bossi salvini

CARROCCIO A PEZZI! I 40 ANNI DELLA LEGA COL PARTITO SPACCATO TRA SALVINIANI E I FRONDISTI FILO BOSSI – IL CAPITONE, CHE RISCHIA LA SEGRETERIA SE PRENDE MENO DEL 7% ALLE EUROPEE, DEVE RISOLVERE LE GRANE ZAIA E VANNACCI E STRIZZA L’OCCHIO AI NOSTALGICI DELLA VECCHIA LEGA BOSSIANA RIFUGIANDOSI NELLE MASTURBAZIONI AUTONOMISTE. IL SENATUR SI LAMENTA PER LE POCHE VISITE RICEVUTE RISPETTO AGLI ALTRI ANNI – “NON È IL MOMENTO DI PARLARE DI CONGRESSI”, LA FRECCIATA DI SALVINI A CHI VORREBBE ANDARE ALLA CONTA DELLE TESSERE IN LOMBARDIA. - LA RESA DEI CONTI A VIA BELLERIO, SE MAI CI SARÀ, È RIMANDATA…

Francesco Bechis per il Messaggero - Estratti

 

BOSSI SALVINI

Quarant'anni entrano in una foto? No, bisogna scegliere. E ha scelto con cura, Matteo Salvini, insieme al suo team social, "La Bestia", i pezzi di un collage per celebrare i quarant'anni della Lega, la lunga cavalcata del più longevo partito in Parlamento, dal sogno secessionista e l'atto fondativo in un anonimo studio notarile di Varese alla ribalta sovranista, la polvere e gli altari.

 

Metà Bossi, metà Salvini. Sopra troneggia il Senatùr, una carrellata di istantanee dell'uomo forte di Gemonio che ha fondato la Lega lombarda e l'ha portata fino a Roma, avvolto dalle bandiere di San Marco, abbracciato a Silvio Berlusconi, l'amico-nemico di una vita. Sotto, lo spazio è tutto per il "Capitano", la storia decennale della Lega salviniana tra alti (il 34 per cento alle Europee del 2019) e bassi (il calo alle urne e nei sondaggi degli ultimi tempi). Ma sono le assenze a farsi notare. Nella figurina celebrativa approntata dal team Salvini, manca la parola che unisce passato, presente e futuro della Lega: Nord.

 

È un anniversario agrodolce, per "Il Capitano". «Una storia di straordinario coraggio e visione», twitta Salvini di buon mattino per poi inabissarsi nella trafila di impegni del G7 Infrastrutture a Milano, che lo tiene a distanza, nel giorno dell'anniversario, da brindisi e memorial dei militanti padani.

 

ALBUM 40 ANNI DI LEGA BOSSI E SALVINI

Alcuni improvvisati, altri no. Come il blitz che sotto casa del Senatùr, a Gemonio, ha lasciato una scritta indelebile in tinta verde: "Grazie Bossi". Mentre ovunque nei paesini della Piana dove affonda le sue radici l'epopea leghista fioccano manifesti del fondatore affissi sui pali della luce, alla fermata dell'autobus. «Noi da 40 anni con la Lega lombarda», recita quello che va per la maggiore, sotto un disegno di Bossi che fa rimbalzare in mano una mela, sorridente.

 

Nostalgia di tempi andati, certo. Quella Lega non esiste più e anche legalmente ha ceduto il passo alla Lega Salvini premier, quando il segretario e oggi vicepremier ha deciso di abbandonare al suo destino la "bad company" del vecchio partito, sommerso di debiti e dagli scandali finanziari.

 

Eppure si fa sentire, la "vecchia" Lega in questi giorni di dejavu e celebrazioni che parlano molto al presente. Con il segretario deciso a blindare il consenso delle politiche alle elezioni europee di giugno e a respingere al mittente gli assalti della fronda nordista, di chi, una minoranza, già vede l'era Salvini al tramonto.

 

LUCA ZAIA UMBERTO BOSSI MATTEO SALVINI

Ecco perché prende precauzioni. In mattinata l'omaggio al fondatore: «Non possiamo non ringraziare chi - come Umberto Bossi e Roberto Maroni - ha avuto la folle idea di iniziare questa storia emozionante». Poi la promessa di portare a termine la missione federalista, costi quel che costi: «L'Autonomia sta facendo concreti e decisivi passi in avanti. Auguri, Lega!». In serata rincara al Tg5: «Siamo nati autonomisti e federalisti e adesso l'autonomia arriva in approvazione in Parlamento. Siamo partiti da soli in alcune battaglie come quella contro l'immigrazione clandestina e l'estremismo islamico e gli italiani hanno visto la Lega passare dalle parole ai fatti». L'approdo in aula della riforma che dovrà placare i malumori al Nord è già fissato: 29 aprile. Anche se un via libera prima del voto Ue di giugno è tutto fuorché scontato per le barricate delle opposizioni e perché gli alleati non brigano per accelerare sui tempi. Nei giorni dell'orgoglio leghista, comunque, Salvini prova a chetare le tensioni interne.

umberto bossi e matteo salvini

 

Oggi, mentre la vecchia guardia di militanti andrà in processione a Gemonio nella flebile speranza di un'apparizione dell'"Umberto", il segretario presenzierà online a un convegno sull'autonomia insieme al fedelissimo Roberto Calderoli. Domani invece sarà alla risottata di Varese, la festa del partito dove i fotografi in agguato attendono un solo scatto: una stretta di mano con il fondatore invitato con una lettera. La tregua del quarantenario.

 

 

(...) E Luca Zaia? Non manca all'appello il governatore veneto che Salvini vorrebbe candidato alle Europee per trainare consensi, ora che la battaglia per un terzo mandato in Regione si è arenata in Parlamento. «Penso che restino assolutamente vivi i presupposti della prima Lega e Liga» sospira il "Doge". La resa dei conti a via Bellerio, se mai ci sarà, è rimandata. E Salvini di passi indietro non vuole farne. Ha raccolto un partito sotto il 4 per cento, in fase quasi terminale.

 

matteo salvini e umberto bossi

Ora spera ancora una volta di smentire i pronostici alle Europee, tra acchiappa-voti arruolati alla causa - è il caso della discussa candidatura del generale Roberto Vannacci, a un passo dall'ufficialità - e le nuove battaglie identitarie. Il collage di foto per le quaranta candeline leghiste parla da sè. Il messaggio è chiaro: guardare avanti, senza cancellare il passato. Eppure qualche defaillance c'è. La tela tessuta con la Russia di Putin, oggi rinnegata dal capo.

 

E ancora, la convivenza stretta, a tratti strettissima al governo con Giuseppe Conte prima e Mario Draghi poi, il Papeete. Quei compromessi - ma oggi il mondo meloniano glieli rinfaccia come "inciuci" - che Salvini stesso ha riconosciuto essere costati cari in termini di consenso. Ovunque, il blu della Lega nazionale, sovranista domina il verde delle origini, del pratone di Pontida, delle valli solcate dal Po'. Scatti ormai rinchiusi nel rullino dei ricordi.

matteo salvini umberto bossi matteo salvini umberto bossi

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...