laura castelli

CASTELLI IN ARIA: “MES? I SOLDI SERVONO MA NO AL CAPPIO AL COLLO” – IL VICEMINISTRO ALL’ECONOMIA LAURA CASTELLI (QUELLA DEL ‘QUESTO LO DICE LEI’ A PADOAN): “IL REDDITO DI EMERGENZA DOVREBBE ESSERE INTORNO AI 500 EURO” – “CONTE NON VUOLE ROMPERE CON L’UE MA SUL MES C’È DIBATTITO, VOGLIAMO VEDERE LE CARTE” – E NEGA LA LITE CON GUALTIERI SUI 4-5 MILIARDI BALLERINI NEL DECRETO APRILE (CHE ARRIVA A MAGGIO)

1 – CASTELLI A CIRCO MASSIMO: "MES, SOLDI SERVONO MA NON CAPPIO AL COLLO”

Da “Circo Massimo - Radio Capital”

 

LAURA CASTELLI

“Il discorso della povertà si ricollega a quando le aziende proveranno a ricominciare e quando il paese si abituerà a vivere in maniera diversa. Condivido alcune preoccupazioni, soprattutto su quello che succederà più avanti. Sono felice che questa fase possa essere affrontata con uno strumento che combatte la povertà come il reddito di cittadinanza che ha visto l’aumento delle domande.

 

Ora arriverà il reddito di emergenza, con il decreto di aprile e dovrà essere una cifra congrua, una media del reddito di cittadinanza. Quindi attorno ai  500 euro? Sarebbe intelligente una cifra molto vicina ai 500 euro”.

laura castelli giuseppe conte luigi di maio alfonso bonafede

 

Così la Viceministra dell’Economia Laura Castelli a Circo Massimo di Radio Capital. “Oggi i percettori del reddito di cittadinanza – aggiunge, a proposito delle discussioni sul possibile impiego come stagionali in agricoltura - se vogliono lavorare lo possono fare. Più di 30 mila percettori ora stanno lavorando. Tutto questo va integrato con la stabilizzazione di tutto questo con la coda della crisi”.

 

laura castelli claudio borghi

A proposito delle riaperture dal 4 maggio Castelli dice che “i settori che possono essere messi in sicurezza e possono garantire il flusso della filiera devono ripartire. Il dibattito su questo è molto approfondito, anche con gli scienziati”. Sul tema sollevato da Vittorio Colao, quello delle ipotetiche limitazioni per gli over 60 sul posto di lavoro la Viceministra risponde che non ne capisce “di questioni mediche ma c’è un dibattito su questo anche in altri paesi e credo sia giusto far tesoro delle modalità che abbiamo cominciato a utilizzare, a cominciare dal telelavoro ma capisco anche le preoccupazioni delle persone che si sentirebbero messe da parte”. 

 

GIANCARLO GIORGETTI ABBRACCIA LAURA CASTELLI

Quando le si chiede se Conte oggi vada al Consiglio Europeo a tirare un calcio di rigore, come ha detto Luigi Di Maio, Laura Castelli spiega che si augura “che il dibattito nel Consiglio sia un dibattito comune, con strumenti comuni, con la convinzione che questa crisi vada affrontata tutti insieme affrontando le differenze tra i vari paesi che per tanti anni l’Europa ha accettato a svantaggio di alcuni, come il dumping salariale e i paradisi fiscali”.

 

laura castelli by gian boy

Sulla questione Mes e la possibilità che Conte chieda di attivarlo la Viceministra dell’Economia dice che “c'è un dibattito e vogliamo vedere le carte alla fine del dibattito. C’è una posizione italiana? Non è che non ci sia una linea, dobbiamo vedere documenti alla mano. Oggi è il giorno di vedere il nuovo documento e vedere dove si va parare, certo non ci possiamo permettere percorsi con situazioni che abbiamo già visto”.

 

A questo punto le si chiede allora quale possa essere la posizione italiana nel caso la proposta di oggi fosse la stessa uscita dell'Eurogruppo Castelli dice che “le proposte uscite da quella riunione erano molto vaghe, anche sul Mes non c'erano dettagli. Quello che sappiamo è che l’intera Europa ha necessità di fondi, anche per la sanità che è in ginocchio, ma senza mettere un cappio al collo ai singoli paesi”.

roberto gualtieri luigi di maio

 

“Pensare di arrivare a giugno con uno strumento come il Recovery Fund – aggiunge ancora - vuol dire non accorgersi che ci servono risorse immediate. Stiamo pianificando un deficit con uno scostamento molto alto, aspettare giugno è tanto perché il virus non aspetta e neanche le imprese”. Commentando le parole di Enrico Letta secondo il quale rompere con l’Europa vuol dire aprire alla patrimoniale Castelli dice che “noi del M5S non vogliamo una patrimoniale, l'abbiamo sempre combattuta. E nessuno di noi vuole rompere con l'Europa. Di certo Conte non vuole rompere con l’Europa”.

Carmine America

 

“Liti e divisioni con Gualtieri? L'articolo comparso stamattina su La Stampa mi ha stupito è falso – sostiene - non c'è nessuno scontro con Gualtieri sulle cifre, non abbiamo mai giocato al rialzo. Stiamo discutendo su quanti soldi mettere nel decreto”.

 

“Sono stata fraintesa quando parlavo del debito perpetuo – spiega ancora la Viceministra a proposito di alcune sue dichiarazioni che in questi giorni hanno suscitato molte critiche - è uno strumento di cui si parla da molto tempo, alcuni paesi fuori dall’Europa lo hanno fatto in altri tempi, il mondo accademico lo ha studiato. Ovviamente il tema del tasso zero è abbastanza improbabile perché vorrebbe dire acquisto da parte della Bce. Se fosse uno strumento europeo sarebbe una emissione da offrire ai cittadini quindi con un tasso competitivo ed è quello di cui si sta parlando”.

ar.ter.

 

Infine sul tema nomine Castelli spiega che “per fare la rivoluzione – dice riferendosi alle critiche interne al movimento in particolare quelle di Nicola Morra - bisogna  essere una singola forza politica al governo. La nostra storia ci dimostra che siamo post ideologici. Il tema delle nomine è trasversale, ogni forza politica esprime le proprie preferenze e volontà perché questo è il modo in cui si fanno le nomine e il M5S ha proposto le persone migliori da mettere nei Cda delle partecipate che fanno molti soldi e mandano avanti l’Italia. Il compagno di liceo di Di Maio nel cda di Leonardo? Si devono leggere i curriculum, è questo che dobbiamo all'Italia: le persone migliori nei posti migliori. Ogni forza politica ha espresso preferenze e volontà, l'abbiamo fatto anche noi. Così si fanno le nomine".

 

2 – SLITTA IL DECRETO APRILE, SCONTRO M5S-GUALTIERI

Luca Monticelli per “la Stampa”

 

laura castelli

Il canovaccio è il solito: i 5 stelle contro il ministero dell' Economia. Questa volta è l' entità dello scostamento di bilancio a far alzare la tensione dentro il Governo, costringendo Palazzo Chigi a un nuovo slittamento del Consiglio dei ministri. Luigi Di Maio, Nunzia Catalfo e Stefano Patuanelli puntano a un deficit ulteriore di 3 punti di pil, circa 55 miliardi di euro, per drenare risorse verso il reddito di emergenza e per gonfiare il fondo per gli indennizzi alle imprese. Nella trattativa con Gualtieri ballano 4-5 miliardi. Non proprio briciole. Infatti, la relazione sullo scostamento e il Def rappresentano l' architrave che deve sostenere il decreto di aprile. Quest' ultimo è diventato una sorta di Godot: doveva arrivare la settimana scorsa e ora rischia di diventare il decreto di maggio.

 

STEFANO PATUANELLI

Per il "Rem" il ministero del Lavoro aveva pensato a un bonus variabile tra 400 e 800 euro, in base al quoziente familiare, destinato a 3 milioni di beneficiari tra precari e stagionali. Per le piccole imprese, il titolare del Mise ha annunciato ieri al question time alla Camera che l' Esecutivo sta lavorando «a una misura di ristoro che potrà garantire liquidità diretta e a fondo perduto alle srl con meno di 10 dipendenti». I tecnici del Tesoro, in realtà, la pensano diversamente: per il reddito di emergenza il sussidio dovrebbe essere intorno ai 4-500 euro, mentre gli aiuti agli imprenditori potrebbero arrivare sotto forma di sconto sulle tasse.

 

stefano patuanelli

Capitolo conti pubblici. Quella scattata dal Documento di economia e finanza è la fotografia di una situazione mai vista: per il pil di quest' anno si prevede un calo dell' 8 per cento mentre il deficit veleggia al 10 per cento. Esplode il debito pubblico che viene stimato tra il 155 e il 160 per cento. Le tabelle del Def segnano un rimbalzo nel 2021 con il prodotto interno lordo in salita del 6 per cento e l' indebitamento al 4. Il voto di Camera e Senato sulla relazione che posticipa il piano di rientro verso l' obiettivo di medio termine è calendarizzato il 29-30 aprile. Soltanto dopo il Consiglio dei ministri tornerà a riunirsi per approvare il nuovo decreto, con la ragionevole certezza che i soldi per famiglie e aziende non arriveranno prima del mese prossimo.

 

Roberto Gualtieri

Patuanelli per imprese e autonomi ha promesso «non meno di 12 miliardi», il bonus per collaboratori e partite Iva sarà prorogato per altri due mesi, passando da 600 a 800 euro. Nel nuovo pacchetto il ministro vorrebbe inserire il credito di imposta sugli affitti e un taglio alle bollette elettriche. Le richieste sono tante e arrivano da tutti i ministeri, l' assalto alla diligenza è già partito.

 

Dal Tesoro provano a minimizzare: «È la prima volta che Def e scostamento si sovrappongono, è una operazione delicata, bisogna condividere i numeri».

laura castelli

I malumori sono tanti, anche a livello parlamentare, così domani Gualtieri e il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico D' Incà, ne parleranno in videoconferenza con i capigruppo di maggioranza. Il provvedimento anti virus alla fine potrebbe arrivare a quasi 100 miliardi. Ai 50 in deficit vanno sommati altri 30 di garanzie per i prestiti alle imprese; 4-5 miliardi per la Sanità per rafforzare i presidi sul territorio e accompagnare la fase 2. La voce più corposa resterà quella del sostegno al reddito, con il rifinanziamento degli ammortizzatori, con la cassa in deroga per almeno 4 settimane.

 

roberto gualtieri giuseppe conte luigi di maio

Per colf e badanti, escluse dal Cura Italia, si ragiona su una indennità da 2-400 euro. In più è spuntata l' idea di ricapitalizzare Cassa depositi e prestiti con 30-40 miliardi per consentirle di sostenere le imprese anche con eventuali nazionalizzazioni a scadenza nei settori considerati strategici. Un raggio d' azione simile alla tedesca Kwf.

 

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