olaf scholz e vladimir putin

CHE SI FA CON LA RUSSIA, SI TRATTA O NO? - ORA C'È UN SOLO DIPLOMATICO IN OCCIDENTE CHE PARLA CON IL CREMLINO: E’ IL CONSIGLIERE DI SCHOLZ, JENS PLOTNER - LE STRADE PER UN DIALOGO SEMBRANO SBARRATE MA L’ACCORDO SUL TRASPORTO DI GRANO DAI PORTI UCRAINI E’ UN PRIMO PASSO - UN'OCCASIONE DI CONTATTO DIRETTO POTREBBE VENIRE DAL G20 DI BALI IN NOVEMBRE, AMMESSO CHE PUTIN CI VADA DI PERSONA…

Olaf Scholz E Vladimir Putin

Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”

 

Una sera di metà giugno, alla Deutsche Gesellschaft für Auswärtige Politik, il più prestigioso forum tedesco di politica estera, il consigliere diplomatico di Olaf Scholz, Jens Plötner, ha tenuto un discorso sul futuro dei rapporti con la Russia. Ma del suo ragionamento complesso, solo una frase è diventata virale sui social media e poi sui giornali, scatenando una furibonda polemica: «Con 20 Marder (i carri antiaerei promessi da Berlino all'Ucraina, ndr ) si possono riempire molte pagine di quotidiani, ma articoli su come saranno in futuro le nostre relazioni con Mosca se ne leggono pochi».

JENS PLOTNER

 

In poche ore una tempesta di fuoco, compreso quello amico, si è rovesciata su Plötner, accusato sia dall'opposizione che da esponenti del governo di riproporre il vecchio paradigma tedesco del dialogo a ogni costo con Mosca, che ha contribuito a questa situazione. Pochi dubbi che la tempistica scelta dall'ambasciatore, mentre l'esercito di Putin radeva al suolo le città del Donbass, sia stata infelice. Eppure, Plötner stava facendo il lavoro di ogni diplomatico, quello di evitare che il disastro in corso peggiori ulteriormente: crisi umanitarie, allargamento del conflitto, escalation nucleare. È stato così anche nei momenti peggiori della Guerra fredda, quando gli americani e l'Occidente non interruppero mai il filo dei contatti con Mosca.

 

LO STALLO

draghi scholz

Oggi però, ogni attività diplomatica occidentale verso la Russia è ferma. Solo il presidente turco Erdogan, che come il gatto ne «La Fattoria degli Animali» sta da una parte e anche dall'altra, si dà da fare come mediatore. L'ultima volta che il cancelliere Scholz ha parlato con Putin è stata a maggio. È stato quando, nel fumo della solita retorica sull'autodifesa preventiva e le responsabilità della Nato, il leader del Cremlino si è lasciato scappare che «entrambe le parti hanno commesso degli errori». L'ennesima «finta» di un'apertura. Poi, è calato il buio, o quasi.

 

PUTIN BIDEN

Esistono attualmente due soli canali di comunicazione occidentali con la Russia. Uno è quello dei vertici militari di Mosca e Washington, che tuttavia comincia e finisce nella preoccupazione di evitare un conflitto atomico dovuto a errori, malintesi o incomprensioni. L'altro è quello tedesco, che vede lo stesso Plötner tenere contatti più o meno regolari con il suo omologo al Cremlino, Yurij Ushakov. Non è chiaro chi dei suoi colleghi europei il diplomatico tedesco poi metta a parte dei colloqui. Non risulta che lo faccia con gli italiani. Insomma, per dirla con Der Spiegel , è «l'ora zero» della diplomazia.

 

I DILEMMI

HENRY KISSINGER

Ed è qui che si ripropone un rovello antico, quello tra pace e giustizia, realpolitik e moralità, riflesso nel dibattito europeo e internazionale. Si può e si deve in questa fase di «guerra barbarica» parlare con Putin per cercare una pace, che comporterebbe sacrifici territoriali da parte ucraina, come sostiene Henry Kissinger? Ovvero, come dicono polacchi, baltici e nordici, è inutile cercare il dialogo con un uomo che coltiva fantasie imperiali e ha imbastito una guerra spietata sulle menzogne? O non è ancora giunto il momento per farlo ed è meglio continuare a mantenere la pressione sul Cremlino?

 

vladimir putin joe biden ginevra 2021

«Premesso che si negozia con gli avversari, perché con gli amici ci si parla e ci si capisce - dice l'ex ministra degli Esteri Emma Bonino - questo tipo di decisioni deve prenderle Zelensky. Noi stiamo aiutando l'Ucraina, non stiamo facendo la guerra al posto loro. E sono solo loro ad avere il diritto di dirci cosa vogliono fare, quando negoziare e quali concessioni fare. Quindi ogni contatto con Putin va condotto previe consultazioni e indicazioni da Kiev».

 

L'ATTESA

«È assolutamente necessario avere un canale di comunicazione, ma ci vuole una sponda», spiega uno sherpa del G7, secondo il quale l'eventuale accordo sullo sblocco dei porti ucraini potrebbe essere il segnale giusto. E aggiunge: «Lo dice anche il cancelliere Scholz che occorre un'apertura russa prima della ripresa del dialogo».

 

MERKEL CON PUTIN E IL CANE DI PUTIN

Più scettico è un diplomatico europeo, che segue da vicino il dossier Russia-Ucraina: «Si avverte una certa stanchezza in giro e il discorso del dialogo riprende quota. Ma parlare per parlare serve a poco in questo momento, di fronte ai nonsense di Putin. Se lo facessimo dovremmo essere chiari sul punto di caduta. Sarebbe necessario un lavoro di preparazione tutti insieme, gli Usa, gli europei e gli ucraini. E bisognerebbe farlo in modo esplicito, mettendo punti fermi come il ritorno alle linee del 23 febbraio. Non mi sembra attuale. Certo, se venisse un segnale sui porti e sul grano, potrebbe essere un punto dal quale partire».

 

annalena baerbock

Ancora più netto è Christoph Heusgen, ex consigliere di Angela Merkel e ora a capo della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera: «Non ha alcuna utilità oggi parlare con Putin, che ha rotto tutte le promesse, gli impegni presi, gli accordi internazionali e ha commesso crimini di guerra. Incontri e telefonate gli riconoscerebbero un ruolo e una reputazione. L'unico modo di comunicare con Mosca è attraverso gli organismi internazionali esistenti, come il Consiglio di Sicurezza dell'Onu».

 

Un'occasione di contatto diretto potrebbe venire dal G20 di Bali in novembre, ammesso che Putin ci vada di persona. Ma la «fuga» di Lavrov dal G20 dei ministri degli Esteri nell'isola indonesiana lo scorso fine settimana sembra dimostrarne l'improbabilità. «Il fatto che abbia passato più tempo fuori che dentro la sala della riunione - dice la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock - sottolinea che in questo momento non c'è alcuna volontà di dialogare da parte russa».

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…