giuseppe conte luigi di maio matteo salvini

A CHE PUNTO È LA NOTTE – SALVINI E GIORGETTI HANNO PRONTO LO SCENARIO DA “FINE MONDO”: DOPO IL PROBABILE SUCCESSO DELLA LEGA ALLE EUROPEE SI POTREBBE APRIRE LA CRISI DI GOVERNO TORNANDO A VOTARE A SETTEMBRE (MATTARELLA PERMETTENDO) – DI MAIO SI È INCAZZATO PER L’USCITA DI CONTE SULL’IVA A UNA SETTIMANA DAL VOTO, MA NON CI SONO TANTE ALTERNATIVE PER STERILIZZARE LE CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA...

Tommaso Ciriaco e Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

matteo salvini giancarlo giorgetti

 

Lo scenario da "fine mondo" Salvini e Giorgetti lo disegnano coi loro ministri nel pomeriggio, a porte chiuse, nelle stanze del gruppo Lega di Montecitorio: «Con quelli non si va avanti, ogni giorno una, adesso anche la riforma della giustizia...». Per la prima volta viene abbozzato il calendario del ritorno anticipato alle urne.

 

Nero su bianco compaiono le date chiave di un' escalation che pare ormai inevitabile. Crisi a giugno, dopo il voto delle Europee che consegnerà il primato al loro partito, scioglimento delle Camere a luglio, ritorno alle urne non più tardi di domenica 29 settembre. Questi i piani, sempre che coincidano con quelli del Colle.

 

Del resto, la situazione finanziaria sta precipitando. Ieri lo spread ha sfondato per qualche ora il muro dei 290 punti base, dopo che i due vicepremier hanno ricominciato a giocare sullo sforamento del tetto del 3% nel rapporto deficit Pil, facendo tremare le cancellerie di mezza Europa e i mercati. Palazzo Chigi viene preso in contropiede.

DI MAIO CONTE GIORGETTI

 

Giuseppe Conte tenta invano a metà mattinata di spegnere l' incendio, accennando al possibile aumento dell' Iva per tamponare le clausole da 23 miliardi che gravano già sulla futura manovra. Inaccettabile, per Luigi Di Maio, a undici giorni dalle Europee in cui il capo del Movimento si gioca il suo futuro politico. «Ma come ti è venuto in mente? Non avevamo detto che non se ne sarebbe parlato fino al 26 maggio?», sbotta al telefono il grillino con il suo premier. L' avvocato ascolta in silenzio, poi - raccontano - è glaciale nella sua professione di realismo.

CONTE E DI MAIO

 

Sente che il governo gli sta sfuggendo tra le dita. «Io a dicembre ho fatto il miracolo con l' Europa. Stavolta è diverso. Se continuate con la storia del 3 per cento - dice rivolto al suo azionista di maggioranza - in dieci giorni lo spread rischia di arrivare a 400. Pensate che il governo a quel punto possa reggere?». Per evitare altre fibrillazioni nella maggioranza, il presidente del Consiglio comunque si adegua e corregge subito il tiro.

 

di maio conte card reddito

Non è il solo a temere la tempesta. Il ministro del Tesoro Giovanni Tria in privato ricomincia a mettere in guardia il "triumvirato" di governo. Sa bene che all' orizzonte c' è una manovra "monstre" da circa 35 miliardi di euro, stando alle stime Ue di soli sette giorni fa. Spiega a Conte che al momento, salvo improbabili miracoli nella crescita, il governo ha di fronte tre scenari. Tutti foschi.

giuseppe conte pil recessione

 

Il primo è l' aumento dell' Iva, almeno nella formula "selettiva", solo per alcuni prodotti. Se non si vorrà ricorrere all' odiata patrimoniale - il secondo scenario - allora non resterà che passare al terzo, sfidare l' Europa e sforare fino al 4% il rapporto deficit-Pil. Un suicidio al cospetto dei mercati e degli investitori che già sono in fuga dall' Italia al ritmo di un miliardo al mese. È il motivo per il quale i nostri conti pubblici restano a rischio bocciatura a Bruxelles. Ce n' è abbastanza per convincere Salvini che l' avventura gialloverde, al di là degli annunci, può finire qui.

 

berlusconi salvini

Evitando così di caricarsi il peso di una manovra tutta lacrime e sangue. Il veto dei 5S sul decreto sicurezza bis, in vista del Consiglio dei ministri di lunedì prossimo, diventa l' ultimo pretesto, dopo quelli su flat tax e autonomia. Piuttosto meglio sedersi al tavolo con Silvio Berlusconi. Le telefonate e i contatti negli ultimi giorni non si contano.

 

sergio mattarella

Il Cavaliere sente ormai vicino il ritorno del figliol prodigo: «Penso che Salvini sia già quasi recuperato - annuncia in tv - può tornare a lavorare con noi nel centrodestra». L' emergenza però resta lo spread. Il Colle vigila, guardandosi bene dall' intervenire nell' ultimo miglio della campagna elettorale. Ma il Presidente Sergio Mattarella non ha cambiato idea rispetto al monito lanciato il primo maggio: «Serve un' attenzione particolare per rafforzare la fiducia degli investitori, tutelare i risparmi degli italiani, tenere in equilibrio programmi di spesa e finanziamenti realistici, considerando il peso obiettivo del debito pubblico». Un programma troppo gravoso, forse, per il fragile governo gialloverde.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE... 

giorgia meloni vacanza vacanze

DAGOREPORT - ALLEGRIA! DOPO TRE ANNI DI MELONI, GLI ITALIANI SONO SENZA SOLDI PER ANDARE IN VACANZA! - L'OMBRELLONE DELL’ESTATE 2025 SI È CAPOVOLTO E DEI VOLTEGGI INTERNAZIONALI DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, LA “GGENTE” SI INTERESSA QUANTO UN GATTO ALLA MATEMATICA: NIENTE. SI INCAZZA ED INIZIA A PENSARE AL PROSSIMO PARTITO DA VOTARE SOLO QUANDO APRE IL PORTAFOGLIO E LO TROVA VUOTO: DOVE E' FINITO IL “DIRITTO” AL RISTORANTE “ON THE BEACH” E ALL’ALBERGO “ON THE ROCKS”? - A DARE NOTIZIA CHE LE TASCHE DEGLI ITALIANI VERDEGGIANO È “IL TEMPO”, UNO DEI PORTABANDIERA DI CARTA DEL GOVERNO MELONI: ‘’CAUSA CRISI, PREZZI ALLE STELLE, NEANCHE UN ITALIANO SU DUE ANDRÀ IN VACANZA E DI QUESTI, OLTRE IL 50%, OPTERÀ PER UN SOGGIORNO RIDOTTO DI 3-5 GIORNI, CERCANDO MAGARI OSPITALITÀ PRESSO AMICI E PARENTI...” - MA PER L'ARMATA BRANCA-MELONI, IL PEGGIO DEVE ARRIVARE. UN PRIMO SEGNALE È STATO IL PING-PONG SULL’AUMENTO, RIENTRATO, DEI PEDAGGI, MENTRE INTANTO STANNO BUSSANDO ALLA PORTA I DAZI TRUMPIANI. NEL 2026 INFINE FINIRA' LA PACCHIA MILIARDARIA DEL PNRR - UN PRIMO E IMPORTANTISSIMO TEST PER RENDERSI CONTO DELL’UMORE NERO DEGLI ITALIANI SARÀ LA CHIAMATA ALLE URNE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO. SE LA MELONI SI BECCA UNA SBERLA SU 4 REGIONI SU 5, TUTTI I CAZZI VERRANNO AL PETTINE...

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?