CETRIOLONE PER BERTONE! - IL GIUDICE DI ROMA DICE “NO” AI SALESIANI: DEVONO SBORSARE OLTRE 100 MILIONI AGLI EREDI GERINI - IL SEQUESTRO CAUTELATIVO DISPOSTO DAL TRIBUNALE DI MILANO POTREBBE DIVENTARE OPERATIVO - LA VERSIONE DELL’ “ACCORDO FRAUDOLENTO” NON CONVINCE IL GIUDICE: SIGILLI ALLA SEDE DI ROMA E AL CONTO “POLARIS” IN LUSSEMBURGO - IL MEDIATORE SILVERA SCAGIONATO DALLE ACCUSE DEI SALESIANI…

Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

Non c'è stata truffa, l'accordo sulla spartizione dei beni dei Salesiani è valido. Il giudice di Roma Adele Rando archivia la denuncia della Fondazione Gerini contro i «mediatori» che avevano concluso un accordo per la spartizione dell'eredità del marchese Alessandro Gerini. E dunque il faccendiere Carlo Moisè Silvera ha diritto ad ottenere oltre 100 milioni di euro proprio per il suo ruolo di negoziatore tra le parti. Il sequestro cautelativo dei beni per 130 milioni, disposto dal tribunale di Milano, potrebbe diventare operativo.

Perde la Fondazione, ma perdono soprattutto le alte gerarchie vaticane che negli ultimi mesi hanno cercato di far dichiarare nullo quel patto. Esce sconfitto il segretario di Stato Tarcisio Bertone che in una lettera depositata agli atti il 24 settembre aveva dichiarato: «Ho dato il consenso alla soluzione negoziale, ma ho scoperto solo dopo il modo fraudolento di comportarsi verso il sottoscritto».

La vicenda comincia nel 1990 quando il nobiluomo lascia tutti i propri beni (terreni, palazzi, opere d'arte) alla Fondazione che porta il suo nome e che, dopo essere stata riconosciuta ente ecclesiastico, era stata posta sotto il controllo della Congregazione Salesiana. I nipoti impugnano il testamento e aprono una controversia che va avanti per 22 anni. Nel 2007 compare sulla scena Silvera come rappresentante degli eredi e propone un accordo che riconosca il 15 per cento del valore complessivo all'economo dei Salesiani don Giovanni Battista Mazzali. Per arrivare al perfezionamento di questo patto vengono coinvolti alcuni professionisti, tra i quali l'avvocato milanese Riccardo Zanfagna.

Il patrimonio viene stimato in 658 milioni, dunque Silvera fissa il suo prezzo a 99 milioni. Don Mazzali accetta, confortato dal parere di Bertone che caldeggia la chiusura di ogni controversia. L'8 giugno 2007 arriva la firma, la questione sembra conclusa. E invece la Congregazione rifiuta di pagare la cifra pattuita, Silvera fa ricorso al tribunale di Milano e ottiene il sequestro dei beni dei Salesiani per 130 milioni di euro. Una decisione clamorosa: per la prima volta vengono messi i sigilli a beni ecclesiastici come la sede della direzione generale di Roma e il fondo Polaris aperto in Lussemburgo.

Mentre si attende l'esito di quella controversia, c'è un nuovo colpo di scena: don Mazzali presenta una denuncia contro Silvera e l'avvocato Zanfagna alla Procura di Roma. «Mi hanno truffato, l'accordo non è valido», afferma davanti ai magistrati. Una tesi avvalorata dal cardinal Bertone che però non convince affatto i magistrati. Il pubblico ministero ritiene che non ci sia stato alcun raggiro. E ieri questa sua impostazione viene confermata dal giudice secondo la quale «emerge una gestione concordata degli interessi in campo, alla quale si perviene dopo una transazione voluta dalle parti, certamente in grado di valutare gli operatori cui si affidavano e la portata nonché la convenienza dell'accordo».

«Rispettiamo la decisione e adesso valuteremo eventuali ulteriori passi», dichiara l'avvocato della Fondazione Michele Gentiloni. Ben diverso il commento dell'avvocato Zanfagna: «Da uomo di giustizia ho atteso con serenità la decisione della magistratura che, riconoscendo l'infondatezza della notizia di reato, ha conseguentemente accertato la linearità, professionalità, deontologia e correttezza con cui ho svolto tutti gli incarichi ricevuti. A fronte di vertenze civili in corso da 22 anni, al giudice penale sono bastati pochi mesi per rendersi conto dell'infondatezza delle affermazioni dell'Ente Ecclesiastico. Agli stessi organi di Giustizia rimetterò la tutela del mio nome e dei miei diritti, violati con tanta leggerezza e superficialità».

 

 

CARDINALE TARCISO BERTONEbertone_cardinaleCARDINALE TARCISO BERTONEdon boscomor03 cardinale tarcisio bertoneSALESIANIlussemburgo

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO