salvini di maio tav

CHE TAV-EVO DETTO? GIGGINO SCHIACCIATO SOTTO IL TRENO - DA UNA PARTE C'È NICOLA MORRA CHE SCRIVE UN DURISSIMO POST CONTRO IL GOVERNO, E DI BATTISTA CHE LO RILANCIA:''LA PENSO ESATTAMENTE COME LUI''. DALL'ALTRA CI SONO I CAPIGRUPPO LEGHISTI CHE SPINGONO PER LA ROTTURA E SFRUCULIANO DI MAIO: ''VISTO CHE LA TAV È UN DELITTO, UNO SPRECO, UN REGALO A MACRON, CHE CI STANNO A FARE IN UN GOVERNO CHE LA REALIZZERÀ? SI SIMETTANO'' - MA I DUE VICEPREMIER NON VOGLIONO FAR CADERE TUTTO

TAV: LEGA, CHE CI FA M5S AL GOVERNO VISTO CHE SI FA?

 (ANSA) - "Se per i 5 Stelle la Tav è un delitto, uno spreco, un crimine, un regalo a Macron e al partito del cemento, che ci stanno a fare in un governo che la realizzerà? Se vogliono possono dimettersi, nessuno li obbliga". Lo dichiarano i capigruppo della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, in una nota.

 

 

IL MURO DI MORRA E DIBBA, VETERANI CHE SI SMARCANO

Luca De Carolis per ''il Fatto Quotidiano''

 

Il capo politico ha depositato quel pezzo di carta per salvarsi un pezzo di anima. Ha fretta di lasciare agli atti un ultimo no, burocratico quindi inutile. Ma la vecchia guardia a 5Stelle si muove, non vuole rassegnarsi alla resa finale sul Tav, quindi (ri) segna la distanza con i vertici. Con Nicola Morra che apre le ostilità su Facebook e Alessandro Di Battista che copia e incolla il post con tanto di commento: "La penso esattamente come lui".

di maio no tav

 

Insomma l' ex deputato si smarca di nuovo, perché assieme a Morra contesta la versione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla Torino-Lione, i numeri e i dati citati martedì dall' avvocato per giustificare il sì alla tratta.

 

"Non è scritto in nessun documento ufficiale che l' Unione Europea finanzierà non più il 40, bensì il 55 per cento dei previsti 9,6 miliardi di costo dell' opera" scrive il presidente dell' Antimafia. Per poi ricordare che "non è prevista alcuna penale per la rescissione dell' accordo".

 

Constatazioni che smentiscono innanzitutto Palazzo Chigi, ma che sono un pro-memoria anche per Luigi Di Maio, che pure continua a urlare il suo no "a un' opera inutile e dannosa". Tanto che nel sabato della manifestazione in Val di Susa annuncia di aver fatto depositare in Senato una mozione contro la Torino-Lione.

 

Però è proprio Di Maio ad aver delegato il dossier e quindi la decisione al premier, liberandosi dell' amaro calice. Quindi il voto a Palazzo Madama, sempre se si riusciranno a trovare tre ore nell' affollato calendario prima delle ferie, sarà un esercizio di stile, con il Movimento da solo a dire no. Tutto evidente, nel giorno in cui Morra recita una preghiera laica sulla pagina Facebook di Di Battista: "Alessandro, servi come il pane perché il Movimento non disperda la sua identità. Tutti siamo importanti, ma chi ha più talenti è chiamato a dare di più".

LUIGI DI MAIO E LA TAV

Più tardi con il Fatto lo stesso Morra ostenta cautela: "Sono contento che Alessandro abbia condiviso il post, però non parlate di asse o alleanza".

 

Ma il suo occhio critico emerge: "Alla votazione sulla piattaforma Rousseau sulle nuove regole hanno partecipato meno di 25mila iscritti: significa che stiamo perdendo attivisti ed entusiasmo, e questo dovrebbe indurre alla riflessione". E poco può cambiare il post del Movimento sulla mozione, dove viene ribadita la linea:

 

"Abbiamo già depositato il documento ufficiale col quale affermiamo che occorre escludere la prosecuzione delle attività connesse alla realizzazione dell' opera. È necessario avviare in Parlamento un percorso per la cessazione delle attività relative al progetto e un diverso uso delle risorse, da destinare ad opere alternative". Ma gli iscritti non si commuovono, e sotto il testo compare una selva di accuse: "Ci avete venduti".

nicola morra

 

Anche se dal M5S tirano dritto. Puntano il dito contro "l' asse tra Lega, Pd e Berlusconi" sulla Torino-Lione. E anche il post di Morra viene ufficialmente deglutito senza patemi: "Ha detto quanto sosteniamo noi, no al Tav". Nel pomeriggio lo stesso senatore, come a stemperare, rilancia un post di Di Maio dove il capo lo scrive in maiuscolo: "Non ci arrendiamo". E in questa stanca sciarada di post rilanciati, Conte deve sorbirsi smentite e prese di distanza. Ma da Palazzo Chigi si mostrano atarassici: "Va tutto come previsto". Così non resta che la mozione in Senato.

 

Venerdì Di Maio ha riunito i direttivi delle due Camere per ribadire che bisogna far votare a Palazzo Madama entro l' ultimo giorno utile, il 7 agosto, perché rimandare a settembre significherebbe prolungare l' agonia. Probabile che il Pd presenti una mozione a favore della Torino-Lione, mentre dal M5S ritengono (e sperano) che la Lega eviti di farlo. Di certo il Tav si riallaccia al tema del rimpasto, di cui Di Maio e Matteo Salvini hanno parlato a Palazzo Chigi giovedì. "Molti dei miei vogliono andare a votare, ma per me è sufficiente cambiare qualche ministro" ha detto il capo del Carroccio.

 

E il leader del Movimento ha risposto con critiche ai ministri leghisti Bussetti (Istruzione) e Centinaio (Agricoltura).

DI BATTISTA DI MAIO

 

Ma il responsabile delle Infrastrutture Danilo Toninelli resta in bilico, nonostante l' appoggio di Beppe Grillo. Di Maio vorrebbe sostituirlo con un altro 5Stelle: il capogruppo in Senato Stefano Patanuelli (ma spostarlo è rischioso) o il presidente della commissione Lavori pubblici di Palazzo Madama, Mauro Coltorti.

Tav. - Salvini Di Maio ToninelliGILET GIALLI DI MAIO DI BATTISTA TONINELLI GRILLINIdi maio di battista

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…