matteo salvini silvio berlusconi

IL CAV HA SEMPRE UN PIANO NEL TASCHINO - BERLUSCONI MANDA IN TILT IL CENTRODESTRA, ANCHE SE “FORZA ITALIA” GLI FRANA INTORNO - HA LA SUA ENORME PARTITA DA GIOCARE. ANZI DUE: QUELLA INDUSTRIALE E FINANZIARIA, ATTORNO A MEDIASET, E QUELLA POLITICA. DOPO ESSERE STATO RIAMMESSO NEL CONSESSO EUROPEO VUOLE ENTRARE A FAR PARTE DEL CLUB DEI KINGMAKER DEL CAPO DELLO STATO

Amedeo La Mattina per “la Stampa”

 

matteo salvini silvio berlusconi

«Come sempre - spiegano con enfasi religiosa i pontieri di Forza Italia - Berlusconi è uno e trino. L' inciucio è una categoria che gli sta troppo stretta. Per lui stare nel centrodestra e dialogare con la maggioranza, fare gli interessi di Mediaset e ascoltare gli appelli del Capo dello Stato fanno parte di un tutt' uno. Solo che poi ci si mette in mezzo Gianni Letta e lui sì che inciucia di brutto, aiutato da Brunetta e in parte anche dalla Gelmini».

 

LAURA RAVETTO MATTEO SALVINI

I pontieri anonimi ora cercano di incollare i cocci di una coalizione in frantumi. In commissione Salvini ha fatto presentare una pregiudiziale di incostituzionalità al decreto Covid che contiene un articoletto, il 4 bis, per tutelare le aziende italiane dalle scalate nemiche e straniere. Ovviamente si sta parlando della difesa di Mediaset nei confronti di Vivendi.

 

Anche Fratelli d' Italia ha presentato la stessa pregiudiziale, perché il decreto contiene troppe norme eterogenee, ma Meloni, accorgendosi che stava mettendo due dita negli occhi al Cavaliere, ha disposto che venisse cancellato dal testo proprio il riferimento all' articolo-carezza a Berlusconi.

 

SILVIO BERLUSCONI FEDERICA ZANELLA

Ma Salvini non si è accontentato delle parole ripetute da Berlusconi in questi giorni: la collaborazione offerta alla maggioranza non ha nulla a che fare con gli "inciuci", è solo senso di responsabilità verso il Paese. Invece al leader del Carroccio non è bastato. È andato in tv a dire che comunque una parte di Fi inciucia.

 

Non contento ha poi mandato gli auguri di buon lavoro a Nicola Gratteri che sta facendo «pulizia» dopo che il procuratore antimafia ha spedito agli arresti domiciliari il presidente del consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, di FI.

francesco giro foto di bacco

 

Come se non bastasse, l' ex ministro dell' Interno ha aperto le porte a tre deputati azzurri - Laura Ravetto, Federica Zanella e Maurizio Carrara - che hanno spiegato il loro passaggio alla Lega affermando che Fi ha perso forza propulsiva: ora sarebbe Salvini «il miglior interprete della rivoluzione liberale». E altri tre parlamentari di Fi sono pronti a trasferirsi nella Lega, tra questi sembra ci sia il senatore Francesco Giro.

 

berlusconi salvini meloni

Un pugno nello stomaco al Cavaliere. È guerra. I pontieri cercano di farli parlare al telefono ma l' uno non chiama l' altro. Meloni se ne tiene alla larga, convinta che Berlusconi non cadrà nella trappola «dividi et impera» del Pd.

 

Rimane tuttavia il dilemma sul Giano bifronte. Berlusconi sta giocando un' enorme partita industriale e finanziaria a livello nazionale ed europeo attorno a Mediaset. Sul piano politico vuole entrare a far parte del club dei kingmaker del prossimo Capo dello Stato. È tornato ad essere conteggiato dopo gli anni bui che sono seguiti alla sentenza di condanna per frode fiscale, alla perdita del seggio al Senato e agli umilianti servizi sociali.

silvio berlusconi

 

Riammesso nel grande consesso del Ppe del quale è europarlamentare. Cerca un spazio vitale mentre il suo partito frana nelle urne e nei sondaggi, deputati e senatori cambiano casacca, si mettono in proprio, guardano al centro, a destra nel disperato tentativo di ritornare in un Parlamento tagliato di 345 seggi dal referendum.

 

Un' emorragia continua verso FdI e soprattutto verso la Lega. Una cosa, quest' ultima, che il Cav non si sarebbe mai aspettato. E infatti ogni tanto rimprovera gli elettori perché non sanno votare: e non si riferisce solo agli arcinemici dei 5 Stelle. La telefonata alla fine ci sarà, anche perché dovranno decidere entro Natale i nomi dei candidati sindaco delle maggiori città italiane.

 

Ma il Cavaliere questa volta è fuori di sé e ricorda ai due sovranisti che Fi non è solo parte integrante del centrodestra, ma «è il soggetto fondante». Che senza Fi non ci sarebbe un centrodestra, «ma una destra isolata in Europa e in Italia, non in grado né di vincere né di governare, esattamente come avviene in Francia per il Front National».

 

BERLUSCONI FINGE DI NON VEDERE CONTE E NON LO SALUTA

Quanto alla vicenda Mediaset, tuona, «basta meschinità, non c' è nessuno scambio di favore»: nel giro del Cavaliere ricordano che è stato il Copasir, presieduto dal leghista Volpi, a dire «attenzione alle scalate degli stranieri nelle aziende italiane».

 

I leghisti raccontano che il loro obiettivo in commissione non era affossare la norma pro-Mediaset, ma spostare il voto sul decreto che modifica i decreti Salvini. La pregiudiziale di incostituzionalità era un' arma di trattativa che ha funzionato: l' odg è stato invertito.

meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni

 

Martedì si voterà il decreto Covid mentre quello sicurezza slitta a venerdì. L' obiettivo della Lega è evitare la conversione in legge del decreto anti-Salvini in scadenza a metà dicembre: deve ancora passare al Senato e tra poco si apre la sessione di bilancio.

BERLUSCONI SALVINI

Ma tant' è, la frittata è fatta.

laura ravetto dopo il ritocchino laura ravetto prima del ritocchinolaura ravetto dopo il ritocchino 2

Ultimi Dagoreport

zelensky trump putin

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...