berlusconi salvini

A CHI ANDRANNO LE SPOGLIE DI FORZA ITALIA? - BELPIETRO: "SI DICE CHE BERLUSCONI ABBIA L'IDEA DI UNIRE LEGA E FORZA ITALIA IN UN NUOVO CONTENITORE DI CUI SALVINI FACCIA IL SEGRETARIO E LUI IL PRESIDENTE. IL CAPO DEL CARROCCIO NON SOFFRIREBBE PIÙ LA MINACCIA DEL SORPASSO DI GIORGIA MELONI E IL CAV NON CORREREBBE IL RISCHIO DI VEDERSI SFILARE GLI ONOREVOLI. UN PARTITO UNICO CHE POTREBBE CANDIDARSI A ESSERE IL PARTITO DI MARIO DRAGHI, IN ITALIA E IN EUROPA. E BERLUSCONI PORTEREBBE IN DOTE ANCHE L'INGRESSO DEL NUOVO GRUPPO NEL PPE. IL NOME? ANCORA NON C'È, MA POTREBBE ESSERE SALVA ITALIA"

Maurizio Belpietro per "la Verità"

 

silvio berlusconi con matteo salvini

Silvio Berlusconi accarezza l'idea di un nuovo predellino. Sì, gli piacerebbe scompaginare i giochi, come fece il 18 di novembre del 2007. A quell' epoca, tutti lo davano per spacciato, soprattutto i suoi alleati Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini, i quali intendevano togliergli lo scettro del centrodestra.

 

Per 24.000 voti gli era sfuggita la vittoria contro Romano Prodi e, un anno dopo le elezioni, anche la spallata per rispedire anticipatamente a casa il leader dell' Ulivo. Dunque, il capo di An e quello dell' Udc gli presentarono il conto, che poi consisteva in una specie di commissariamento. Fine dell' uomo solo al comando, basta con le operazioni di arruolamento di parlamentari dei rispettivi partiti, stop alla sua candidatura automatica a presidente del Consiglio: in pratica, un' abdicazione.

BERLUSCONI E FINI

 

Che fosse arrivato il momento di prendere in contropiede gli amici-nemici, Berlusconi lo capì dopo aver ascoltato le requisitorie contro di lui dei colonnelli di Fini riuniti ad Assisi. Gli interventi più applauditi al convegno di Destra protagonista, la componente moderata di An di cui faceva parte tra gli altri Italo Bocchino, furono quelli più critici contro di lui.

Dunque, ascoltato il tono dei discorsi pronunciati nel teatro della città umbra, nel pomeriggio il Cavaliere prese la macchina e raggiunta San Babila, nel cuore di Milano, improvvisò un comizio, con cui lanciò l'idea del partito unico.

 

BERLUSCONI E FINI

Fu una sfida a Casini, ma soprattutto a Fini, il quale reagì mostrando tutta l'acredine che da tempo coltivava, parlando di «comiche finali». E, rispondendo al Cavaliere che si era scagliato contro i «parrucconi della politica», disse che il fondatore di Forza Italia di parrucchini se ne intendeva. Sì, i miracolati di Berlusconi, quelli che senza la sua discesa in campo sarebbero finiti ai margini lasciando il Paese in mano alla sinistra, all'improvviso dimostravano di volersi liberare in fretta dell'ingombrante padre del centrodestra.

 

berlusconi salvini renzi

Come sia finita è noto: Forza Italia si trasformò nel Popolo delle Libertà, Casini se ne andò per la propria strada, iniziando un percorso che lo ha portato a candidarsi alle ultime elezioni con il Pd, e Fini, dopo aver giurato che mai sarebbe entrato nel nuovo partito di Berlusconi, all'improvviso fece marcia indietro quando capì che il Cavaliere gli avrebbe svuotato mezzo partito. Sì, con un colpo di scena, l'uomo che già da 13 anni era il protagonista dello schieramento moderato, ribaltò la situazione e in pochi mesi, grazie a nuove elezioni, tornò alla guida del Paese per la terza volta.

pierferdinando casini silvio berlusconi funerali di paolo bonaiuti 23

 

Certo il 2007 è lontano, Forza Italia non è in ottima forma e lo stesso si può dire del suo fondatore, che a causa dei postumi del Covid trascorre spesso periodi di cura in ospedale. Tuttavia Berlusconi è Berlusconi, un Ercolino sempre in piedi, uno che quando pensi di averlo mandato al tappeto te lo ritrovi davanti, pronto per un altro round. A lui si attaglia alla perfezione il soprannome che Indro Montanelli diede ad Amintore Fanfani: Rieccolo.

 

BERLUSCONI MELONI SALVINI

Il suo è un eterno ritorno, che va avanti da quasi trent' anni. Certo, oggi il suo partito è a meno dell'8 per cento e non c'è leader politico di destra e di sinistra che non speri di mettere le mani sul tesoretto di voti che il Cavaliere custodisce. Matteo Renzi sogna di ereditare un pezzo di partito per irrobustire la sua Italia più morta che Viva. Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, coltiva l'idea di essere a sua volta unto dal Signore e di passare dalle calli della laguna alle piazze della città eterna e dunque ha fondato un movimento che copia quello ideato nel 1994 da Berlusconi: Coraggio Italia.

 

matteo salvini silvio berlusconi

Insomma, la lista di pretendenti al trono è lunga e nei prossimi mesi altri aspiranti potrebbero aggiungersi. Tuttavia, se c'è una cosa che abbiamo imparato negli anni è che il Cavaliere dà il meglio di sé quando è messo all'angolo, quando cioè sembra non avere vie d' uscita. Ricordate il periodo in cui fu cacciato dal Parlamento? Dopo pochi mesi rientrò dalla porta di servizio col patto del Nazareno, tornando a contare come prima, forse più di prima. E adesso, con Mario Draghi, qualche parolina ancora può dirla.

 

berlusconi salvini

Sì, Berlusconi ha 84 anni e molti acciacchi, in tanti gli hanno voltato le spalle e a volte sembra distaccato da ciò che succede a Roma e dentro il suo stesso partito. Ma è sempre Berlusconi e da lui c'è da attendersi qualche colpo a sorpresa. Così, si dice che negli ultimi tempi sogni un nuovo predellino che lo rimetta al centro dei giochi. Non un comizio in piazza e nemmeno un rientro in scena con un ruolo operativo.

 

L'idea sarebbe la seguente: unire Lega e Forza Italia in un nuovo contenitore di cui Salvini faccia il segretario e lui il presidente. Entrambi ne trarrebbero vantaggio. Il capo del Carroccio non soffrirebbe più la minaccia del sorpasso di Giorgia Meloni e il Cavaliere non correrebbe il rischio di vedersi sfilare gli onorevoli che temono di non essere ricandidati: invece di lasciare che siano gli altri a passare con Salvini, passerebbe lui con tutto il blocco dei suoi parlamentari. Ma un partito unico funzionerebbe?

salvini berlusconi

 

Forse sì, perché potrebbe candidarsi a essere il partito di Mario Draghi, in Italia e in Europa. E Berlusconi porterebbe in dote anche l'ingresso del nuovo gruppo nel Ppe, consacrandosi come il padre nobile dei moderati. Il nome? Ancora non c'è, ma potrebbe essere Salva Italia, che ridotto a una sigla suonerebbe come un Si e i militanti si farebbero chiamare salvatori dell'Italia. Fantasie di un leader stanco e tradito? Può essere. Ma con il Cav, mai dire mai.

Ultimi Dagoreport

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…