IL CASO LOTTI-CSM E’ UNA BOMBA SUL PD: I RENZIANI SUL PIEDE DI GUERRA, LA SCISSIONE E’ PIU’ VICINA – ZINGARETTI PROVA A MEDIARE MA LOTTI, FURIOSO CON L’EX GUARDASIGILLI ORLANDO, PARLA DI  “MORALISTI SENZA MORALE” – POI ATTACCA ZANDA RICORDANDOGLI LE SEDUTE SPIRITICHE SUL CASO MORO E CALENDA - MATTEUCCIO TUONA: “QUANTA IPOCRISIA, QUANTA COSCIENZA SPORCA DENTRO IL NOSTRO PARTITO” – MARTEDI’ LA RESA DEI CONTI IN DIREZIONE

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Mario Ajello per il Messaggero

 

orlando zingaretti orlando zingaretti

La pax zingarettiana è finita. E il caso Lotti rimette in discussione l'equilibrio interno che il segretario aveva cercato di costruire con l'ala renziana. Ma lo scatto in avanti di Zanda e di tanti che dicevano in questi giorni a Zingaretti «Lotti va cacciato», e ora gioiscono per l'autosospensione, rimette in ballo tutto. 

 

I renziani sono sul piede di guerra, accusano di «furia giustizialista» l'entourage del segretario (che «si è fatto strumentalizzate da chi vuole il nostro sangue e la prima vittima della vicenda Lotti è lui, lo hanno fatto prigioniero»). Per gli zingarettiani, ora che si deve fare la sua nuova segreteria del partito, il caso Lotti può diventare la molla utile ad escludere del tutto gli amici di Renzi. Il quale in queste ore viene descritto come furibondo. E lui stesso parlando con i suoi non nasconde la rabbia: «Quanta ipocrisia, quanta coscienza sporca dentro il nostro partito. Viene scaricato tutto su Luca, quando si sa come da sempre vengono fatte certe scelte sul Csm e su tante altre cose...». 

 

lotti renzi lotti renzi

E così, nella direzione del partito di martedì prossimo, la fine della pax zingarettiana potrebbe avere la sua rappresentazione plastica. Ma prima, oggi e domani, c'è il convegno ad Assisi e «già in questa sede - anticipa il renzianissimo Anzaldi, e Giachetti è più furibondo di lui e pensare che entrambi sono amici di Gentiloni il quale è tra gli artefici del passo indietro di Lotti - faremo sentire tutta la nostra indignazione. Il governo boccheggia e il nostro partito, a dispetto di ogni garantismo immola sull'altare dei social e della pancia popolare più feroce uno dei suo esponenti migliori. Autolesionismo puro». 

 

LUCA LOTTI MATTEO RENZI LUCA LOTTI MATTEO RENZI

IL FORTINO DI ASSISI Il fortino di Assisi, dove con la Boschi, la Ascani, Nobili, Rosato, Migliore ma anche il sindacalista riformista Bentivogli si ritroveranno in tanti, sarà quello che segnalerà il cambio di clima. Gita interni forti come epurazione. Ovvero: «Luca è solo il primo che hanno fatto fuori...». Questo il mood. E chissà se in prospettiva il famoso partito di Renzi, di cui si è sempre parlato ma Matteo non ha mai accelerato, subirà una spinta in questa situazione. Zingaretti è imbarazzato. Cerca di troncare e sopire, come suo solito.

Lotti Renzi Lotti Renzi

 

«Ti sono vicino», ha detto a quattr'occhi a Lotti, ma la ragion di partito ha prevalso. E ora al segretario toccherà gestire una stagione di neo-turbolenza interna - la virulenza del riferimento di Lotti alle sedute spiritiche di Zanda sul caso Moro dà l'idea del livello dello scontro, per non dire dei battibecchi Twitter tra Calenda e Lotti - che Zingaretti avrebbe volentieri evitato. Più lui che alcuni dei suoi. 

 

LA BLACK LISTI «moralisti senza morale», ecco come Lotti definisce quelli che «mi hanno voluto fare fuori». E in questa black list spicca, agli occhi delle vittime, l'ex guardasigilli Andrea Orlando: «Lui lo sa benissimo come vengono prese tante decisioni in materia di giustizia...». Zanda è nel mirino. Calenda non ne parliamo. 

calenda calenda

Uno scontro titanico dentro la magistratura si è trasformato dunque in un regolamento di conti nel partito? Di sicuro sarà più difficile per l'ala non renzista hard, quella di Base riformista, alla Guerini e Giacomelli, ottenere spazio nella nuova segreteria ora che il capo della corrente, Lotti, è stato costretto a sospendersi. 

 

Ma un'altra conseguenza di questa vicenda è il repulisti che, nella preparazione delle liste per le prossime elezioni, magari molto ravvicinate, potrebbe toccare a quelli che ancora si rifanno a Renzi. E che nella giornata di ieri, nelle continue telefonate con Matteo, facevano a gara a chi la sparava più grossa non tanto contro Zingaretti ma contro alcuni ex compagni di cordata considerati i veri «sicari» di Luca. Il segretario non fa che ripetere: «Cerchiamo di non perdere la calma». Ma sta scoppiando tutto. 

zanda zanda

 

 

andrea orlando e nicola zingaretti andrea orlando e nicola zingaretti

 

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