giorgia meloni matteo salvini viktor orban kaczynski

CHE VUOLE FARE SALVINI IN EUROPA? – CON LA CREAZIONE DI UN MAXI GRUPPO SOVRANISTA CON ORBAN E KACZYNSKI IL “CAPITONE" DA UN LATO PROVA A METTERE IN UN ANGOLO LA MELONI, PRESIDENTE DEI “CONSERVATORI E RIFORMISTI” DI CUI I POLACCHI DEL PIS SONO L’ARCHITRAVE. DALL’ALTRO, IL PROGETTO È UNA STRADA SOFT PER PRENDERE LE DISTANZE DAGLI EURO-APPESTATI, MARINE LE PEN E I TEDESCHI DI ESTREMA DESTRA DI AFD…

salvini orban

1 - DAGOREPORT

Come va letta la mossa di Salvini di creare un maxi gruppo sovranista con l'ungherese Orban e i polacchi di Kaczynsky? Da un lato, il "Capitone" prova a mettere in un angolo il gruppo dei Conservatori e Riformisti (Ecr) di cui Giorgia Meloni è presidente.

 

giorgia meloni saluta matteo salvini foto di bacco

Dall'altro, è una strada soft per prendere le distanze dal raggruppamento "Identità e Democrazia" che la Lega condivide con gli euro-appestati, Marine Le Pen e i tedeschi di Afd.

 

L'approdo del Carroccio nel Ppe, tanto agognato da Giorgetti, è stato rallentato dallo scetticismo del presidente del gruppo Manfred Weber che ha sentenziato: "Il nostro partito in Italia è Forza Italia e al momento non c'è niente di nuovo da discutere. Giudicheremo dai fatti, passo dopo passo, il nuovo atteggiamento di Salvini". Il gruppo "di transizione" con Orban può essere un tentativo di decantazione autopulente per ottenere, nel lungo periodo, il via libera dal Ppe…

giorgia meloni raffaele fitto carlo fidanza a varsavia con jaroslaw kaczynski e la delegazione del pis

 

2 - DERBY MELONI-SALVINI PER RECLUTARE ORBAN

Giorgio Gandola per “La Verità”

 

Porte girevoli in Europa, la destra del continente sta ridisegnando i propri orizzonti. Il mondo conservatore che non si riconosce nel Ppe e ritiene che la sovranità dei paesi membri debba avere dignità autonoma, oltre le ingerenze degli euroburocrati, è in marcia verso assetti nuovi, determinati dall'uscita di Viktor Orban dal partito popolare.

GIANCARLO GIORGETTI E MATTEO SALVINI

 

Il ritiro degli 11 parlamentari ungheresi di Fidesz ha fatto notizia e ha suscitato una domanda scontata: dove si accaseranno? La risposta non è così ovvia. Dopo la richiesta di una nuova sospensione da parte del Ppe, il leader magiaro in uscita potrebbe anche rimanere libero nelle praterie della Mitteleuropa, ma così facendo limiterebbe l'azione politica, i diritti e i privilegi dei suoi parlamentari.

 

Jaroslaw Kaczynski

La risposta riguarda da vicino anche le strategie internazionali di due dei partiti che compongono il centrodestra, Lega e Fratelli d'Italia. Oggi le case più vicine sono le loro: il partito dei Conservatori e Riformisti (Ecr) di cui Giorgia Meloni è presidente (unica donna leader di uno schieramento italiano ed europeo) e Identità e democrazia (Id) dove siedono i 29 eurodeputati della Lega.

 

Ma questa seconda magione sta stretta al premier ungherese e anche a Matteo Salvini, che dopo la svolta «eurovigile» si sta guardando intorno. L'ala più europeista del partito, rappresentata da Giancarlo Giorgetti, spinge per un ingresso del Ppe (magari proprio al posto della delegazione ungherese), ma per ora non sembrano esserci le condizioni. Il mese scorso il presidente Manfred Weber aveva detto: «Il nostro partito in Italia è Forza Italia e al momento non c'è niente di nuovo da discutere. Giudicheremo dai fatti, passo dopo passo, il nuovo atteggiamento di Salvini».

salvini orban

 

Lo stesso leader leghista non è convinto d'un salto carpiato nel Ppe e lo ha ribadito ieri in un'intervista su Facebook ad Annalisa Chirico. «L'ingresso nel Ppe non è all'ordine del giorno. Stiamo lavorando per creare un nuovo gruppo europeo, più forte, inclusivo, che coinvolga movimenti al governo in altri paesi, i polacchi e gli ungheresi. Serve qualcosa di nuovo, un certo tipo di Europa non è in grado di rispondere alle emergenze, dopo quanto visto anche per il caos dei vaccini».

MATTEO SALVINI CON MARINE LE PEN A PARIGI

 

È proprio l'Europa da riformare, il pachiderma poco reattivo che sta dando cattiva prova di sé nella gestione del piano vaccinale. Il fallimento negli approvvigionamenti, l'agilità e l'efficienza mostrate dalla Gran Bretagna più libera dopo la Brexit, lo scavalcamento di Austria e Danimarca nell'accordo con Israele, il clima da liberi tutti sono segnali concreti di quanto sia necessario un profondo rinnovamento a Bruxelles.

 

La mossa del premier ungherese sta creando un interessante effetto domino. Salvini punta a un nuovo gruppo con Orban e con i polacchi di Legge e Giustizia (Pis), il partito di Jaroslav Kaczinsky, storico alleato dell'ungherese per affinità socio-culturali (valori comuni, primato della famiglia, gestione dei flussi migratori) e visione politica nella delicata area danubiana.

matteo salvini annalisa chirico foto di bacco

 

«Sono in contatto con i polacchi e con altre realtà», ha detto il numero uno leghista. «Lunedì ho incontrato il console ungherese a Milano».C'è un problema: il Pis polacco attualmente è nel partito europeo guidato da Meloni ed è favorevole a far entrare Orban ma non la Lega, che diventerebbe immediatamente la delegazione più numerosa, candidata a deleghe di responsabilità.

 

MANFRED WEBER VIKTOR ORBAN

Così, i nuovi equilibri della destra europea passano da una partita molto italiana che vede Lega e Fratelli d'Italia come competitor. È vero che un rassemblement Conservatori e Riformisti con anche Fedesz e Lega avrebbe più di 100 parlamentari e una notevole forza politica, ma l'operazione di alta ingegneria appare tutt' altro che semplice. Giorgia Meloni è pronta ad accogliere Orban ma non deve avere fatto salti di gioia nel sapere che Salvini ha come obiettivo un nuovo gruppo con lui.

salvini orban

 

È possibile che il pontiere sia proprio il premier ungherese. Qualche giorno fa le ha scritto una lettera promettente: «Abbiamo bisogno di compagni di battaglia affidabili che abbiano una visione comune del mondo e diano risposte simili alle sfide dei nostri tempi, con valori cristiani e conservatori. Mi auguro che la collaborazione tra Fidesz e Fratelli d'Italia continui in futuro». Sarebbe proprio lui a spingere per far entrare «anche i nostri amici della Lega».

 

 E a lui è rivolta da Salvini una dichiarazione di «amicizia e vicinanza con il popolo ungherese», dopo il braccio di ferro con il Ppe merkeliano e la decisione di andarsene per anticipare l'espulsione, al culmine di dissidi insanabili e di richieste fuori dal tempo di patenti di democrazia a un governo democraticamente eletto.Il derby tutto italiano sarà lungo e combattuto.

 

MARION LE PEN MATTEO SALVINI VINCENZO SOFO

 Da una parte il nuovo gruppo darebbe una scarica elettrica a posizioni irrigidite dal tempo, dall'altra è impensabile che Meloni (presidente da cinque mesi di Ecr) si arrenda a rinunciare all'ingresso di Orban e contestualmente a perdere i polacchi. Per questo si lavora sotto traccia a un «tutto dentro». La sfida è destinata a rimanere a Bruxelles e a non avere conseguenze in Italia, dove le consonanze di valori rimangono predominanti negli equilibri del centrodestra di lotta e di governo. Anzi centro-destra. Parola che, come consiglia Silvio Berlusconi, «è sempre meglio scrivere con il trattino».

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