raggi

CAMPIDOGLIO A RAGGI X - PER I GRILLINI, SE LA SINDACA VENISSE CONDANNATA IN APPELLO PER IL CASO MARRA DOVRA’ FARE UN PASSO INDIETRO - DI BATTISTA VA CONTROCORRENTE: AGGANCIA IL SOSTEGNO ALLA RAGGI COME INDISPENSABILE PER PARTECIPARE AL FUTURO DIRETTORIO CINQUESTELLE - "VIRGY" IN TRIBUNALE RESPINGE L'ACCUSA DI FALSO: “LA NOMINA DI RENATO MARRA DI FATTO L’HO DOVUTA INGOIARE…” - PRENDE QUOTA LA CANDIDATURA SILERI CHE POTREBBE ANDAR BENE ANCHE AL PD…

1 - RAGGI SI DIFENDE IN AULA «VADO AVANTI A TESTA ALTA»

Michela Allegri per “il Messaggero”

 

virginia raggi si beve una birretta

L'ingresso in aula con piglio deciso, il botta e risposta con la Procura, la sua versione dei fatti raccontata alla corte e una certezza: «Vado avanti a testa alta». Sono queste le parole dette dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, lasciando la cittadella giudiziaria di piazzale Clodio affiancata dai suoi avvocati.

 

Era appena uscita dall'udienza di appello a suo carico, dove si è difesa con dichiarazioni spontanee dall'accusa di falso in atto pubblico, per la versione ufficiale resa alla responsabile dell'Anticorruzione del Campidoglio sulla procedura seguita nel 2016 per la promozione di Renato Marra, fratello dell'ex braccio destro della prima cittadina, Raffaele, già condannato per abuso d'ufficio per questa vicenda e anche per essere stato corrotto - è questa l'accusa - dall'imprenditore Sergio Scarpellini.

 

LA DICHIARAZIONE

virginia raggi by osho

La Raggi aveva detto all'Anac che Marra, all'epoca capo del personale del Campidoglio, aveva svolto un ruolo «meramente compilativo» e non aveva avuto voce in capitolo in relazione alla procedura di nomina del fratello, diventato capo del dipartimento Turismo con l'assessore Adriano Meloni.

 

«Raffaele Marra per me ha svolto un ruolo meramente compilativo nella procedura che portò alla nomina del fratello. Non ci fu alcun tipo di valutazione, perché la valutazione l'ho fatta io», ha detto la sindaca, che poi ha ricordato di essersi «arrabbiata moltissimo» per essere stata tenuta all'oscuro di un dato importante: con quell'incarico lo stipendio di Renato Marra era sensibilmente aumentato. Una circostanza che lei ha detto di avere «appreso dai giornali».

raggi e zingaretti by osho

 

È in questo modo che la prima cittadina si è difesa dall'incalzare del sostituto procuratore generale, Mario Ardigò, che ha chiesto conto della chat Telegram nella quale la Raggi scriveva al suo ex braccio destro: «Me lo dovevi dire».

 

raggi conte

La sindaca ha anche aggiunto di essersi attivata per revocare immediatamente quella promozione, consultandosi con la responsabile Anticorruzione, che avrebbe tentato di dissuaderla: «Quella nomina l'ho dovuta ingoiare, non sapevo nulla dell'aumento della fascia stipendiale, non era riportato sul brogliaccio dell'interpello, nessuno me lo aveva riferito, appena ne sono venuta a conoscenza mi sono infuriata e ho subito chiesto un'ordinanza di revoca - ha detto la Raggi -. Mi è stato riferito che il Tar, in caso di ricorso, non ci avrebbe dato ragione». La nomina era comunque stata annullata poco dopo. Poi, il punto centrale della difesa: «Oggettivamente, non avevo elementi per immaginare che le cose fossero andate diversamente da come sapevo».

raggi

 

LA DIFESA

In primo grado, infatti, la Raggi è stata assolta proprio con questa motivazione: secondo il giudice, sarebbe stata vittima di un tranello organizzato nei suoi confronti dai fratelli Marra, con Raffaele, considerato eminenza grigia del Campidoglio, che avrebbe tramato alle spalle della sindaca per fare ottenere la promozione a Renato. «Secondo la Procura avrei dichiarato il falso per coprire una persona che non vedevo da tempo e soprattutto per nascondere fatti di cui non ero a conoscenza - ha aggiunto la sindaca -. Se avessi voluto nascondere qualcosa sarei rimasta ferma, ma dopo il parere dell'Anac ho chiesto subito di revocare la nomina di Marra, come infatti è poi avvenuto». L'appuntamento in aula è sabato prossimo, quando ci saranno la discussione dell'accusa e le arringhe dei difensori, gli avvocati Pierfrancesco Bruno, Emiliano Fasulo e Alessandro Mancori. Lo stesso giorno è prevista anche la sentenza.

di maio raggi

 

2 - ALTA TENSIONE 5STELLE: SE CONDANNATA DOVRÀ FARE UN PASSO INDIETRO

Emilio Pucci per “il Messaggero”

 

Per ora nessuna alternativa: «Se Sala si ripresenta a Milano allora la Raggi può farlo a Roma», la linea dei vertici M5s. Ma la corsa della sindaca della Capitale resta lastricata di ostacoli. Perché se il 19 dicembre dovesse venire condannata nel processo che la vede imputata per falso, le cose cambierebbero radicalmente. I vertici pentastellati in queste ore non nascondono la bomba politica che potrebbe esplodere tra le loro mani sabato prossimo: in caso di condanna, Virginia fuori dal Movimento e candidatura azzerata. «E se si presenta senza simbolo prende il 5%, non potrà che fare come l'Appendino», dice un big' M5s. L'altra incognita è legata alla nuova governance pentastellata.

 

virginia raggi

A giocare a favore della prima cittadina è il nuovo rinvio della partita. L'organismo collegiale potrebbe arrivare agli inizi di febbraio e fino ad allora sempre se dovesse essere assolta nessuno le chiederà di ritirarsi. Di Battista considera il sostegno a Raggi come un punto dirimente della sua partecipazione alla guida post-Crimi. Non ha strappato sul Mes, un segnale non solo della volontà di non far saltare il banco del premier Conte, ma anche della determinazione a non sfilarsi.

 

È comunque ancora presto per le decisioni. Al di là della questione giudiziaria occorrerà capire se l'alleanza Pd-M5S reggerà l'urto della verifica di governo. «Non c'è alcuna connessione tra il tema del rimpasto e quello delle amministrative», tagliano corto i grillini. Tuttavia, ora che il Pd ha chiuso la casella di Milano, la partita su Roma si complica ancora di più. Un tavolo tra dem e M5S, semmai ci sarà, verrà convocato solo l'anno prossimo.

virginia raggi foto di bacco

 

Per il momento il Pd resta alla finestra. Sta lavorando per dirla con le parole del senatore Astorre ad una convergenza ampia sul programma, per una coalizione che possa andare da Fassina a Calenda. E sulla base di quel piano scegliere le modalità della candidatura. Ma nessun sostegno a Raggi: «Non ci sarà mai. Sono problemi interni loro», la linea. Ecco perché una parte del Movimento soprattutto quella che punta a rafforzare l'alleanza progressista con il partito del Nazareno pensa sempre di più ad altri nomi.

 

GLI ALTRI NOMI

sileri

Il più gettonato è quello di Sileri, il vice ministro della Salute. In maniera totalmente autonoma si muove, invece, l'ex ministro Trenta. «Anche Di Battista osserva un big' M5S dovrà rendersi conto che con la Raggi arriveremmo terzi. Sarebbe una sconfitta disonorevole, non possiamo permettercelo».

 

Lo stato maggiore del Movimento, compreso Di Maio, la difende. Ma sotto traccia è in corso un braccio di ferro perché la Raggi viene considerata dai gruppi sempre più estranea, vicina a Casaleggio che anche ieri ha sfidato il M5S, annunciando di voler rilanciare i Meetup. «Ha dimostrato di essere eroica, si è posta contro la criminalità e i poteri forti», osserva il deputato Romaniello. Ma non sono in molti a voler metterci la faccia. «Saranno i suoi consiglieri ad impallinarla. Resterà sola», scommette, invece, un altro senatore.

VIRGINIA RAGGI E RAFFAELE MARRAraffaele marra virginia raggi raggi marra frongia romeoRAGGI MARRAraggi marra frongia romeo

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)