giancarlo giorgetti vittorio colao intel

CHIP E CIOP - IL GOVERNO PROVA A SALVARE IL SALVABILE SULLA PARTITA DEGLI INVESTIMENTI IN ITALIA DI INTEL: SULLO SFONDO C’È LO SCAZZO TRA COLAO E GIORGETTI. IL LEGHISTA È INCAZZATO PERCHÉ L’ITALIA RACCOGLIE LE BRICIOLE, 4,5 MILIARDI SU 80 TOTALI IN EUROPA. L’EX AD DI VODAFONE INVECE È SODDISFATTO PERCHÉ PENSA CHE DI PIÙ NON SI POTEVA FARE - COSA RIMANE? UN IMPIANTO DI PRODUZIONE BACK-END E PACKAGING DEI MICROCHIP. SONO GIÀ STATI INDIVIDUATI CINQUE SITI, MA L’ESITO DEL NEGOZIATO CON GLI AMERICANI NON È SCONTATO…

1 - TRATTATIVA IN ESCLUSIVA E 5 SITI CANDIDATI. L'ITALIA PROVA A SALVARE I MILIARDI DI INTEL 

Gabriele De Stefani per “la Stampa”

intel 3

 

Una trattativa in esclusiva e cinque siti individuati per quello che sarebbe il più importante investimento estero in nuove tecnologie in Italia. Così il ministero per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale sta cercando di portare nel nostro Paese i 4,5 miliardi di euro (e i 3.500 posti di lavoro) con cui Intel costruirà un impianto di produzione back-end e packaging lungo la catena, preziosissima sul piano economico e strategico, dei microchip.

giancarlo giorgetti foto di bacco (4)

 

La partita è aperta e la certezza di vincerla non c'è, anzi. Ci si giocherà tutto nei prossimi due mesi. E il governo si siede al tavolo della trattativa con qualche divisione interna tra i ministri Vittorio Colao e Giancarlo Giorgetti.

 

La fotografia del titolare dello Sviluppo Economico, amareggiato perché vede un'Italia nelle retrovie nella corsa ad accaparrarsi gli 80 miliardi del colosso americano, trovano conferma nella lettura del ministero dell'Innovazione: il negoziato è difficile e l'esito è tutt' altro che scontato.

mario draghi vittorio colao

 

Cambia però la lettura: per il leghista si poteva e doveva fare meglio, per gli uomini di Colao è un successo essere ancora al tavolo e per di più con un'esclusiva per una parte di produzione considerata non meno importante del centro ricerche ormai volato in Francia. Il governo sta candidando cinque possibili insediamenti tra Veneto, Lombardia, Piemonte, Puglia e Sicilia, dopo la scrematura di una prima lista di dieci siti: l'investimento sarà canalizzato tutto su una sola fabbrica.

 

pat gelsinger di intel 1

La divaricazione tra i due ministeri coinvolti è anche nei diversi tavoli: se Colao porta avanti il dialogo con Intel, Giorgetti, scontento per la gestione del dossier, si è chiamato fuori dalla trattativa con gli americani e ora guarda soprattutto al potenziamento dell'impegno italiano di StMicroelectronics.

 

Partecipata dai governi italiano e francese, la società, dopo aver annunciato un maxi-piano di investimenti sul suo polo brianzolo, sta già ragionando su un altro robusto impegno sui semiconduttori. Giorgetti lavora perché la scelta cada di nuovo su Agrate Brianza e Catania.

intel 1

 

 

2 - I MILIARDI PERSI NEL PROGETTO INTEL FANNO INFURIARE GIORGETTI CON COLAO

Alessandro Da Rold per “La Verità

 

C'è una frattura nel governo di Mario Draghi. Si sta consumando sugli 80 miliardi che il colosso statunitense Intel ha deciso di investire sull'Europa, anche sull'onda del Chips act dell'Unione europea. Una buona fetta di quegli investimenti sarebbe dovuta arrivare in Italia, invece a spartirseli saranno soprattutto Germania e Francia.

 

mario draghi al senato

A noi arriveranno al massimo 4,5 miliardi per un impianto di packaging dei semiconduttori, che dovrebbe portare alla creazione di 1.500 posti diretti e altri 3.500 nella filiera. A quanto pare dell'operazione sarebbe soddisfatto il ministro per l'Innovazione tecnologica, Vittorio Colao, mentre quello dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, sarebbe alquanto contrariato. Del resto la trattativa andava avanti da mesi.

 

Già a metà dello scorso anno proprio Giorgetti aveva annunciato un dialogo con l'azienda di microchip di Boston. Sul tavolo c'era la possibilità che l'Italia ospitasse una delle sedi di Intel, si era parlato persino di uno stabilimento di produzione o almeno di un centro ricerche. Erano già state individuate anche le possibili location, prima Torino, poi Catania, quindi erano spuntati fuori anche Puglia e Veneto, infine c'erano state le solite baruffe campanilistiche italiane su a chi spettasse o meno.

 

vittorio colao a cernobbio 1

Il governo di Mario Draghi aveva messo in campo anche 4 miliardi di euro per convincere gli americani a portare in Italia i pezzi più pregiati. Ma qualcosa non ha funzionato. Forse il nostro Paese, ha peccato, al solito, di poco lavoro di squadra. O forse, come suggeriscono i soliti ben informati, Colao non avrebbe fatto abbastanza per convincere «l'amico» Pat Gelsinger (amministratore delegato di Intel) a investire qui da noi. In sostanza il risultato finale è stato un mezzo disastro.

 

E pensare che proprio Gelsinger, poco più di un mese fa, dalle colonne del Corriere della Sera aveva fatto sapere di aver incontrato «il premier Draghi, un uomo favoloso, il mio amico Colao (ex numero uno di Vodafone) e Giorgetti, rappresentanti di quello che è un grande Paese come il vostro».

giancarlo giorgetti foto di bacco (2)

 

Amici e uomini favolosi non sono bastati. I retroscena raccontano di un approccio diverso da parte dei due ministri. Sta di fatto che il risultato ha fatto sì che tedeschi e francesi abbiano lasciato il nostro Paese a bocca asciutta. Due giorni fa in Germania è stata ufficializzato che Intel investirà 17 miliardi di euro a Magdeburgo e costruirà due nuove fabbriche di chip.

 

Nelle fabbriche si prevede di creare almeno 3.000 posti di lavoro. I lavori di costruzione dovrebbero iniziare nel 2023 e Intel prevede di avviare la produzione in serie quattro anni dopo. Si tratta con tutta probabilità del più grande investimento nella storia della Sassonia. Allo stesso tempo anche l'Irlanda riceverà altri 12 miliardi per una sede già esistente. Come detto, all'Italia arriveranno 4,5 miliardi.

 

intel 2

Mentre in Francia sorgerà il nuovo centro di ricerca. Qui verranno creati 1.000 posti di lavoro, 450 dei quali entro la fine del 2024. In futuro, la Francia diventerà quindi la sede europea di Intel per la progettazione di chip per computer ad alte prestazioni con particolare attenzione anche all'intelligenza artificiale. Saranno poi ampliate le sedi a Danzica e Barcellona, in Polonia e Spagna. Giorgetti avrebbe voluto di più per l'Italia. Così, a quanto si mormora, a partecipare alle trattative per l'impianto di packaging sarà solo «l'amico» di Gelsinger, Colao. Sempre che non ci siano sorprese dell'ultimo minuto.

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?