAS GARANTITI ALL'ANNO DA GAZPROM ALMENO PER L'80 PER CENTO (E IL RESTANTE 20%?) - NEL SUO VIAGGIO NEGLI USA, DRAGHI CHIEDERA’ A BIDEN PIÙ SPEDIZIONI VERSO L'EUROPA DI GNL AMERICANO (IL GAS NATURALE LIQUEFATTO) - LA CASA BIANCA NE HA PROMESSO ALMENO 15 MILIARDI ENTRO IL PROSSIMO INVERNO E UNA PARTE SARANNO DESTINATI AGLI IMPIANTI DI RIGASSIFICAZIONE IN ITALIA - L’INCONTRO DRAGHI-DESCALZI PER “PREPARARE” IL VIAGGIO A WASHINGTON

joe biden mario draghi

Luca Pagni per “la Repubblica”

 

Lo aveva anticipato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani nella sua intervista a Repubblica di pochi giorni fa: l'Italia potrebbe essere indipendente dalle forniture russe a partire dall'inverno del 2024. Ieri, è arrivata la conferma dopo un incontro a Palazzo Chigi tra il premier Mario Draghi e l'amministratore delegato del gruppo Eni, Claudio Descalzi. Le cifre trapelate dopo la riunione lo certificano: per l'inverno 2023, il governo conta di sostituire i 29 miliardi di gas garantiti all'anno da Gazprom (il colosso di stato controllato dal Cremlino) almeno per l'80 per cento. E aggiungere il restante 20 per cento nei dodici mesi successivi.

 

GNL - GAS LIQUIDO

Non è un caso che il dato emerga a pochi giorni dalla partenza del presidente del consiglio per gli Stati Uniti. Draghi si vedrà alla Casa Bianca con il presidente Joe Biden: inevitabilmente si parlerà molto di energia. E di come l'Europa potrebbe contribuire a chiudere la principale fonte di finanziamento delle casse del Cremlino, votando l'embargo alle esportazioni di carbone, gas e petrolio dalla Russia verso la Ue, vendite che garantiscono la metà delle entrare per le casse pubbliche.

 

PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI

L'Unione ha già detto addio al carbone, mentre per il petrolio la decisione è più sofferta: lo stop potrebbe arrivare per la fine di ques'anno, giusto il tempo di trovare fornitori alternativi. Ma alcuni paesi (Bulgaria, Repubblica Ceca e Slovacchia) chiedono più tempo, mentre sull'Ungheria (che pone il veto) c'è il solito sospetto dii eccessiva vicinanza del governo di Viktor Orban al Cremlino.

 

Non è escluso che Biden chieda a Draghi, uno dei leader europei, di avere più coraggio e arrivare a mettere l'embargo anche sul gas. Ma in questo caso la situazione è ancora più complessa, perché la Ue dipende da Mosca per il 45% del suo fabbisogno (contro il 25% del petrolio) ed è più difficile trovare alternative perché il gas viaggia prevalentemente via tubo, mentre il petrolio si muove per mare.

 

luigi di maio claudio descalzi in algeria

Ecco, allora, che Draghi avrà la possibilità di chiedere a Biden qualcosa in cambio e confermare quanto promesso dal presidente americano a fine marzo: più spedizioni di Gnl (il gas naturale liquefatto), proveniente dagli impianti made in Usa, verso l'Europa. Biden ne ha promesso almeno 15 miliardi entro il prossimo inverno e una parte saranno destinati agli impianti di rigassificazione in Italia.

joe biden mario draghi

 

L'incontro di Draghi con Descalzi è stato preparatorio per l'appuntamento di Washington. Eni, di fatto, ha ottenuto aumenti di forniture di gas dai paesi produttori africani in cui opera verso l'Italia: 9 miliardi di metri cubi in pù dall'Algeria, 7-8 da Congo, Angola e Mozambico e almeno 3 dall'Egitto. Altre forniture aggiuntive arriveranno da Azerbajian e Qatar. Ma perché il tutto vada a regime ci vorranno almeno un paio di stagioni, per cui ogni nave di gas in più in arrivo in più dagli Stati Uniti avvicinerebbe il giorno del distacco definitivo dalla Russia.

 

GNL - GAS LIQUIDO

Del resto, il tema energetico è molto caldo anche sul fonte interno. Il governo ieri ha dovuto incassare una presa di posizione molto dura da parte delle associazioni che rappresentano le imprese di settore, in particolare da quelle attive nelle rinnovabili. Al centro delle critiche la tassa sugli "extraprofitti" che colpisce le società energetiche e da cui il governo spera di incassare circa 11 miliardi: «È una misura iniqua e punitiva che, oltretutto, crea un segnale fortemente negativo rispetto alla transizione energetica e alle tecnologie rinnovabili », hanno scritto in un comunicato. le stesse che dovrebbero aiutare l'Italia a prendere il posto del gas. Anche quello russo.

claudio descalzi con il premier libico dbeibah

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