CERTI AMORI (PER INTERESSI) NON FINISCONO – BERLUSCONI NON HA MAI VOLTATO LE SPALLE ALL’AMICO PUTIN TANTO CHE IN QUESTI GIORNI È TORNATO A SUONARE LA GRANCASSA IN FAVORE DI “MAD VLAD”. MA COSA C’È DIETRO QUESTA PASSIONE VISCERALE? NEL 2008 L'AMBASCIATORE GEORGIANO A ROMA RIFERÌ CHE PUTIN AVEVA PROMESSO AL BANANA UNA PERCENTUALE DEI PROFITTI DA EVENTUALI CONDOTTE SVILUPPATE DA GAZPROM IN COORDINAMENTO CON ENI. DI SICURO NELL'ERA BERLUSCONI L'ENI FIRMÒ UN ACCORDO CHE AVREBBE CONSENTITO A GAZPROM EXPORT DI RIVENDERE GAS RUSSO DIRETTAMENTE AI CONSUMATORI ITALIANI E…

Jacopo Iacoboni per "La Stampa"

 

VLADIMIR PUTIN E SILVIO BERLUSCONI IN SARDEGNA NELL APRILE 2008

Proprio nei giorni in cui l'emissario di Matteo Salvini entra nel vivo dei contatti con i russi per organizzare la missione del leader leghista a Mosca - con una serie di colloqui il cui contenuto è stato in parte rivelato da La Stampa - caso vuole che anche Silvio Berlusconi torni su posizioni pubbliche assai più gradite all'amico Putin, dopo che per un periodo era sembrato sia pure vagamente distanziarsene.

 

Il 20 maggio - il giorno dopo uno degli incontri tra Matteo Salvini e l'ambasciatore Razov - il Cavaliere, tenuto per mano a Napoli dalla fidanzata Marta Fascina, dichiara: «Credo che l'Europa debba fare una proposta comune di pace cercando di far accogliere agli ucraini le domande di Putin». Pochi giorni prima, da Treviglio, ha criticato Joe Biden, e l'invio di armi all'Ucraina nella forma decisa dal governo Draghi: «Putin non tratta con chi gli dà del "criminale". Mandiamo armi, anche noi siamo in guerra». Carlo Calenda chiosa: «Qui siamo oltre Salvini». Il consulente di Salvini, Antonio Capuano, usa proprio in quei giorni parole molto simili con i russi, e prima ancora con il capo della sezione politica dell'ambasciata cinese: l'intento del viaggio di Salvini sarebbe «preparare la pace», dice.

PUTIN BERLUSCONI

 

Berlusconi comincia anche a tenere la posizione sulle sanzioni che più piace a Mosca: «Hanno fatto molto male all'economia sovietica», ma: «hanno fatto male anche a noi».

Sembra rifiorire un amore mai spento. Nel mercoledì della crisi, proprio Marta Fascina, e Licia Ronzulli, lo isoleranno dalle telefonate che cercano di convincerlo a non sfiduciare Draghi.

La storia del rapporto tra Berlusconi e Putin risale ovviamente molto indietro, in parte nota in parte tuttora in progress, e fece preoccupare tantissimo gli americani. «Quali investimenti personali hanno (Berlusconi e Putin), che possono guidare le loro scelte in politica estera?». La domanda fu girata nel novembre del 2010 dal Dipartimento di Stato, allora guidato da Hillary Clinton, all'ambasciata americana a Roma.

BERLUSCONI PUTIN 4

 

Nel 2008 l'ambasciatore americano in Italia, Ronald Spogli, in un cablo spedito al Dipartimento di Stato e alla Cia, e pubblicato dalla Wikileaks di allora, riferiva a Washington che la natura del rapporto tra Berlusconi e Putin era «difficile da determinare»: «Berlusconi ammira lo stile di governo macho, deciso e autoritario di Putin, che il premier italiano crede corrisponda al suo. () L'ambasciatore georgiano a Roma ci ha detto che il governo della Georgia ritiene che Putin abbia promesso a Berlusconi una percentuale dei profitti da eventuali condotte sviluppate da Gazprom in coordinamento con Eni». Il Cavaliere, l'unica volta che rispose, per iscritto, negò tutto.

vladimir putin silvio berlusconi sul moskva

L'ambasciatore georgiano non smentì mai.

 

Di sicuro nell'era Berlusconi l'Eni nel maggio del 2005 firma un accordo che avrebbe consentito a Gazprom Export di rivendere gas russo direttamente ai consumatori italiani. La storia finisce nel 2008 anche all'attenzione della Commissione europea, gravi opacità ricostruite così nel 2008 in un saggio di Roman Kupchinsky per Eurasia Daily Monitor: una società viennese, Central Energy Italian Gas Holding (Ceigh) - parte di un gruppo più grande, Centrex Group - avrebbe dovuto avere un ruolo importante in quel lucrativo accordo Russia-Italia.

berlusconi putin

 

Questa Central Energy Italian Gas Holding era controllata al 41,6 per cento da Centrex e da Gas AG, al 25 per cento da Zmb (la sussidiaria tedesca di Gazprom Export, ossia in pratica da Mosca), e al 33 per cento da due società milanesi, Hexagon Prima e Hexagon Seconda, registrate allo stesso indirizzo di Milano, e intestate a Bruno Mentasti Granelli, l'ex patron di San Pellegrino. Il saggio di Kupchinsky trasformò la cosa in uno scandalo internazionale. L'accordo con Centrex fu cancellato. Ve ne furono altri? Ci furono rumors di un giacimento di gas kazako direttamente controllato dal Cavaliere. «Assolute sciocchezze», replicò Berlusconi.

 

Forse il vero uomo del Cavaliere in Russia non è stato tanto Valentino Valentini, che certo andava e veniva da Mosca, quanto Angelo Codignoni, uomo di Silvio nei media russi, quello che istruisce Yuri Kovalchuk, oligarca putiniano e azionista principale di Bank Rossiya, su come creare l'impero tv del Cremlino. Il nome di Codignoni, scomparso nell'estate del 2021, è da pochi mesi riemerso anche nei Pandora papers, come beneficiario di una serie di trasferimenti milionari di soldi dalla Russia a tre società offshore di Codignoni a Montecarlo, Panama, British Virgin Islands. Le transazioni russe verso Codignoni sono tuttora al vaglio di diversi giornalisti investigativi internazionali.

PAOLO SCARONI E SILVIO BERLUSCONI CON PUTIN

 

Documenti che naturalmente i russi per primi potrebbero avere. Quanto resta delle tracce del passato del Cavaliere e la Russia? Fu il Cavaliere a sostituire alla guida dell'Eni Vittorio Mincato, che obiettava sulla vicenda Centrex, con Paolo Scaroni. I contratti tra Gazprom e Italia diventano trentennali. L'energia era tutto, per la relazione Berlusconi-Putin. Ma anche il divertimento, il real estate, le vacanze. Le figlie di Putin, Katya e Masha, furono in vacanza a Porto Rotondo assieme a Barbara, la figlia più giovane di Berlusconi, nel 2002: lo stesso anno in cui Berlusconi vanta gli accordi, cui voleva legare la sua eredità geopolitica, di Pratica di mare. L'anno dopo, nel 2003, arrivò a Villa Certosa Putin stesso, con foto ormai celebri (indimenticabili anche quelle di Berlusconi col colbacco a Sochi).

 

vladimir putin con silvio berlusconi e i figli

Sono gli anni in cui la Costa Smeralda diventa un paradiso per oligarchi russi: Alisher Usmanov, che a un certo punto voleva anche comprare il Milan, di certo compra sette ville fantastiche (poi sequestrate dal premier Draghi); Roman Abramovich, che ancora nell'agosto 2021 vara il suo nuovo megayacht Solaris a Olbia, e andava alle feste da Berlusconi in cui Mariano Apicella stornellava Oci Ciornie; Oleg Deripaska. Quella Sardegna degli oligarchi che, per tanti anni, hanno visto in Berlusconi l'amico numero uno, e certi amori non possono finire mai.

silvio berlusconi e vladimir putin 9silvio berlusconi e vladimir putin 8silvio berlusconi e vladimir putin 3silvio berlusconi e vladimir putin 4silvio berlusconi e vladimir putin 1pandora papers berlusconi putin silvio berlusconi e vladimir putin 10silvio berlusconi e vladimir putin 11silvio berlusconi e vladimir putin 7famiglia berlusconi con ljudmila putin

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)