CINQUESTELLE IN MOVIMENTO (LONTANO DA CONTE) - LA DICHIARAZIONE DI VOTO DI “GIUSEPPI” PER GUALTIERI SPACCA I GRILLINI: “SE ANDIAMO AVANTI COSÌ, POSSIAMO CHIEDERE DI VOTARE DIRETTAMENTE IL PD AL PRIMO TURNO”, “RISCHIAMO DI FARE LA FINE DI SEL” - L’EX MINISTRO GIULIA GRILLO PARLA DI “APPIATTIMENTO PALESE SUI DEM”, E INTANTO CI SONO 20-30 DEPUTATI PRONTI A LASCIARE - LA PARTITA DELLA SEGRETERIA, LE MOSSE DELLA RAGGI E LE INTEMERATE DI DIBBA

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Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"

 

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

La polemica, il timore e le contromosse. L'endorsement di Giuseppe Conte a Roberto Gualtieri scatena e divide il gruppo dei Cinque Stelle. «Se andiamo avanti così, possiamo chiedere di votare direttamente il Pd al primo turno», dice tra il serio e il faceto un esponente del Movimento.

 

E ancora: «Chissà se andremo a brindare lunedì dopo il voto». «Come possiamo invocare la coerenza con chi ci ha sostenuto al primo turno?», domanda un altro pentastellato. I malumori sono evidenti, specie alla Camera, dove i rumors sull'addio di 20-30 deputati prima di fine anno si fanno più insistenti.

Giulia Grillo Giulia Grillo

 

C'è chi si allarma: «Rischiamo di fare la fine di Sel». E chi, come Giulia Grillo, manifesta apertamente i suoi dubbi. Secondo l'ex ministra «Si rischia di andare a traino del Pd, di non avere un'identità».

 

Grillo all'Adnkronos parla di «appiattimento palese» nei confronti dei dem. E rilancia: «Ci vuole un progetto di ricostruzione a livello politico. Se c'è un progetto forte, in cui ci si riconosce tutti, questo sfaldamento non avverrà; ma se si continua col procrastinare le decisioni importanti, alla fine il rischio concreto di non riconoscersi più in un progetto per cui spendersi, c'è».

grillo raggi grillo raggi

 

L'ala più vicina a Raggi cerca di non turbare la tregua di cristallo che c'è nel Movimento fino al ballottaggio (mentre i 4 consiglieri dissidenti della giunta Raggi appoggiano Gualtieri). Ma il malessere traspare. C'è chi minimizza: «Chi vuole andarsene è anche chi guarda caso ha arretrati con le restituzioni».

 

Gualtieri Conte Gualtieri Conte

E i contiani fanno scudo: «Vogliono andarsene? È un'occasione persa per loro. Stanno sottovalutando la forza di Conte, che non va calcolata certo con le Amministrative ma con il voto delle Politiche». Ma se da un lato i fedelissimi dell'ex premier lo difendono a spada tratta, dall'altro si fanno la guerra tra loro per un posto al sole, alimentando la catena dei veleni interni.

 

alessandro di battista virginia raggi 1 alessandro di battista virginia raggi 1

Una situazione scivolosa su cui Conte intende intervenire al più presto. Il presidente del M5S intende riportare tranquillità tra le sue fila. L'idea è quella di coinvolgere il più possibile i pentastellati nella segreteria. L'ex premier ha in mente di creare una «struttura importante» e un ruolo rilevante sarà svolto proprio dai suoi vice. Ciascuno di loro avrà deleghe pesanti, a partire da nodi cruciali come quelli economici. E poi chiarirà al gruppo che il M5S contiano non vuole essere subalterno ai dem.

 

ALESSANDRO DI BATTISTA ALESSANDRO DI BATTISTA

Un Movimento da cui è sempre più lontano Alessandro Di Battista, che oggi è stato al centro di un battibecco con le M5S Elisa Pirro e Loredana Russo. L'ex deputato ha attaccato i senatori per via delle scarse presenze in Aula nell'ultimo mese: «13 mila euro al mese per meno di due giorni a settimana» di lavoro. Replica Russo: «Ho sbirciato sulle tue presenze.tu dov' eri?».

 

giuseppe conte giuseppe conte

Chiude Di Battista: «Ormai rispondete più a me che a De Luca. Contenti voi...». Intanto, il Movimento torna a battagliare alla Camera per l'ergastolo ostativo (ossia una pena senza fine che nega ogni misura alternativa al carcere e ogni beneficio penitenziario a chi è stato condannato per reati gravi). I Cinque Stelle attaccano: «Ci ha profondamente stupito che Italia viva e il centrodestra abbiano scelto di non sostenere la nostra proposta di legge, ritenendola troppo restrittiva». Nella maggioranza si cerca una mediazione in commissione Giustizia. L'avvio delle votazioni slitta alla prossima settimana.

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