fico di maio

CHE GOVERNO CHE FA - DI MAIO HA APERTO ALL'IPOTESI DI UN CONTE-BIS, SEMMAI DOPO UN RIMPASTONE DI MINISTRI, PER RIAPPACIFICARSI CON LA LEGA, SE SALVINI DECIDE DI FARE UN PASSO INDIETRO - UN ESECUTIVO DI LEGISLATURA DOVREBBE ESSERE PRESIEDUTO DA RAFFAELE CANTONE O DAL PRESIDENTE DELLA CAMERA FICO, PRONTO A LASCIARE IL SUO POSTO A DARIO FRANCESCHINI…

Alberto Gentili per “il Messaggero”

 

ROBERTO FICO - GIULIA SARTI - LUIGI DI MAIO

Pur in vacanza alla Maddalena, Sergio Mattarella non ha atteso più di un'ora per stoppare l'ultima mossa di Matteo Salvini. Dall'entourage del capo dello Stato è uscito un chiaro altolà all'idea del leader leghista di votare, lunedì, il taglio del numero dei parlamentari così come chiedono i 5Stelle e poi di andare sparato alle elezioni. Secondo il capo dello Stato ciò che dice il vicepremier leghista non si può fare.

 

Se il Parlamento approva una legge costituzionale che ne modifica la composizione, non ne può essere congelata l'applicazione per 5 anni, fino alla legislatura successiva. Insomma: prima di andare alle urne, a giudizio del Quirinale, sarebbe indispensabile attuare la riforma. Con passaggi tecnici e parlamentari che, fra i 3 mesi di attesa per la richiesta del referendum confermativo, i tre successivi per l'eventuale svolgimento della consultazione popolare, la conseguente riforma dei collegi e della legge elettorale, se va bene si arriva all'autunno del prossimo anno.

fico di maio

 

TEMPI

E questo Salvini lo sa benissimo. Giovedì scorso, tre ore dopo aver presentato la mozione di sfiducia a Giuseppe Conte e avere spalancato di fatto le porte alla crisi del governo giallo-verde, il vicepremier aveva dichiarato dal palco di un comizio a Pescara: «Se si fa il taglio dei parlamentari poi non si va più a votare».

 

Eppure, nel giorno in cui in Senato si materializzata con ben 161 voti la maggioranza formata da 5Stelle, Pd, Leu, +Europa e peones vari contraria alle elezioni anticipate e potenzialmente in grado di formare un nuovo governo che farebbe evaporare le urne d'autunno invocate dalla Lega, Salvini ha tentato il colpaccio. Ha provato ad allungare la vita del governo giallo-verde fino all'autunno del 2020.

raffaele cantone presidente della corte

 

Tenendosi il Viminale, scongiurando il nuovo abbraccio con Silvio Berlusconi, ed evitando di restare tagliato fuori dai giochi. Salvini però ha cercato di salvare la faccia confermando la voglia di elezioni e la sfiducia a Conte: «Se ritiro la mozione? Mica siamo al mercato del pesce». Ma una mossa, oltre al fatto che il vicepremier è tornato in Aula a chiamare «amico» Di Maio, è illuminante sull'intenzione di tirare avanti: il minacciato ritiro dei ministri del carroccio, dato per certo alle otto di sera, è evaporato nella calda notte romana.

 

BLUFF

dario franceschini

Secondo il Pd e i 5Stelle quello di Salvini è «uno sporco bluff». «E' un disperato tentativo di restare aggrappato al governo», ha spiegato Matteo Renzi ai suoi, «il leghista ha capito che sta per restare senza governo e non avrà le elezioni. Dunque, si è inventato questa capriola grottesca. Vediamo se i 5Stelle ci cascano...».

 

Luigi Di Maio & C. per il momento non ci sono cascati. La prova: la conferenza dei capigruppo della Camera ha fissato il dibattito sulla legge taglia-parlamentari giovedì 22 agosto, invece che a lunedì 19 come inizialmente proposto dl presidente di Montecitorio, Roberto Fico. Questo per disinnescare e stoppare la mossa di Salvini. E spingerlo allo scoperto: andare avanti alla luce del sole, magari con un Conte-bis.

ROBERTO FICO

 

Oppure rinunciare ufficialmente alle elezioni: «Quella di Salvini è la mossa della disperazione, è in un cul de sac», ha detto Di Maio, «se votano la sfiducia a Conte non possono tagliare i parlamentari, se vogliono davvero tagliarli, non possono invece sfiduciare il premier». Questo perché il dibattito sulla sfiducia si svolgerà martedì 20 in Senato. E se il governo cadesse, la riforma costituzionale con il taglio dei parlamentari non potrebbe essere votata giovedì 22, visto che la crisi bloccherebbe i lavori parlamentari.

 

Di Maio ha però anche aggiunto una frase che fa pensare che l'ipotesi di un Conte-bis, semmai dopo un rimpastone di ministri, non è del tutto da scartare: «Il taglio dei 345 parlamentari è l'obiettivo della legislatura». Insomma, 5Stelle e Lega, nonostante gli insulti e la crisi dichiarata, potrebbero tornare assieme come se nulla fosse. Prodigi del populismo. La conferma: «Con il Pd non facciamo alcun governo», ha fatto trapelare in serata il capo politico del Movimento.

giuseppe conte e roberto fico

 

C'è da vedere se Fico e chi già lavorava all'esecutivo di legislatura con il Partito democratico, non riesca a fare cambiare idea al vicepremier grillino. Obiettivo: andare a un governo di legislatura presieduto dal presidente della Camera, pronto a lasciare il suo posto al dem Dario Franceschini. Oppure dall'ex presidente dell'Anticorruzione, Raffaele Cantone: «Se i grillini non vogliono tornare tra le braccia di Salvini e vogliono fare un governo con noi si fa, senza problemi», ha fatto sapere in nottata Renzi.

 

ATTESA

GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

In questo caos, per il momento Conte sta a guardare. Da palazzo Chigi hanno fatto filtrare che per il «premier non cambia nulla». Che, appunto, martedì 20 sarà in Senato per le sue comunicazioni. E sicuramente, se nulla cambia nella prossime ore, non andrà a dimettersi al Quirinale come era già previsto. Aspetterà invece che si voti la sfiducia presentata dalla Lega per verificare se il ripensamento di Salvini è reale.

 

«Conte è disposto a restare al governo insieme a Salvini? È presto per dare una risposta». Ma non è mancata una stilettata: «Il capo della Lega ha fatto questa mossa disperata per rientrare in partita e scongiurare un esecutivo formato da Pd e 5Stelle. Sa, infatti, di non avere più la possibilità di andare alle elezioni e rischia di restare fuori da tutto». Cosa realmente accadrà si capirà non prima di martedì. Proprio il giorno della sfiducia.

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…