CESSATE IL FUOCO CHE ARRIVA PUTIN: OGGI HAFTAR E SERRAJ SI INCONTRANO A MOSCA PER FIRMARE LA TREGUA. RUSSIA E TURCHIA SI SPARTISCONO LA LIBIA, MENTRE L'ITALIA SI ATTACCA AL TRAM - IL CESSATE IL FUOCO CONGELA UNA SITUAZIONE IN CUI HAFTAR È ASSAI AVVANTAGGIATO. ECCO PERCHÉ SARRAJ ESIGE IL RITIRO DELL' AVVERSARIO. PROBABILMENTE PUTIN, PER INCASSARE IL SÌ DEL GENERALE, GLI ABBIA GARANTITO QUALCOSA SUL TERRENO - IL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO DI TOBRUK: ''ERDOGAN VUOLE TRASFORMARE LA LIBIA IN UNO STATO OTTOMANO''

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1. LIBIA: MOSCA CONFERMA, OGGI INCONTRO TRA SARRAJ E HAFTAR

 (ANSA) - Il capo del governo di accordo nazionale libico (GNA) Fayez al-Sarraj e il comandante dell'esercito nazionale libico Marshall Khalifa Haftar si incontreranno oggi a Mosca. Lo ha detto il ministero degli Esteri russo in una nota. "A sostegno dell'iniziativa proposta dai presidenti di Russia e Turchia e annunciata alla fine del loro vertice a Istanbul, oggi si terranno a Mosca contatti intra-libici sotto l'egida dei ministri degli Esteri e della Difesa di Russia e Turchia", dice la nota. Lo riporta Interfax.

PUTIN ERDOGAN PUTIN ERDOGAN

 

 

2. SARRAJ E HAFTAR A MOSCA PER FIRMARE LA TREGUA L'EGITTO PREME PER IL RITIRO DELLE TRUPPE TURCHE

Francesco Semprini per ''la Stampa''

 

È una cessate il fuoco fragile quello a cui è aggrappato il popolo libico mentre oggi a Mosca è prevista la firma della tregua da parte di Fayez al Sarraj, presidente del Governo di accordo nazionale, il generale Khalifa Haftar, il presidente del parlamento di Tobruk Aqila Saleh, e il capo del consiglio di Stato di Tripoli, Khalid al-Mishri. E sotto la supervisione dei due azionisti di riferimento della «roadmap» verso la pace libica, ovvero la Russia di Vladimir Putin e la Turchia di Recep Tayyip Erdogan. A riferirlo a La Stampa sono fonti vicine al negoziato giunto a una fase decisiva nel corso delle prime 24 ore di cessate il fuoco trascorse tra accuse di violazioni e condizioni dettate per sottoscrivere la pace.

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Il portavoce dell' operazione «Vulcano di rabbia» del Gna, Mohamed Gnounou, ha riferito della morte «del primo martire sul fronte di Ain Zara, nella zona militare ovest, colpito dall' antiaerea delle milizie di Khalifa Haftar» e di scontri a Wadi Rabie e Salah El Din, a sud di Tripoli. Sul fronte opposto la brigata 128 dell' autoproclamato Esercito nazionale libico ha annunciato di aver abbattuto un drone turco appartenente armato.

 

Al-Mabrouk Al-Ghazwi, uno dei colonnelli di Haftar, ha denunciato inoltre «otto rilevanti violazioni del coprifuoco e trenta minori e l' arrivo di un nuovo gruppo di terroristi siriani a Misurata, dislocati su due fronti a sud di Tripoli».

 

Sono però i posizionamenti sul campo la discriminante del futuro accordo di pace. Il cessate il fuoco congela una situazione sul terreno in cui Haftar è assai avvantaggiato rispetto al 4 aprile data di inizio del conflitto. Ecco perché Sarraj esige il ritiro dell' avversario, mentre il generale parla di sue condizioni di pace. Il rischio - affermano fonti del Palazzo di Vetro dell' Onu - è che Putin, per incassare il sì del feldmaresciallo gli abbia garantito qualcosa sul terreno.

 

Non a caso Saleh ha accusato la Turchia di voler trasformare la Libia in uno «Stato ottomano» con la complicità di Sarraj, e ha invocato l' intervento diretto delle forze armate egiziane nel caso il conflitto continui.

 

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Equilibri precari che girano attorno a tre nodi: Tarhuna e la cinta a sud di Tripoli, Sirte e Al Jufra con la mezzaluna petrolifera. «La città vive sotto il pugno di ferro dei fratelli Muhssen e Mohammed Al Kani», ci dice Yousef Elomammari, portavoce delle Forze di protezione di Tarhuna, la resistenza interna della roccaforte controllata da milizie vicine all' uomo forte della Cirenaica. In caso di mancato ritiro sono pronti a sferrare l' attacco decisivo appoggiati dai Turchi: «Se le bande di Haftar e gli sgherri di Al Kani non se ne andranno, continueremo sino alla vittoria, grazie all' appoggio della nostra gente».

 

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Yousef rivolge un appello all' Italia: «Il vostro Paese ha sempre mostrato interesse per Tarhuna, vogliamo ricordare gli italiani come amici, non come traditori». Sul fronte orientale la tempesta di piombo scatenata nei giorni passati ha portato alla conquista lampo di Sirte da parte di Haftar e inaugurato la marcia delle sue truppe verso Misurata.

 

Secondo gli ultimi dispacci la brigata Mahjoub, una delle unità della Sparta libica allineate al Gna, occupa attualmente il villaggio di Abugrein, linea gotica del versante est. Altre unità sono giunte da Misurata e Zliten a puntellare le posizioni filo-governative. C' è infine il nodo di Al Jufra e della mezzaluna petrolifera, dove si intrecciano confronti tribali secolari e, a complicare le dinamiche, una serie di interessi economici che vede in prima linea le corazzate energetiche di alcuni Paesi del Mediterraneo. A partire dalla francese Total.

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