papa francesco bergoglio

CHI, DOPO PAPA FRANCESCO? (TRANQUILLI, SCEGLIERA' BERGOGLIO) – DON FILIPPO DI GIACOMO: “DURANTE IL SUO INCONTRO CON I VESCOVI ITALIANI, IL PONTEFICE HA INVECE AVUTO PAROLE DI ELOGIO PER IL CARDINALE PIETRO PAROLIN, SUO SEGRETARIO DI STATO. IN AMBITO GERMANICO, I CAPI DELLE CHIESE CREDONO CHE LA PERSONA IN GRADO DI RIPORTARE ORDINE IN UNA SANTA SEDE VATICANIZZATA OLTRE IL RIDICOLO, COME STA DIMOSTRANDO IL COSIDDETTO PROCESSO BECCIU, POTREBBE ESSERE IL CARDINALE PRIMATE DI UNGHERIA PÉTER ERDO MA NON È DETTO CHE QUESTA SIA L'OPZIONE PREFERITA DA FRANCESCO. IN UN FUTURO CONCLAVE, GLI ELETTORI DA LUI NOMINATI SONO GIÀ 83 SU 120. I SUOI CARDINALI VORRANNO UNO DI LORO, MAGARI UN ASIATICO…”  

il papa udienza settimanale in vaticano

Filippo Di Giacomo per “il Venerdì – la Repubblica”

 

Domenica 4 luglio 2021, dopo la recita dell'Angelus, nel primo pomeriggio papa Francesco viene ricoverato al Policlinico Gemelli. Dopo qualche ora, la sala stampa vaticana comunica che il pontefice deve «essere sottoposto a un intervento chirurgico "programmato" per stenosi diverticolare sintomatica del colon». Era una balla. A rivelarlo è stato lo stesso Francesco quando ha raccontato, ad abundantiam, che fu uno degli infermieri che lavorano alla guardia medica dell'Apsa (il servizio sanitario vaticano) a dirgli di farsi ricoverare perché la cura antibiotica ordinatagli dal suo medico non lo avrebbe portato verso nessuna guarigione.

 

DON FILIPPO DI GIACOMO

Francesco ne è sicuro: «Un infermiere mi ha salvato la vita». Ed è stato sempre lui, in un'intervista fiume alla radio cattolica spagnola Cope, a narrare che l'intervento (prima tentato per via endoscopica e poi a cielo aperto) lo ha lasciato con 33 centimetri di intestino in meno. Quando parlava con l'emittente spagnola, il 2 settembre, il Papa era pienamente consapevole (e sono parole sue) che «ogni volta che si parla di malattia, prende a circolare impropriamente un'aria di conclave».

 

pietro parolin bergoglio

Ci sghignazzava nel settembre dell'anno scorso, quando in Vaticano lo davano stomizzato (c'è anche chi si chiede a cosa sia dovuta la fretta che, allo scadere delle due ore, lo fa allontanare rapido dalle udienze pubbliche). Ci sghignazza ancora adesso quando, sempre tra le sacre mura, soffia un vento insistente che lo vorrebbe afflitto da un carcinoma alle ossa. In questi dieci anni, dopo la sua elezione, spesso si è parlato (come al solito, la verità la diceva Francesco e non il dicastero della comunicazione) di una forma acuta di sciatalgia che ciclicamente si riacutizzava impedendogli la deambulazione e la genuflessione.

 

il papa si fa aiutare ad alzarsi

I giornali spagnoli parlano di un incidente domestico (di cui non si è avuto notizia) occorsogli qualche mese fa e che gli avrebbe causato uno "stiramento" dei legamenti del ginocchio destro.

 

E sarebbe questa la causa che lo costringe a muoversi su una sedia a rotelle. I comunicati ufficiali parlano invece di una gonartrosi, l'artrosi del ginocchio, patologia molto diffusa in età avanzata. E se la consueta sincerità del Papa fa testo anche in questo caso, sarebbe questa la causa del suo soffrire: lo ha ripetuto il 23 maggio ai vescovi italiani riuniti in assemblea.

 

Ha anche precisato che i medici vorrebbero risolvere il problema con una protesi, intervento che lui rifiuta perché non intenzionato a subire le "pesantezze" causategli dall'anestesia generale dell'anno scorso: «I medici mi rassicurano ma io non voglio. Piuttosto che operarmi, mi dimetto. D'altronde, io governo la Chiesa con la testa mica con le gambe. Lo posso fare anche su una sedia a rotelle».

 

Francesco e i vescovi hanno riso ma pare che siano stati gli unici a comprendere la battuta visto che il Clarìn, il Washington Post, Le Figaro e altri media stranieri hanno tutti pensato ad un imminente fine pontificato. E questo negli stessi giorni in cui l'interessato, parlando con alcuni seminaristi messicani, aggiungeva: «La mia gamba? Avrebbe bisogno di un po' di tequila».

 

il papa udienza settimanale in vaticano 2

MANIERE FORTI

Per sospettare, a ragione, che si tratti di dimissioni molto, molto ipotetiche basta analizzare le nomine cardinalizie annunciate lo scorso 29 maggio. Sono 21 nuovi porporati di cui 16 elettori. Con loro, il numero degli eventuali partecipanti al conclave che dovrà eleggere il successore del Papa sale a 132. Il numero massimo previsto da Paolo VI, e sempre confermato dai suoi successori, è stato di 120. Per smaltire i 12 "eccedenti", che saranno esclusi dal conclave al raggiungimento dell'ottantesimo anno di età, occorrerà attendere fino al settembre 2023.

il card peter erdo

 

Quindi, si suppone che coloro che desiderano ardentemente che Francesco esca di scena dovranno armarsi di abbondante pazienza. Virtù che Bergoglio sembra avere soprattutto quando pensa alla sua successione. A chi lo accusa di stare rivoluzionando troppo la Chiesa con l'introduzione di riforme e altre novità, generalmente tanto muscolari quanto improvvisate (pure scritte con una caterva di errori di ogni tipo che nessuno ha il coraggio di correggere: basta leggere la gazzetta ufficiale della Chiesa, gli Acta Apostolicae Sedis online) lui risponde di non avere «inventato nulla. Io ho fatto e farò solo quello che hanno detto i cardinali del Conclave. Non c'è nulla di inventato da me».

 

il papa si fa aiutare ad alzarsi 3

Oscar Maradiaga, un cardinale molto chiacchierone, con la fama di grande elettore di Bergoglio e suo consigliere fidato, dopo il conclave del 2013 riassumeva il volere dei cardinali partecipanti al conclave, dopo la ignobile serie di tradimenti che hanno portato alle dimissioni di Benedetto XVI, con la frase «basta con gli italiani».

PETER ERDO ARCIVESCOVO DI BUDAPEST jpeg

 

Tuttavia, questo non vuol dire che il management della Chiesa, e la sua riforma, dovevano passare per la lunga e improponibile serie di personaggi che hanno allietato le cronache e intristito le tentate riforme di papa Francesco, sia a livello centrale sia a livello diocesano. Un malessere diffuso nelle Chiese di tutto l'Occidente, dove quelle che, almeno per qualcuno, sembrano "intemperanze" papali vengono inflitte a cardinali, vescovi, preti, associazioni e movimenti con motivazioni difficilmente comprensibili per chi ne è bersaglio.

 

OSCAR RODRIGUEZ MARADIAGA

CI VUOLE CALMA

Durante il suo incontro con i vescovi italiani, il Pontefice ha invece avuto parole di elogio per il cardinale Pietro Parolin, suo segretario di Stato. Anche i più cauti interpreti dell'ecclesiastichese sono convinti che lo abbia indicato come qualcuno capace di rimettere pace in una situazione tutt' altro che pacificata. Scegliete uno come lui: preparato, con uno sguardo internazionale, saggio e mite.

 

Soprattutto in ambito germanico, i capi delle Chiese credono che la persona in grado di riportare ordine in una Santa Sede vaticanizzata oltre il ridicolo, come sta dimostrando il cosiddetto processo Becciu, potrebbe essere il cardinale primate di Ungheria Péter Erdo: un giurista, allievo di Gabrio Lombardi, molto apprezzato in patria e nelle Chiese europee, pastore dinamico e intelligente.

 

il papa udienza settimanale in vaticano 3

A novembre, è stato pubblicato anche in Italia il suo libro-manifesto, Il diritto canonico tra salvezza e realtà sociale, dove affronta i punti dolenti attribuiti al pontificato bergogliano, dalla gerarchia della Chiesa alle questioni liturgiche, dai fondamenti del diritto canonico al diritto processuale. Tuttavia, non è detto che questa sia l'opzione preferita da Francesco. In un futuro conclave, gli elettori da lui nominati sono già 83 su 120. Quando verrà il momento, saranno probabilmente di più.

 

Sin da ora, i suoi cardinali rendono "pesante" la forza elettorale del global south della Chiesa cattolica. Vorranno uno di loro, magari un asiatico, come pare stia proponendo il solito cardinale Maradiaga (anche se a dicembre compie 80 anni e in teoria fare il pope maker non sarà più affar suo) oppure si fideranno di qualche europeo, magari italiano, magari di Sant' Egidio, aperto al dialogo e alle culture. E, soprattutto, di buon carattere e ottima educazione? c i problemi di salute, i contrasti, le riforme (fatte e mancate). mentre si rincorrono le voci di dimissioni, il papa disegna la chiesa che verrà. proprio a partire dal suo successore voci , in vaticano e fuori, dicono che sia gravemente malato: ma lui ne ride.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...