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CARI PUTIN E ZELENSKY, DATE RETTA A KISSINGER - LA PROPOSTA DELL’EX SEGRETARIO DI STATO USA DI DIVIDERE IN DUE L’UCRAINA STUZZICA PIERGIORGIO ODIFREDDI: “VA IN QUESTA DIREZIONE: NON INCITARE UNO DEI DUE BLOCCHI ALLEATI A PERSEGUIRE A TUTTI I COSTI IL MEGLIO CHE VORREBBE OTTENERE, MA SUGGERIRE A ENTRAMBI DI ACCONTENTARSI DI EVITARE IL PEGGIO, TROVANDOSI A METÀ STRADA CON L'AVVERSARIO” – “COLORO CHE CONTINUANO AD AIZZARE L'UCRAINA SPERANO DI SBANCARE IL TAVOLO, MA RISCHIANO DI TROVARSI NELLA SQUILIBRATA POSIZIONE DEL PERDENTE”

Piergiorgio Odifreddi per “La Stampa”

 

HENRY KISSINGER

Al meeting di Davos l'ormai novantanovenne Henry Kissinger ha sorpreso la platea parlando di un possibile piano di pace per la guerra in Ucraina, che consiste in realtà di osservazioni ovvie per i pochi che affrontano i problemi politici in maniera logica e razionale, ma sorprendenti per i molti che invece li affrontano in maniera morale e viscerale.

 

Sostanzialmente, Kissinger ha detto che l'Ucraina non è uno stato unitario, e consiste invece di una parte filo-occidentale e una filo-russa: dunque, avrebbe senso dividerla ufficialmente in due stati separati, ma in mancanza di meglio ci si può accontentare di accettare informalmente lo status quo dell'invasione russa, così come d'altronde si è fatto per i territori palestinesi occupati da Israele cinquant' anni fa, che ancora non hanno ricevuto una sistemazione definitiva.

 

Piergiorgio Odifreddi

In entrambi i casi, il vantaggio è che si evita un'ingestibile guerra aperta, e lo svantaggio è che si congela a tempo indeterminato un problema senza risolverlo, al costo di più gestibili disordini periodici.

 

Il presidente ucraino Zelensky si è scagliato contro questa proposta, sollevando invece infausti paralleli con la Seconda Guerra Mondiale, com' è ormai solito fare dall'inizio dell'invasione russa. In particolare, l'ha paragonata all'acquiescenza nei confronti del Terzo Reich nel 1938, ricordando che in quell'epoca Kissinger era un adolescente quindicenne, che dovette fuggire dal proprio paese e rifugiarsi all'estero.

 

Henry Kissinger e Vladimir Putin

Gli atteggiamenti di Kissinger e Zelensky riflettono ovviamente i loro antipodici background culturali. Il primo è un professore universitario che ha fondato la propria carriera politica sulla competenza intellettuale, occupando incarichi non elettivi come consigliere e segretario di Stato del presidente Nixon.

 

Il secondo è un attore comico che ha sfruttato la propria popolarità mediatica e le proprie posizioni populiste per vincere le elezioni presidenziali, in una tragica versione ucraina della saga italiana di Beppe Grillo e del suo movimento.

 

L'asso nella manica di Kissinger, che gli ha permesso negli anni '70 di effettuare le storiche aperture degli Stati Uniti nei confronti dell'Unione Sovietica e della Cina, è la teoria matematica dei giochi, che sta alla politica come la meccanica newtoniana sta all'astronautica: come per mandare un razzo sulla Luna è meglio conoscere la legge di gravitazione di Newton, invece che leggere romanzi di fantascienza, così per combattere una guerra e trattare una pace è meglio conoscere gli equilibri di Nash, invece che seguire le propagande mediatiche dei vari belligeranti.

PUTIN ZELENSKY

 

Non a caso, la tesi di dottorato di Kissinger a Harvard si intitolava "Pace, legittimità ed equilibrio", anche se nel 1954 il futuro statista usava ancora la parola "equilibrio" in un senso informale. Ma nel 1961 Kissinger partecipò come relatore tecnico a un famoso congresso di Princeton sulla teoria dei giochi, incontrando i futuri premi Nobel per l'Economia, Robert Aumann e Lloyd Shapley.

 

JOE BIDEN HENRY KISSINGER

Il primo racconta il loro incontro nel libro "Razionalità, cooperazione e conflitto" (Morcelliana, 2008), e discute in particolare le applicazioni della teoria dei giochi alle problematiche della guerra e della pace. Il modo più semplice di esprimere il concetto di equilibrio di Nash è una frase di Italo Calvino in "Se una notte d'inverno un viaggiatore": «Il meglio che ci si può aspettare è di evitare il peggio». In altre parole, in genere nelle situazioni di confronto tra due o più contendenti è irrealistico cercare di ottenere a tutti i costi il meglio per sé, e si sa fin dagli inizi che non tutti ci riusciranno.

henry kissinger in cina

 

Chi voglia comportarsi razionalmente deve invece accontentarsi di evitare il peggio, e questo è invece (e sorprendentemente) possibile per tutti i contendenti. La proposta di Kissinger a Davos va appunto in questa direzione: non incitare uno dei due blocchi alleati a perseguire a tutti i costi il meglio che vorrebbe ottenere, ma suggerire a entrambi di accontentarsi di evitare il peggio, trovandosi a metà strada con l'avversario. Coloro che continuano ad aizzare l'Ucraina a vincere contro la Russia, non seguono questa strategia vincente di ricerca degli equilibri reciproci: sperano di sbancare il tavolo, ma rischiano di trovarsi un giorno nella squilibrata posizione del perdente. -

putin zelenskyhenry kissinger

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