di maio huawei

CAVOLETTI DI BRUXELLES PER HUAWEI – LA COMMISSIONE EUROPEA È PRONTA A VALUTARE I POTENZIALI FORNITORI DI 5G IN BASE ALLE LEGGI DEL PAESE D’ORIGINE. UNA POSIZIONE CHE POTREBBE ESCLUDERE IN AUTOMATICO HUAWEI E LE ALTRE IMPRESE CINESI CHE SONO OBBLIGATE A COLLABORARE CON LA REPUBBLICA POPOLARE. CIOÈ CON IL PARTITO COMUNISTA - CHE NE PENSANO DI MAIO E CONTE, FOLGORATI SULLA VIA DELLA SETA?

 

 

Federica De Vincentis per www.formiche.net

 

LUIGI DI MAIO THOMAS MIAO

Dopo la notizia del rapporto della Commissione Ue sui rischi che la rete 5G comporterebbe per la sicurezza dei Paesi membri qualora finisse nelle mani sbagliate (quelle di “stati non democratici”), Bruxelles sarebbe pronta a dire che i potenziali fornitori di 5G saranno valutati in base alle leggi del loro Paese d’origine; una posizione che – a fronte della controversa legge di Pechino che obbliga le aziende della Repubblica Popolare a collaborare con la madrepatria – potrebbe escludere le imprese cinesi dai contratti per le nuove infrastrutture di comunicazione.

 

5g

LA NUOVA SBERLA DELL’UE

In una bozza di una dichiarazione congiunta ottenuta da Bloomberg e prevista per il prossimo mese, l’Ue sembra così prendere nuovamente una posizione netta che manda un messaggio chiaro alla Cina. “I fattori, come il quadro giuridico e politico a cui i fornitori possono essere soggetti in Paesi terzi, dovrebbero essere considerati”.

 

jean claude juncker 5

Naturalmente, gli Stati europei hanno l’ultima parola se estromettere o meno un fornitore dalle proprie reti nazionali per motivi di sicurezza. Allo stato attuale, poche nazioni del Vecchio continente hanno deciso di sbarrare le porte ai colossi della Repubblica Popolare, preferendo puntare – Italia compresa – su un rafforzamento generale delle misure di controllo. Ma se questo testo fosse confermato, le indicazioni di Bruxelles, che giungerebbero dopo i ripetuti appelli di Washington rivolti innanzitutto agli alleati Nato, non potranno non essere considerate.

 

I CONSIGLI DI POMPEO

zte huawei

Per gli Stati Uniti – che in un summit tenuto nei mesi scorsi a Praga avevano contribuito a mettere nero su bianco le best practice da adottare per la sicurezza delle nuove reti – la chiave è non solo nei controlli tecnici, ma anche nella fiducia. E non a caso, proprio nelle scorse ore, oltre a un video esplicativo di Foggy Bottom, il segretario di Stato Mike Pompeo è tornato sul tema su Twitter, sottolineando che “la gente dovrebbe essere in grado di avere fiducia nel fatto che le compagnie” che forniscono “apparecchiature e software 5G non minacciano la sicurezza, la privacy, la proprietà intellettuale o i diritti umani”. Tutte violazioni delle quali Washington accusa Pechino e i suoi giganti tech, in particolare Huawei, che ha posto in una ‘lista nera’ del Dipartimento del Commercio. “Per le nazioni che stanno guardando a come costruire le loro reti 5G”, ha rimarcato ancora Pompeo, “il risk assessment della Commissione europea ha nominato queste minacce. Ora è tempo di tenerle al sicuro (le reti 5G, ndr)”.

 

IL CAMBIAMENTO IN ATTO

mike pompeo luigi di maioLA GUERRA DI DONALD TRUMP A HUAWEI

Il 5G, spiegano gli esperti, comporterà un cambiamento davvero significativo rispetto a quello che si è visto con le reti 4G. In primo luogo consentirà la connessione a molti più dispositivi Iot. Tutto, dalla telemedicina alle reti di trasporto autonome, si appoggerà a questa rete. Questo perché la velocità supererà di oltre 100 volte quella attuale con una latenza molto bassa, fino a un millisecondo. E questa evoluzione può, per ragioni anche tecniche spiegate nei mesi scorsi dal cyber diplomatico Usa Robert Strayer, essere difficile da tenere sotto controllo dal punto di vista della sicurezza. Di qui la necessità di agire prima e meglio.

 

LA FUSIONE TRA CIVILE E MILITARE

proteste contro il 5g 3

 

luigi di maio xi jinping

Per l’amministrazione americana, la fusione pressoché totale tra militare e civile è uno degli sforzi più grossi che la Cina, sotto la guida di Xi Jinping, starebbe compiendo. Il che rende problematica qualsiasi cooperazione o trasferimento tecnologico con la Repubblica Popolare.

luigi di maio xi jinping

 

A questo legame strettissimo tra Partito Comunista cinese e campioni nazionali della tecnologia – ha raccontato in precedenza Formiche.net – si unisce anche un altro dei crescenti timori americani: quello dell’esportazione del modello di sorveglianza e controllo di Pechino attraverso i propri giganti.

 

xi jinping conte

I servizi e i prodotti di società tech come Huawei, Tencent, Zte, Alibaba e Baidu vengono ogni giorno di più venduti in tutto il mondo. Mentre i problemi di sicurezza e di tutela dei diritti umani associati al severo meccanismo di controllo della Rete esistente in Cina starebbero facendo breccia in altri Paesi con tendenze illiberali e desiderosi di reprimere il dissenso interno.

 

Questo è il contesto geopolitico ed economico che rende al momento difficile che Washington possa avallare una qualsiasi cooperazione con Pechino, senza che parallelamente sia risolta – con una vera apertura del mercato cinese, come da tempo chiede l’amministrazione americana – quello che considera il principale problema alla base dei rapporti tra l’Occidente e la Cina e tra quest’ultima e il mondo. Un tema, questo, non solo economico quindi ma di sicurezza nazionale.

luigi di maio xi jinpingproteste contro il 5g 5

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)