maria pia fanfani con zeffirelli

CI VOLEVA MARIA PIA PER RENDERE MENO PIA LA DEMOCRAZIA CRISTIANA - PAOLO GUZZANTI: ''FU LA FANFANI CHE TRASFORMÒ UNA DC DA SACRESTIA IN UN PARTITO CHIC ANCHE SE SEMPRE STRENUAMENTE CATTOLICO ED ELEGANTE, RIVOLTO AL MONDO E ALLA MONDANITÀ - AMINTORE ERA STATO UN UOMO PICCOLO E MENTALMENTE ARDITO, QUASI VIOLENTO, LA SUA OPPOSIZIONE AL DIVORZIO E POI ALL'ABORTO, ERA STATA EPICA E A SUO MODO EROICA, DISTRUTTA DALLA FAMOSA VIGNETTA DI FORATTINI''

 

Paolo Guzzanti per ''il Giornale''

maria pia e amintore fanfani

 

 

Pochi ricordano la tremenda - che Dio l'abbia in gloria - Biancarosa Fanfani, la prima moglie di Amintore l'aretino, intrigante e impicciona che mise il marito in serie difficoltà sull'orlo della rovina politica con incaute interviste. Iddio la rivolle con sé e a lei seguì questa bella signora alta, capelli corti e grigi, naturalmente elegante, donna da convegni e da cocktail e presidentessa naturale nazionale e internazionale della Croce Rossa, ambasciatrice invisibile, manager della fortuna e anche della sfortuna del marito che era un uomo fantastico ma anche odiatissimo, in competizione con Aldo Moro quando entrambi venivano definiti i due «cavalli di razza» della Dc e Giulio Andreotti giocava ancora da attor giovane. Io, grazie a Maria Pia conosciuta in qualche occasione ufficiale, diventai amico di Amintore ormai all'ultimo stadio: ancora pienamente in sé, pittore astratto sulfureo dalle tinte fra l'indaco e il viola insanguinato, con le sue vele trapezie solcanti il nulla e le oleografie marziane e non priva di fascino (dovrei averne un paio ancora in giro per casa).

maria pia fanfani

 

Maria Pia Tavazzani, vedova Fanfani, marciava per il secolo, ma la morte le ha raccorciato la corsa di tre anni. Grazie a lei Amintore mi prese in simpatia e mi chiamava «Oh Barbarossa! hi che tu fai? Perché non mi vieni a trovare?». E attaccavamo certe conversazioni astruse storiche o bislacche che non finivano mai.

 

FORATTINI SU FANFANI IL TAPPO E SALTATO

Lei, Maria Pia, era come uno di quei bei cani eleganti nei quadri del Tiepolo, un po' levriere e un po' spirito del mondo, apprensiva, sottile, vigilante, provvidente, engagé, mondana con gli arcipreti ma gaudente con i comunisti da salotto, di buona educazione e famiglia, ma non bacchettona, non baciapile come erano in genere tutte le democristiane di partito, o martiri o staffette partigiane in bicicletta, donne culone con nei pelosi, modello di riferimento la Signora Carlomagno del disegnatore satirico romano, surrealista e iperrealista Jacovitti, una donna anziana e terribile energumena che sapeva mettere a terra ogni peso massimo tipo Brutus.

 

A differenza della signora Carlomagno, Maria Pia Tavazzani nata a Pavia nel 1922 anno della marcia su Roma era nata elegante e austeramente sexy ma quasi monacale se non fosse stato per la sua voglia di recuperare i privilegi dell'identità femminile anche all'interno della sacrestia democristiana che sapeva di calzettoni infeltriti, figure asessuate oppure sessuate nei momenti sbagliati. Lei invece era bella, charmant, e dominante come un'educatrice severa dai tacchi a spillo sul piccolo baffuto Amintore, l'unico che ancora portasse dei baffi quadrati alla Hitler.

maria pia e amintore fanfani

 

Amintore era stato un uomo piccolo e mentalmente ardito, quasi violento, la sua opposizione al divorzio e poi all'aborto, era stata epica e a suo modo eroica, distrutta dalla famosa vignetta di Giorgio Forattini che lo dipinse sul tappo saltato di una bottiglia di champagne dei divorzisti. Lei era un'ottima fotografa indipendente, una super volontaria di ogni causa umana, ciò che la portò non soltanto alla vetta della Croce Rossa, ma anche della Mezzaluna Rossa che sarebbe quella musulmana.

 

maria pia fanfani con zeffirelli

Onu e viaggi all'estero, cocktails e ambasciatori, salotti cene e aperitivi, quello era il mondo in cui tesseva le sue relazioni tutte utili al suo potente marito già più volte presidente del Consiglio. Amintore era stato uno dei fascistissimi dell'era fascista e si era spinto molto oltre la soglia del comprensibile e tollerabile con articoli di genere razzista che non smisero di perseguitarlo.

 

maria pia fanfani cover

Basso, diventò famoso anche per la pedana di libri che gli misero sotto i piedi durante un comizio e che poi crollò mettendolo a disagio, come quando un finto fan venne per baciarlo a un tavolo ufficiale per prenderlo per le orecchie e tirandogliele facendogli sbarrare gli occhi davanti ai fotografi. Era di casa a Ginevra dove svolge la sua opera di crocerossina, ma più che altro rappresentò il porto sicuro del vecchio democristiano che aveva lambito il potere assoluto, mancandolo del tutto.

 

Fanfani fu un rivoluzionario sindacalista anticomunista ma di sinistra, amico di La Pira e di tutta la sinistra Dc, fu un uomo assolutamente di destra, reazionario e felice di esserlo. Quando mi raccontava la sua storia negli ultimi anni della sua vita, Maria Pia veniva a portarci bicchieri di analcolici con patatine e lui diceva: «Oh rosso! è lei che m'ha salvato, e tu lo sai». Io non sapevo ma annuivo gravemente, Maria Pia spariva con i bicchieri e tornava nel cuore della festa tra preti e arcipreti, vescovi e ambasciatori.

fanfani Elettra Marconi e MariaPia Fanfani MARIA PIA FANFANI MariaPia Fanfani FORLANI FANFANI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?