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LA CHIESA STA COI MIGRANTI - PAPA FRANCESCO CELEBRA UNA MESSA A SAN PIETRO: ''LORO OGGI SONO IL SIMBOLO DI TUTTI GLI SCARTATI DELLA SOCIETÀ GLOBALIZZATA'' - ''MI SONO SENTITA AMATA E ABBRACCIATA COME MAI PRIMA D'ORA'' DICE ALLA FINE DELLA FUNZIONE UNA DONNA OSPITATA AL CENTRO ASTALLI, STORICO PRESIDIO DI ACCOGLIENZA CURATO DAI GESUITI

 

Paolo Rodari per ''la Repubblica''

 

Gli abiti liturgici verdi, del tempo ordinario, il colore della speranza. A fianco, i membri del coro vestiti di nero, a ricordare il dolore e le tante vite che non ci sono più. Sei anni dopo il suo primo viaggio oltre le mura leonine, nella Lampedusa cuore del Mediterraneo che soffre, Francesco fa chiudere la basilica vaticana, e all'Altare della Cattedra, con circa 250 fra migranti, rifugiati e operatori del settore, celebra una messa per non dimenticare. E, insieme, per lanciare un segnale: la Chiesa sta dalla parte degli ultimi. Non a caso, al termine della liturgia, si ferma e saluta uno a uno i presenti, accarezzando le teste dei bambini, ascoltando pianti e speranze delle madri miracolosamente approdate sulle nostre spiagge.

 

PAPA BERGOGLIO CON I MIGRANTI

Molte cose sono cambiate dal 2013. Il Mediterraneo continua a essere la tomba di tante esistenze fuggite da guerre e sofferenze, la politica italiana a tratti regredisce alzando mura e incitando all'odio. Ne è consapevole Francesco che nella breve omelia ricorda a tutti che "i migranti sono persone". "Non si tratta solo di questioni sociali o migratorie!", spiega. E ancora: "I migranti oggi sono il simbolo di tutti gli scartati della società globalizzata". "Mi sono sentita amata e abbracciata come mai prima d'ora", dice non a caso al termine della liturgia Matondo, una donna congolese che oggi abita in una comunità di ospitalità del Centro Astalli.

 

PAPA FRANCESCO MESSA PER I MIGRANTI

Molti sovranisti citano Giovanni Paolo II dipingendolo, a sproposito, come vescovo di Roma che, difendendo le radici cristiane dell'Europa, ha chiuso all'arrivo di fedeli di altre religioni. Non così Bergoglio che, piuttosto, ricorda parole eloquenti del Papa polacco: "I poveri, nelle molteplici dimensioni della povertà, sono gli oppressi, gli emarginati, gli anziani, gli ammalati, i piccoli, quanti vengono considerati e trattati come "ultimi" nella società". "Il mio pensiero - fa eco Francesco - va agli "ultimi" che ogni giorno gridano al Signore, chiedendo di essere liberati dai mali che li affliggono". Chi sono? Si tratta degli "ingannati e abbandonati a morire nel deserto", dei "torturati, abusati e violentati nei campi di detenzione", di coloro "che sfidano le onde di un mare impietoso", degli "ultimi lasciati in campi di un'accoglienza troppo lunga per essere chiamata temporanea".

 

IL SELFIE DI UN MIGRANTE CON PAPA BERGOGLIO

Come a Lampedusa, Bergoglio procede con contrizione. Non devia dal testo ufficiale. Parla delle periferie della nostra società "densamente popolate di persone scartate, emarginate, oppresse, discriminate, abusate, sfruttate, abbandonate, povere e sofferenti". E ricorda come "i più deboli e vulnerabili devono essere aiutati". Il Papa che l'altro ieri all'Angelus ha chiesto di aprire i corridoi umanitari per salvare più persone possibile, spiega che "si tratta di una grande responsabilità, dalla quale nessuno si può esimere". E ringrazia quei migranti che, giunti in tempi più recenti, stanno aiutando i nuovi arrivati: "Voglio ringraziarvi per questo bellissimo segno di umanità, gratitudine e solidarietà".

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