CI CEI O CI FAI? - L’EX SANT’UFFIZIO BOCCIA LE NORME ANTI-PEDOFILIA: ADDIO ALL’OBBLIGO DI DENUNCIA, DA PARTE DEI VESCOVI, DEI PRETI ACCUSATI DI VIOLENZE SESSUALI - LA CEI DI BAGNASCO AVEVA TIRATO GIÙ LINEE GUIDA PIÙ MORBIDE RISPETTO ALLA TOLLERANZA ZERO APPLICATA IN INGHILTERRA E IN FRANCIA, DOVE I PRELATI SONO TENUTI AD INFORMARE LE AUTORITÀ CIVILI SULLE INCHIESTE AVVIATE NELLE LORO DIOCESI…

Orazio La Rocca per "la Repubblica"

Norme troppo «leggere», poco «incisive», ma, soprattutto, prive della «obbligatorietà» di denuncia da parte del vescovo dei preti accusati di pedofilia o violenze sessuali. Pur non trattandosi di una bocciatura definitiva, sono molto critiche le prime valutazioni che filtrano dalla Congregazione per la dottrina della Fede (l´ex Sant´Uffizio) sulle norme varate dalla Conferenza episcopale italiana contro i preti pedofili. Ad indispettire l´ex Sant´Uffizio è la parte dell´ordinamento sui rapporti tra vescovi e autorità civili, ritenuta poco chiara e scarsamente vincolante in materia di denunce alla magistratura.

Le nuove norme, dal titolo "Linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici", furono approvate dall´Assemblea generale della Cei lo scorso 21 maggio. Lo stesso testo era stato precedentemente varato dal Consiglio episcopale permanente, il governo vescovile, lo scorso gennaio. Dopo il placet dell´Assemblea, le norme sono state presentate pubblicamente dal vescovo Mariano Crociata, segretario generale della Cei.

Crociata stesso si premurò di spiegare che il mancato inserimento dell´obbligatorietà di denuncia dei vescovi alle autorità civili «si deve al semplice fatto che la legge italiana non prevede tale obbligatorietà». In seguito le linee guida furono inviate al Sant´Uffizio prima della scadenza predisposta dalla Santa Sede - il 31 maggio 2012 - per la presentazione delle norme antipedofilia da parte delle Conferenze episcopali.

Al di là della bontà dei provvedimenti previsti dalle nuove norme - immediato avvio di indagini interne su preti sospettati di pedofilia o violenze sessuali su minori, processi canonici rapidi e riduzione allo stato laicale dei condannati - le prime riserve sull´ordinamento antiabusi emersero già al momento della presentazione ufficiale.

Molti osservatori non mancarono di rilevare che le norme apparivano meno severe rispetto al modello in vigore in Inghilterra e in Francia, dove i vescovi sono tenuti ad informare preventivamente le autorità civili su inchieste avviate nelle loro diocesi, a partire da quelle violenze sessuali. Una tolleranza zero fortemente perseguita da monsignor Charles Scigluna, il promotore di giustizia dell´ex Sant´Uffizio.

E forse non è un caso che proprio Scigluna, una volta presa visione delle norme della Cei, abbia scritto al segretario generale della Cei Crociata, per ricordargli che «per la Santa Sede queste linee guida non sono state ancora vagliate ed approvate», facendo intendere che il Vaticano su un tema tanto delicato, al posto degli annunci ufficiali, preferisce prudenza e riserbo in attesa del pronunciamento della Congregazione per la dottrina delle fede.

Il punto di frizione tra Cei ed ex Sant´Uffizio nasce a pagina 14 delle linee guida dove si specifica che «i vescovi sono esonerati dall´obbligo di deporre o di esibire documenti in merito a quanto conosciuto per ragioni del loro ministero». E ancora: «Non avendo il vescovo nell´ordinamento italiano la qualifica di pubblico ufficiale» si argomenta, egli «non ha l´obbligo giuridico di denunciare all´autorità giudiziaria statuale notizie in merito ai fatti illeciti oggetto delle presenti linee guida». Una posizione apparsa troppo distante, nelle stanze vaticane, dallo spirito della Lettera circolare inviata dell´ex Sant´Uffizio agli episcopati di tutto il mondo il 3 maggio 2011.

La Lettera, premettendo che «l´abuso sessuale di minori non è solo un delitto canonico, ma anche un crimine perseguito dall´autorità civile», avvisava i vescovi che «è importante cooperare con le autorità civili per quanto riguarda il deferimento di crimini sessuali».
Silenzio, per ora, da parte della Cei, intenzionata a non replicare alle indiscrezioni sulla bocciatura delle norme, in attesa del giudizio finale dell´ex Sant´Uffizio previsto ad ottobre.

 

CARDINALE ANGELO BAGNASCO IL CARDINALE ANGELO BAGNASCO jpegPreti gayPreti Pedofilivaticano pedofilia H Pedofilia Chiesa - Bambinocardinale pedofilia

Ultimi Dagoreport

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...