matteo salvini giancarlo giorgetti

CARROCCIO A PEZZI - I FEDELISSIMI DI SALVINI SENTONO PUZZA DI CONGIURA E VANNO AL CONTRATTACCO DEI GOVERNISTI GIORGETTI E GARAVAGLIA: "SE CALIAMO NEI SONDAGGI LA COLPA È TUTTA DEI MINISTRI" – IL SOSPETTO È CHE SI LAVORI PER UNA LEGA “DESALVINIZZATA”, EUROPEISTA E PRONTA A RACCOGLIERE L'EREDITÀ DI FORZA ITALIA. L'ADDIO POLEMICO AL CENTRODESTRA DELL'EX CANDIDATO SINDACO DI TORINO PAOLO DAMILANO, GRANDE AMICO DI GIORGETTI, È STATO LETTO COME UN INDIZIO DEL NUOVO PROGETTO…

Francesco Olivo per “la Stampa”

 

salvini giorgetti

Chi parla con Matteo Salvini in queste ore difficili raccoglie sempre la stessa risposta: «Sono cresciuto nella Lega di Bossi e so che non si attaccano gli altri leghisti». Gli mandano per Whatsapp gli articoli che lo dipingono nell'angolo, ma lui non si smuove, preferisce lavare i panni sporchi in casa, lo ha sempre fatto e non sarà questa bufera a fargli cambiare linea. Negli ultimi giorni, però, Salvini sta facendo sempre più fatica a tenere buoni i suoi fedelissimi che osservano quelle che giudicano manovre ostili all'interno del Carroccio.

 

L'incontro di oggi con Luca Zaia a Belluno servirà per mettere una pezza sulle divisioni interne, ma i problemi non si risolvono con una foto.

 

 

giancarlo giorgetti e matteo salvini 2

Nel mirino sono finiti i ministri, Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia e più in generale l'ala dei cosiddetti governativi, accusati di sostenere più l'esecutivo che il partito e di lavorare incessantemente per indebolire il segretario.

 

Così è nato un contrattacco: «Quando Salvini era al governo abbiamo raddoppiato i voti - , dice un parlamentare di prima fila - da quando ci sono loro li abbiamo dimezzati e se i sondaggi sono quelli che sono è soprattutto colpa loro». La tesi è ripetuta spesso in queste settimane, una ricostruzione semplicistica, ma spia di veleni interni non facilmente gestibili che si allargano a scenari futuribili: il sospetto è che si lavori per una Lega «desalvinizzata», europeista e pronta a raccogliere l'eredità di Forza Italia. L'addio polemico al centrodestra dell'ex candidato sindaco di Torino Paolo Damilano, grande amico di Giorgetti, è stato mal vissuto nel partito e anche un "moderato" come il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari è andato all'attacco: «La riconoscenza è la virtù del giorno dopo».

giancarlo giorgetti e matteo salvini 1

 

Salvini, come detto, non esterna le sue amarezze, ma non può non aver notato che quando tutti lo attaccavano per la trasferta moscovita incombente, nessuno dei suoi lo ha difeso. Anzi qualcuno, Giorgetti, lo ha richiamato all'ordine, invitandolo a «concordare con il governo», le sue mosse. Ultima di una serie di dichiarazioni giudicate ostili che nel partito qualcuno colleziona come prova di assenza di gioco di squadra. Il segretario è cosciente che molte perplessità intorno alla sua azione diplomatica siano state generate dalle dichiarazioni dal suo consulente Antonio Capuano, ma ritiene che il problema si supererà.

 

matteo salvini e giancarlo giorgetti 5

Ma se una leadership di fatto senza avversari ora pare vacillare, è il momento di passare al contrattacco. E così i dirigenti più legati a Salvini presentano il conto: Giorgetti da capodelegazione nel governo non avrebbe sostenuto la linea del segretario, in particolare sui decreti Covid, con le cabine di regie disertate e le poche obiezioni davanti alle richieste di Draghi che confliggevano con quelle del partito. Critiche che coinvolgono anche Massimo Garavaglia che da ministro del Turismo ha scritto un emendamento sui balneari che, almeno all'inizio, sembrava non il linea con le posizioni del Carroccio.

 

GARAVAGLIA GIORGETTI

Claudio Borghi, ex presidente della commissione Bilancio della Camera, non vuole iscriversi al club dei veleni, ma capisce il clima: «In un governo politico, come il Conte 1, un ministro può disinteressarsi del partito. Ma in un esecutivo come questo il loro ruolo deve essere portare la linea del partito nel governo e non il contrario. Il risultato è che abbiamo perso tanti consensi, e che, come nel caso del Green Pass, è stato fatto passare Salvini come isolato e incoerente».

 

I ministri evitano di rispondere ad accuse che, per ora, non sono formalizzate. Ma si tiene a sottolineare che è illogico contrapporre la fedeltà a Draghi con quella a Salvini e che in questo periodo di crisi ognuno debba fare la sua parte, ovvero lavorare sui dossier, senza cercare polemiche. I ministri insistono spesso sul concetto di «concretezza», caratteristica primaria nel dna della Lega, almeno di quella delle origini. Un esempio: mancano lavoratori per il turismo? Si fa un decreto flussi, come proposto da Garavaglia. Difficile spiegarlo in un comizio, ma la Lega è anche questo.

matteo salvini e giancarlo giorgetti 7matteo salvini e giancarlo giorgetti 2matteo salvini e giancarlo giorgetti 3giancarlo giorgetti matteo salvini a cernobbio matteo salvini e giancarlo giorgetti 4matteo salvini e giancarlo giorgetti 8

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...