matteo salvini vladimir putin

CHI ''COMANDA'' GLI ITALIANI A MOSCA? - OLTRE A D'AMICO, AD ACCREDITARE CON IL GOVERNO RUSSO SAVOINI È STATO UN UOMO ENI DI ALTO LIVELLO E BASSISSIMO PROFILO COME ERNESTO FERLENGHI, PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA A MOSCA. MA PER IL TITOLO DI ITALIANO PIÙ IMPORTANTE A MOSCA SE LA DEVE VEDERE CON ANTONIO FALLICO, 72 ANNI DI CUI 40 IN RUSSIA - E' STATO POI TIRATO IN BALLO ANCHE IL CONSULENTE E AMICO PIÙ STRATEGICO DI GIORGETTI, OVVERO L'AVVOCATO DI VARESE ANDREA MASCETTI

Francesco Bonazzi per Alliance News

 

La guerra tra l'uomo di Eni e quello di Intesa Sanpaolo per diventare il primo lobbista italiano a Mosca, ma anche il derby Lega-M5S nel garantire l'alleato Usa al tempo del governo gialloverde. E le mosse, non certo casuali, dei grillini per avvicinarsi a Londra e alla sua business community in un momento in cui chi, come Giancarlo Giorgetti, s'era portato avanti sulla City, è in difficoltà o comunque distratto dalla corsa alla poltrona UE.

 

ernesto ferlenghi

Dietro al Russiagate si muovono pezzi di potere vero, come raramente si possono contemplare in azione, anche se dal punto di vista penale la storia non è affatto detto che decolli e, forse, addirittura è anche un po' gonfiata e copre l'ennesimo regolamento di conti tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

 

Se oggi "Repubblica" ha un titolo choccante in prima pagina ("Ricordare Mario Chiesa"), in cui fa un parallelo piuttosto ardito tra la nascita quasi casuale di Mani Pulite e questo scandalo dei presunti rubli da Mosca alla Lega di Matteo Salvini, da Palazzo Chigi ostentano tranquillità. Giuseppe Conte ha "scaricato" il suo vicepremier leghista già sabato sera con una nota che riletta oggi è illuminante.

 

antonio fallico

L'uomo chiave sembra essere Gianluca Savoini, classico brasseur d'affaires che si muove tra Cremlino e Lega con il sogno di intermediare forniture di gas e petrolio. Nella nota, si legge: "L'invito di Savoini al Forum (del 4 luglio a Villa Madama, a Roma, ndr) è stato sollecitato dal signor Claudio D'Amico, consigliere per le attività strategiche di rilievo del vicepresidente Salvini". D'Amico si è presentato soprattutto come presidente dell'Associazione Lombardia-Russia.

 

Ma non è soltanto quello. La presidenza del Consiglio non dice che oltre a D'Amico, ad accreditare con il governo Savoini è stato un uomo Eni di alto livello e bassissimo profilo come Ernesto Ferlenghi, 51 anni, presidente di Confindustria a Mosca. Ferlenghi gioca per sé, dicono fonti Eni, nel senso che ha l'ambizione non solo di essere l'uomo-chiave nel rapporto Putin-Salvini, ma anche l'italiano più potente a Mosca.

 

antonio fallico con lavrov

Ferlenghi ha davanti un grande futuro, ma al momento quella posizione è occupato dal "Professore", ovvero Antionio Fallico, siciliano di Bronte, 72 anni di cui 40 passati in Russia, presidente di Intesa Sanpaolo Russia e del centro studi Eurasia. Fallico è un cattolico vecchia maniera, grande amico del presidente onorario di Intesa, Giovanni Bazoli, in ottimi rapporti con Silvio Berlusconi e Vladimir Putin.

 

Ferlenghi è il simbolo di una nuova era che inizia, o stava iniziando, sulla direttrice dei grandi affari italorussi. Ma è anche la seconda volta in poco tempo che Eni compare, suo malgrado, in poco tempo, su due inchieste molto particolari. Tutto lo scandalo dei magistrati della procura di Roma, infatti, parte dall'ufficio legale di Eni, e da un avvocato esterno, Pietro Amara, accusati dai pm di Milano di depistaggio sulle inchieste africane che riguardano il ceo Cladio Descalzi. Inchieste di fronte alle quali Salvini, mesi fa, ha fatto uno strano endorsement "preventivo" a favore di Descalzi.

 

andrea mascetti

"In qualunque altro paese d'Europa si starebbe parlando del caso Eni-Procura di Milano, e delle inchieste sui suoi vertici", rileva con una certa amarezza un magistrato, "in Italia invece siamo concentrati da giorni sul fatto che al Csm fanno le nomine al ristorante, non esattamente una notizia".

 

Sul Russiagate, va detto, al momento il coinvolgimento di Eni è prossimo allo zero, Ferlenghi a parte. Penalmente, la procura di Milano sta sentendo tutti i mediatori tra Lega e amministrazione Putin, ma Salvini ha già scaricato Savoini e si è detto "tranquillo".

 

E' stato poi tirato in ballo anche il consulente e amico più strategico di Giancarlo Giorgetti, ovvero l'avvocato di Varese Andrea Mascetti, il leghista più alto in grado nel mondo Cariplo e attivo anche lui su Mosca.

 

SAVOINI D AMICO

Ma Mascetti, a "Repubblica", ha detto di non conoscere nessuno dei personaggi coinvolti e del resto è più che altro noto come animatore culturale. Per esempio, nei mesi scorsi, è stato lui a portare a Varese il suo amico Eduard Limonov, politico, avventuriero e soprattutto grandissimo scrittore, per il quale questo Russia-Lega gate è un gigantesco "falso".

 

Ma che alcuni giornali abbiano tirato in ballo, senza appiglio giudiziario, uno come Mascetti, notoriamente non solo amico di Giorgetti ma arci-nemico di Roberto Maroni, in casa Lega significa molto.

 

salvini savoini

Sono infatti molti, nel Carroccio di stretta osservanza Fontana-Giorgetti-Salvini, a credere che Maroni stia lavorando a un nuovo soggetto politico alternativo alla Lega e non lontano dalle ceneri del berlusconismo. E il nome di Maroni incute anche un certo timore, perché è stato ministro degli Interni, conosce gli apparati dello Stato meglio di tutti gli altri leghisti e si è dimesso da presidente della regione Lombardia senza aver mai spiegato davvero questa sua scelta improvvisa.

 

Tornando a Eni, in primavera il governo dovrà decidere se cambiare Descalzi o confermarlo. E la Lega sarà importante. Vedere all'opera personaggi come Amara e Ferlenghi, pur assai diversi tra loro, induce a qualche preoccupazione sul livello di opacità al quale si sta giocando questa partita.

 

Dal canto loro, i 5 Stelle esigono chiarimenti in Aula, ma senza troppa convinzione. "A oggi, dalle carte non sembra che la Lega sia davvero nei guai, almeno non come con i famosi EUR49 milioni che deve restituire allo Stato", dice un grillino di peso. Ma i 5 Stelle sono in ottimi rapporti con gli Stati Uniti e si avvantaggiano di questi scandali del Carroccio, che con la Casa Bianca può schierare solo il sottosegretario agli Esteri, Giancarlo Picchi, sovranista convinto.

 

HOTEL METROPOL MOSCA 1

E' sicuramente un caso, ma l'attività di autoaccreditamento con le cancellerie estere del M5S sta accelerando. Domani voleranno a Londra, per incontrare i grossi investitori della City, Stefano Buffagni ed Emilio Carelli. Buffagni, in particolare, è un giovane commercialista lombardo che si da molto da fare e che ha spesso in mano il pallino delle nomine per conto dei grillini. Perchèp alla fine il tema è sempre lo stesso: conta capire chi, in primavera, farà le nomine in tutte le grandi partecipate pubbliche.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...