elisabetta belloni luigi di maio giuseppe conte gennaro vecchione

CHI HA CHIAMATO PER PRIMO ELISABETTA BELLONI? – LA CAPA DEI SERVIZI ERA STATA INFORMATA DELLA CANDIDATURA: A PALAZZO CHIGI SI CERCA DI CAPIRE CHI L’HA SUGGERITA, CHI L’APPOGGIAVA O CHI L’ABBIA VOLUTA BRUCIARE. LA QUESTIONE NON È SOLTANTO POLITICA E IL PRIMO INDIZIATO È CONTE (LA BELLONI È STATA INVIATA AL DIS PER RIMETTERE IN SESTO IL DIPARTIMENTO DOPO VECCHIONE) - INTANTO OGGI LA DIRETTRICE DEL DIS E DI MAIO SI SONO CHIARITI A PRANZO…

LUIGI DI MAIO E ELISABETTA BELLONI A PRANZO

1 - FEMMINICIDIO POLITICO – DAGO: IN QUALUNQUE ALTRO PAESE CIVILE E INCIVILE LE DUE ELISABETTE, CASELLATI E BELLONI, AVREBBERO RASSEGNATO LE DIMISSIONI UN MINUTO DOPO LA TROMBATURA DELLA LORO VANITA’ - LA SECONDA CARICA DELLO STATO E IL CAPO DEI SERVIZI SEGRETI CHE NON BLOCCANO SUL NASCERE, FERMAMENTE E GARBATAMENTE, I GIOCHINI SUL LORO NOME, CHE NON SENTONO IMMEDIATAMENTE L’ESIGENZA DI DICHIARARE IL LORO ‘’NON POSSUMUS’’, SONO QUASI PEGGIO DI QUESTI POLITICI SCAPPATI DAL MANICOMIO CHE “USANO LE DONNE COME FIGURINE PER IL COLLE: UN ATTO DI UN’IRRESPONSABILITÀ, DI UNA CIALTRONAGGINE SENZA PRECEDENTI” (GIANNINI)

SERGIO MATTARELLA MARIO DRAGHI MEME

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/femminicidio-politico-ndash-dago-qualunque-altro-paese-civile-297935.htm

 

2 - QUIRINALE, PRANZO DI MAIO-BELLONI. IL MINISTRO DEGLI ESTERI STOPPA I VELENI SULLA DIRETTRICE DEL DIS

Simone Canettieri per www.ilfoglio.it

 

Un pranzo per chiarirsi. Hanno scelto un ristorante nel centro di Roma, 'Luciano Cucina Italiana', il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e la direttrice del DIS Elisabetta Belloni. Un faccia a faccia dopo la stressante settimana qurinalizia.

 

Nei giorni che hanno preceduto la rielezione di Sergio Mattarella al Colle, il nome di Elisabetta Belloni era entrato in gioco come "quirinabile". Erano stati infatti il segretario della Lega Matteo Salvini e il presidente M5S Giuseppe Conte ad alludere alla capa dei Servizi, annunciando una presunta quadra su un alto profilo femminile dopo una delle riunioni tra le forze dell'attuale maggioranza sui nomi da proporre per la presidenza della Repubblica.

mattarella e mario draghi al quirinale

 

Ma, come chiarito dal segretario dem Enrico Letta in un'intervista con Lucia Annunziata, in quel momento non esisteva alcun accordo con il Pd sul nome di Belloni. Subito dopo, vari esponenti e partiti politici si erano affrettati a sbarrare la strada alla candidatura: da Marcucci del Pd a Ronzulli di Forza Italia, passando da Matteo Renzi, LeU e Coraggio Italia. Anche il garante del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo era intervenuto con un tweet: "Benvenuta Signora Italia, ti aspettavamo da tempo. #ElisabettaBelloni".

BELLONI SORRIDE A DI MAIO

 

A tarda serata, quando il nome di Elisabetta Belloni era stato ormai "bruciato", era arrivata la dichiarazione del ministro Di Maio: "Trovo indecoroso – le parole del titolare della Farnesina – che sia stato buttato in pasto al dibattito pubblico un alto profilo come quello di Elisabetta Belloni. Senza un accordo condiviso.

 

Lo avevo detto ieri: prima di bruciare nomi bisognava trovare l'accordo della maggioranza di governo. Tutto ciò, inoltre, dopo che oggi è stata esposta la seconda carica dello Stato. Così non va bene, non è il metodo giusto".

 

Su questa candidatura si era consumato lo scontro tra Conte e Di Maio. E per spiegare la sua versione dei fatti, il ministro degli Esteri ha incontrato oggi Belloni, con la quale ha lavorato alla Farnesina per due anni.

enrico letta mezzora in piu

 

3- È CACCIA AI PONTIERI DELLA BELLONI          

Claudio Antonelli per "la Verità"

 

Ospite di Mezz' ora in più, la trasmissione di Lucia Annunziata, il giornalista Paolo Mieli si rivolge a Enrico Letta e chiede lumi sulla candidatura di Elisabetta Belloni, attuale capo del Dis, il dipartimento delle informazioni per la sicurezza.

 

Il segretario del Pd si limita a dire che il nome era già uscito sui giornali e che lui non avrebbe visto particolari motivi ostativi. Al di là dell'imbarazzo, Letta non avrebbe potuto rispondere diversamente. Il nome sostenuto per primo da Giuseppe Conte è condiviso dallo stesso Letta con Matteo Salvini.

 

ELISABETTA BELLONI LUIGI DI MAIO

Negare avrebbe esposto il segretario Pd a rischio di drammatiche smentite, al tempo stesso non poteva ammettere di essere stato stoppato nel tentativo di avallare il capo del Dis dalla filiera del suo partito che fa capo a Lorenzo Guerini e ad altri rappresentanti più democristiani. I quali non hanno gradito l'ardita operazione di esporre una figura di tale livello a un percorso eccessivamente politico.

 

E qui non è il tema dei segreti che ella porta con sé. Gli stessi dossier riservati sono anche sul tavolo di Draghi, a cui fa riferimento l'intera filiera dell'intelligence. Il tema è molto più ampio dal punto di vista istituzionale (come avrebbe preso Draghi la candidatura) e da quello dell'opportunità (portare Belloni in Aula e non votarla avrebbe imposto una serie di reazioni a catena). Per questi motivi, adesso che è passata la buriana, dalle parti di Palazzo Chigi in più di uno vuole vederci chiaro.

giuseppe conte gennaro vecchione

 

Chi per primo ha chiamato Elisabetta Belloni informandola di essere diventata una papabile per il Colle? A differenza di quanto ha fatto capire Letta è chiaro che la direttrice del Dis sia stata informata.

 

Alla Verità non è noto che cosa abbia risposto. Certo, il suo silenzio e il fatto di non aver fatto trapelare nulla ha creato più di un'eco dentro i palazzi. Al tempo stesso, si cerca di capire chi siano stati i pontieri soprattutto nel caso più probabile qualcuno l'abbia voluta bruciare dal punto di vista istituzionale.

 

marco mancini e matteo renzi

Il primo indiziato è Giuseppe Conte. Belloni è stata inviata al Dis per sistemare l'eredità del Conte bis e di Gennaro Vecchione. Il quale ha ancora più di una figura di riferimento dentro il Dis. Al tempo stesso ci sono numerosi ex vertici che non vedono di buon occhio l'attività di riordino avviato dalla diplomatica. Va infatti sottolineato che le operazioni di trasparenza e riorganizzazione sono anche transitate dal Copasir e prima o poi diventeranno pubbliche.

 

Per il momento restano segrete, il che restringe la cerchia a poche persone. In molti hanno letto il fuoco di sbarramento di Matteo Renzi per questi motivi. E non ci riferiamo certo alla vicenda di Marco Mancini e dell'autogrill, bensì a relazioni decisamente più internazionali. Attenzione. Le osservazioni di natura istituzionale avanzate dal senatore di Scandicci sono più che condivisibili. Infatti la vicenda candidatura va scomposta su diversi piani. Uno prettamente politico e uno di mosse personali.

giuseppe conte gennaro vecchione

 

Nel primo caso si dibatterà a lungo se sia il caso di intervenire per evitare altre situazioni simili, come ha suggerito il pd Enrico Borghi, spingendo per una norma specifica. Oppure, come ha spiegato ieri Adolfo Urso, presidente del Comitato, a Formiche.net non esistono interventi del Copasir che possano escludere diritti previsti dalla Costituzione (ciascun italiano over 50 può essere candidato).

 

luigi di maio elisabetta belloni

Sull'altro piano, quello non politico, il tema è delicato. Se si scoprisse che a suggerire a Conte il nome della Belloni fosse stato qualcuno al di fuori dei partiti sarebbe grave. Se fosse stato qualche appartenente allo schieramento politico esterno ai 5 stelle ma con strane mediazioni sarebbe altrettanto grave.

 

Ricordiamo che Conte ancora deve spiegare molte cose sui tentativi di trovare la maggioranza per il Conte ter, magari con l'uso di esponenti dei servizi.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?