letizia moratti e attilio fontana

IL CENTRODESTRA NON HA IMPARATO UNA MAZZA: ORA RISCHIA DI SPACCARSI E PERDERE PURE LA LOMBARDIA - PROPRIO AL FOTOFINISH DELLA RICANDIDATURA DEL GOVERNATORE FONTANA, SALTA FUORI LETIZIA MORATTI CHE È PRONTA SCENDERE IN CAMPO A SUA VOLTA, CON GRANDE SCONCERTO DELLA TRABALLANTE COALIZIONE DI FORZA ITALIA, LEGA E FRATELLI D'ITALIA - IL PD SENTE PUZZA DI BRUCIATO E PENSA AL RIBALTONE CON SALA O COTTARELLI...

Paolo Colonnello per "La Stampa"

 

attilio fontana e letizia moratti

Grande è la confusione sotto il cielo di Lombardia. E non è detto che - per rimanere nella metafora maoista - la situazione sia poi così eccellente. Soprattutto per il centrodestra che all'ultimo miglio della ricandidatura dell'Attilio, inteso come Fontana, attuale presidente della Regione, scopre che la Signora del Pirellone, la vicepresidente e assessore alla Salute, Letizia Moratti, è pronta scendere in campo a sua volta.

LETIZIA MORATTI E ATTILIO FONTANA

 

Con grande sconcerto della traballante alleanza tra Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia che per oltre 20 anni ha considerato cosa propria il grattacielo della Regione dove, all'ultimo piano regna il governatore leghista sostenuto da Salvini.

 

LETIZIA MORATTI E ATTILIO FONTANA

Quasi una sfida d'altri tempi: arroccati nelle loro modernissime torri di vetro e cemento, i due contendenti per ora si studiano a distanza dalle rispettive finestre e lanciano proclami. «Io non mi sento messa da parte dai miei concittadini, e per me questa è la bussola, la stella polare», ha detto ieri mattina Letizia Moratti, che poco più di due settimane fa era stata rilanciata da Carlo Calenda addirittura come possibile candidata del Centro (un po' meno sinistra) che verrà. «Credo di poter essere anche scomoda ma rispondo a coloro che devo servire», ha aggiunto lei.

 

antonio tajani silvio berlusconi convention di forza italia

Il che non è male per una politica che si trova a fare il vicepresidente della Regione senza aver mai preso nemmeno un voto, chiamata in giunta per rimediare ai disastri dell'ex assessore e compagno di partito (Fi) Gallera.

 

Se Donna Letizia giura di aver dato «semplicemente la mia disponibilità alla coalizione di centrodestra», il coordinatore nazionale di Fi, Antonio Tajani, provvede a ridimensionarne le aspirazioni dichiarando, non senza imbarazzo a "Un giorno da pecora", che della candidatura della Moratti «non se n'è ancora parlato: se rimane Fontana lo sosterremo».

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

E il governatore, che sembrava tentennante all'ipotesi di ritornare in sella fino a un mese fa, ora sembra aver ritrovato vigore: «Ho riconfermato la mia disponibilità a continuare il mio lavoro per la grande comunità lombarda».

 

Soprattutto dopo il preoccupato incontro dell'altro ieri a palazzo Lombardia con il leader Matteo Salvini e il dioscuro governativo Giancarlo Giorgetti. Ma che le cose non fileranno così lisce, lo dimostra la dichiarazione del capogruppo lombardo di Fi Gianluca Comazzi, che ieri ha parlato di «mediazione» tra i due concorrenti e i litigiosi leader del centrodestra.

 

DANIELA SANTANCHE

Mentre Daniela Santanché, coordinatrice di FdI in Lombardia si è mostrata possibilista su Fontana. Il che esclude implicitamente un appoggio alla Moratti.

 

Come sempre, tra i due litiganti c'è un terzo che gode e sta iniziando a vedere un cielo di Lombardia di manzoniana memoria: decisamente bello, quasi "splendido". È il Pd che con l'ultima performance elettorale regala al centrosinistra la maggioranza quasi assoluta delle 12 provincie lombarde, lasciando al centro destra solo Sondrio e Pavia: un fatto senza precedenti che preoccupa non poco la stessa Lega, finora egemone in un territorio che sembra non riuscire più a controllare e che invece sta rispondendo a giovani sindaci come il lodigiano Andrea Furegato, 25 anni, o ad antichi iscritti molto legati però alla propria città, come il monzese Paolo Pilotto, sessantaduenne appassionato di jazz.

 

fabio pizzul.

È il famoso laboratorio lombardo della politica italiana che si sta rimettendo in moto. «Sono figure lontane dall'ideologia e vicine al territorio, pragmatiche e capaci, proprio come piace ai lombardi», spiega Fabio Pizzul, capogruppo in regione del Pd. «Il che dimostra che il Pd non è solo un'etichetta e non è così romanocentrico come finora veniva vissuto».

 

Ma cosa significa essere vicini al territorio? «Ascoltare gli imprenditori, essere vicini alle partite iva, parlare con gli agricoltori», spiega Pizzul. E sul candidato glissa: «Decideremo dopo l'estate. Si è parlato di una personalità come Carlo Cottarelli, vedremo le sue capacità empatiche».

 

carlo cottarelli foto di bacco (2)

Ma non si esclude nemmeno un sindaco come Beppe Sala, che ha decisamente un peso nazionale. «E che è uno che sa parlare la lingua degli imprenditori ma anche delle periferie». Per ora si lavora sulla larghezza della coalizione e i temi su cui puntare per aggregare più forze possibili, spezzoni di M5S compresi.

 

Senza dimenticare, come spiega l'avvocato Carlo Cerami, uno dei grandi "riformisti" milanesi, "fratello maggiore" di tanti politici piddini milanesi, «che le elezioni regionali lombarde coincideranno con quelle nazionali» facendo diventare la partita in Lombardia rilevantissima più di altre volte.

 

BEPPE SALA E LETIZIA MORATTI

Secondo Cerami, il segretario del Pd Enrico Letta, «investirà molto del patrimonio politico guadagnato in questi mesi di sostegno leale al governo Draghi». Il Pd ha saputo svecchiare i suoi quadri (a Milano, per dire, gli assessori dei Municipi, totalmente in mano al centrosinistra, sono quasi tutti sotto i 30 anni) mentre Salvini ha trasformato un partito dall'animo territoriale in un partito autoreferenziale «e se cade lui - continua Cerami - il partito perde.

 

La storia degli ultimi tempi ha segnato un avanzamento del centrosinistra in quanto cardine di politiche riformatrici e europeiste che sono la caratteristica prevalente dei ceti economici e professionali delle aree urbane lombarde mentre del populismo diffidano ormai anche le fasce più popolari».

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."