beppe grillo luigi di maio davide casaleggio

CASALEGGIO BUSSAVA A DENARI, ECCO PERCHÉ LO VOGLIONO SFANCULARE - DOPO L'ULTIMA LITE DI AGOSTO SULLE ALLEANZE ALLA REGIONALI, IL MANAGER È ARRIVATO A ROMA CON LA PROPOSTA DI UN CONTRATTO DA FORNITORE ESTERNO DEL M5S IN CUI CHIEDEVA 1 MILIONE E 200 MILA EURO ALL'ANNO - NON SOLO: L'ULTIMA PAROLA SUI CONTENUTI DEI QUESITI, SUI POST, PERFINO SUI LORO AUTORI, DOVEVA AVERLA LUI - CASALEGGIO: "VI PORTO TUTTI IN TRIBUNALE"

M5S, LA GUERRA È ALL'ULTIMO COLPO. CASALEGGIO: "VI PORTO TUTTI IN TRIBUNALE"

https://www.affaritaliani.it/politica/m5s-la-guerra-e-all-ultimo-colpo-casaleggio-vi-porto-tutti-in-tribunale-698197.html

DAVIDE CASALEGGIO LUIGI DI MAIO VITO CRIMI

 

Ormai è guerra aperta. Il M5s non ne fa più segreto, è spaccato in diverse fazioni e nessuno decide su cosa sia giusto fare, quali mosse adottare, in un vero e proprio vuoto di potere. Con il reggente Vito Crimi, ormai di fatto sfiduciato. Il nemico numero uno, però, è Davide Casaleggio, il patron della piattaforma Rousseau. "Li porto tutti in tribunale", è la frase che il figlio del fondatore del Movimento Gianroberto continua a ripetere ai suoi più stretti collaboratori.

 

beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 3

Casaleggio jr - si legge sulla Stampa - sarebbe intenzionato ad arrivare fino in tribunale se la lite con deputati e senatori non dovesse risolversi con un compromesso. In ballo ci sono i finanziamenti - a partire dai 300 euro che i parlamentari sono tenuti a versare a Rousseau, l’associazione che gestisce la piattaforma - ma c’è soprattutto l’uso del simbolo, del Blog delle Stelle, e più profondamente il senso ultimo del Movimento. L’ultimo scontro è sul Blog delle Stelle: di chi è, cosa rappresenta, chi può scriverci sopra. Più volte i parlamentari hanno accusato Casaleggio di farne un uso privato. Come, a loro avviso, ha fatto domenica, lanciando il suo j’accuse contro la voglia di diventare partito dei grillini.

casaleggio bugani grillo

 

Siamo a un passo dalle comunicazioni tra avvocati. E Casaleggio è pronto ad arrivare davanti a un giudice per far rispettare questa clausola come anche il contratto che impone agli eletti 300 euro di contributo. È un divorzio che logora ogni residua speranza di risollevare un Movimento a pezzi. Deputati e senatori ribattono: "Vogliamo i nomi dei 170 mila iscritti alla piattaforma Rousseau".

 

FUORI I "DINDI"

Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”

 

DAVIDE CASALEGGIO

La prossima mossa sarà una lettera con cui i garanti del Movimento chiederanno a Davide Casaleggio di consegnare loro la lista degli iscritti. Se non vorrà farlo, cercheranno di imporglielo per via giudiziaria. Perché quei 170mila nomi, quegli username e quelle password che hanno il diritto di scegliere quale strada devono prendere i 5 stelle, come hanno fatto - solo l'ultima volta - nel voto di Ferragosto che ha sdoganato le alleanze sul territorio, non possono essere esclusivo appannaggio di colui che ormai i dirigenti grillini considerano un mero "fornitore di servizi".

DAVIDE CASALEGGIO ARRIVA A PALAZZO CHIGI

 

Così, la guerra civile che infuria non sembra destinata a placarsi in alcun modo. C'è solo una persona che potrebbe intervenire con qualche speranza di essere ascoltata. O che almeno potrebbe provarci. Ma Beppe Grillo, il garante, colui che per statuto ha l'ultima parola su tutto, rimane silente. In attesa che quel che deve avvenga come per inerzia: che sia un accordo o una scissione, ipotesi che - visti gli ultimi colpi delle fazioni in lotta - sembra ormai la più probabile.

 

VIRGINIA SABA LUIGI DI MAIO DAVIDE CASALEGGIO

«Ho questa bellissima qualità, di non dover dire sempre per forza la mia», scrive il fondatore del Movimento a Repubblica. È quel che ha ripetuto a tutti coloro che lo hanno cercato: «Tenetemi fuori». Ma non è, a detta di molti parlamentari, quello di cui il M5S ha bisogno in questo momento. In cui la fragile guida di Vito Crimi si ritrova schiacciata tra le fazioni in lotta. Senza che ormai nessuno tenti neanche più di nascondere le sue intenzioni. Davide Casaleggio ieri ha ricordato, con una nota, che il blog delle Stelle «è il blog ufficiale sia del Movimento 5 stelle che dell'Associazione Rousseau».

davide casaleggio rocco casalino

 

È scritto nella privacy policy del sito, una clausola che nessuno - tra i dirigenti del Movimento - era mai andato a guardare. E che smentisce così il durissimo comunicato del comitato di garanzia del giorno prima, quello in cui si intimava al figlio del cofondatore di non usare per i suoi scopi l'organo ufficiale dei 5 stelle (il manager aveva appena pubblicato un post in cui, di fatto, accusava i leader grillini di carrierismo e minacciava di tagliare ogni tipo di servizio informatico nel caso l'avvento di una struttura trasformi il M5S in un partito).

 

LUIGI DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO - PIETRO DETTORI

È uno scontro che fino a pochi mesi fa nessuno, neanche ai vertici, avrebbe mai immaginato. Ma è la conseguenza diretta di un'architettura costruita in modo contorto proprio perché l'intenzione di Casaleggio junior è sempre stata quella di tenere avvinta a sé la creatura nata dalla mente di suo padre.

 

Così, pare quasi che il manager chieda a Di Maio «Che fai, mi cacci?», come un novello Gianfranco Fini. E invece di cedere, rilancia, dicendo attraverso i suoi alleati (Di Battista, Bugani, Corrao) che se scissione sarà, gli scissionisti saranno i parlamentari e i ministri M5S, rei di aver scoperto la politica e tradito i principi originari una volta arrivati al governo.

enrica sabatini davide casaleggio max bugani

 

Ma i tempi sono cambiati e il dramma, invece di consumarsi in diretta tv, va in scena sul sito che le due fazioni si contendono. Quel blog delle Stelle il cui nome è nel simbolo che lo stesso Casaleggio - insieme a Di Maio - ha depositato per permettere ai 5 stelle di correre alle ultime politiche. Così, la diatriba legale - se si finirà in tribunale - potrebbe riguardare anche il simbolo. E potrebbe non avere esiti così scontati.

beppe grillo davide casaleggio 9

 

Dopo l'ultima lite, scoppiata proprio sul voto d'agosto sulle alleanze, che Casaleggio non voleva e di cui avrebbe cambiato il quesito per tentare di condizionarne l'esito, il manager è arrivato a Roma - ai primi di settembre - con la proposta di un contratto da fornitore esterno. Solo che in quel contratto scriveva che l'ultima parola sui contenuti dei quesiti, sui post, perfino sui loro autori, doveva averla lui.

 

DAVIDE CASALEGGIO ALL ONU

beppe grillo davide casaleggio 7

E in più chiedeva come pagamento 1 milione e 200 mila euro all'anno. Fissi, anche se dopo le fuoriuscite gli eletti del Movimento sono diminuiti. Crimi non ha firmato. «È irricevibile», ha detto il reggente. Da allora, la lite non si è più fermata. Tanto da far dire a tutte le prime linee grilline, praticamente senza esclusioni: «Se ne andasse, si portasse via il blog, che lo seguano Di Battista e compagnia, staremo meglio senza». Sono convinti che i parlamentari, anche quelli al primo giro che non hanno nessuna voglia di vedere i leader attuali blindati dalla possibilità di un terzo mandato, alla fine resteranno. Magari per evitare che il governo cada. E che tutto finisca prima del previsto, anche per loro.

beppe grillo con gianroberto e davide casaleggiobeppe grillo davide casaleggio di maio grillo casaleggioBEPPA GRILLO E DAVIDE CASALEGGIOgrillo di maio casaleggiogrillo casaleggiogrillo casaleggioBEPPE GRILLO - DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIObeppe grillo davide casaleggio 5

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...