letta sala di maio brunetta

IL CARROZZONE DEL SOTTI-LETTA – DI MAIO LAVORA A UNA LISTA COLLEGATA A QUELLA DEM, IN TANDEM CON IL SINDACO DI MILANO SALA E CON IL CENTRO DEMOCRATICO DI BRUNO TABACCI - NELLA COALIZIONE DRAGHIANA PUÒ TROVARE POSTO ANCHE LA LISTA TOTI –  E CALENDA? DOPO LE BORDATE A DI MAIO E FRATOIANNI, SEMBRA PIU’ DISPONIBILE AL CONFRONTO (E INTANTO IMBARCA LA GELMINI...)

Niccolò Carratelli per “La Stampa”

 

ENRICO LETTA

Una grande alleanza progressista, socialdemocratica, liberale appare all'orizzonte a soli cinque giorni dalla crisi di governo. Comun denominatore l'aver sostenuto fino all'ultimo Mario Draghi e, soprattutto, il voler contrastare le destre di Salvini e Meloni. Dopo aver ribadito l'addio a Giuseppe Conte e al Movimento 5 stelle, Enrico Letta è a lavoro sulla lista Democratici e progressisti, che punta ad andare oltre il Pd, inserendo candidati come Roberto Speranza e Pierluigi Bersani.

 

Il dialogo con Articolo 1, del resto, è già ben avviato, come con i Verdi di Angelo Bonelli e con Sinistra italiana di Nicola Fratoianni. Nel listone a guida dem ci sarà spazio anche per i socialisti di Enzo Maraio e per Demos di Mario Giro, che ha già condiviso il percorso delle agorà democratiche. Ma la cornice delle alleanze è ben più ampia e ancora tutta da definire. Potenzialmente si può andare da Luigi Di Maio a Renato Brunetta, passando per Matteo Renzi e Carlo Calenda.

 

SALA DI MAIO CARFAGNA

Anche se il leader di Azione continua a escludere di poter giocare nella stessa squadra del ministro degli Esteri, ex capo M5S. Il quale, con la sua nuova formazione Insieme per il futuro, lavora a una lista collegata a quella dem, magari in collaborazione con il sindaco di Milano Beppe Sala, o in tandem con il Centro democratico del sottosegretario Bruno Tabacci.

 

Altra lista nella coalizione draghiana potrebbe essere quella che fa riferimento al presidente della Liguria Giovanni Toti, leader di Italia al Centro, nella quale è pronto ad accogliere i transfughi di Forza Italia, a cominciare dai ministri Brunetta e Gelmini, forse anche Mara Carfagna.

 

LUIGI DI MAIO E BEPPE SALA

La loro scelta di lasciare Berlusconi è stata apprezzata e definita «coraggiosa» dallo stesso Letta, i margini per un avvicinamento sono più che concreti. Meno scontata la stretta di mano tra il segretario Pd e Matteo Renzi, con il quale i trascorsi politici sono noti, come pure le divergenze personali.

 

Il leader di Italia Viva, che ha lanciato una Leopolda straordinaria a inizio settembre per dare ulteriore spinta alla sua campagna elettorale, resta comunque un interlocutore naturale di questo nuovo schema senza i 5 Stelle. Come lo è Carlo Calenda, a patto che smetta di mettere sul tavolo distinguo e veti nei confronti degli altri possibili alleati.

 

BRUNETTA TOTI

Negli ultimi giorni il leader di Azione è andato giù pesante non solo nei confronti di Di Maio, ma anche di Bonelli e Fratoianni, definiti «frattaglie a sinistra», ma ora sembra più disponibile al confronto. La costruzione di questo fronte progressista e anti sovranista partirà domani, con la relazione di Letta davanti alla direzione Pd, dove si inizierà ufficialmente a delineare il percorso che porta al 25 settembre

carlo calendaBRUNETTA TOTI

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