luigi di maio

CINQUESTELLE ALLE STALLE - FELTRI: “DI MAIO CON TENACIA HA COSTRUITO UN FALLIMENTO CHE STA SPEGNENDO I PENTASTELLATI. L'AGONIA È IN FIERI E IL DECESSO È PROSSIMO…” - FULVIO ABBATE: “GRILLO PROCEDA PURE A SCIOGLIERE IL SUO MOVIMENTO. DICA SOLTANTO: RAGAZZI, DAI, ABBIAMO GIOCATO, TUTTI A CASA, SMONTATE I GAZEBI, CHIUDETE I MEETUP, SGOMMIAMO, È FINITA! SAREBBE UN EPILOGO FENOMENALE, UN COLPO DI TEATRO SENZA PRECEDENTI…”

1 - DOPO GIGINO CADRÀ L’ESECUTIVO

Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”

 

vittorio feltri

Non stupisce che Di Maio sia sull' orlo del precipizio. Se gli alberi si giudicano dai frutti, viceversa gli uomini dalle loro opere, e quelle del capo politico del M5S sono state tutte distruttive. La più grave, la demolizione del partito ridotto a un cumulo di macerie.

Da prima forza parlamentare infatti è destinata, se si considerano le tendenze note, a diventare un gruppo ininfluente.

 

Che Gigino non fosse un fulmine di guerra lo si intuì oltre un anno fa quando si associò a Salvini per costituire una maggioranza appiccicaticcia che si rivelò subito inadeguata. Il ragazzo napoletano pensava di fare una strage di consensi varando il reddito di cittadinanza, il quale invece - costosissimo - è un elemento di corruzione di massa impressionante. Basta leggere le cronache quotidiane per rendersi conto che finanzia imbroglioni, lavoratori in nero, contrabbandieri e spacciatori ufficialmente in bolletta e in pratica ricchi abbastanza per mantenersi.

luigi di maio

 

Sorvoliamo sulle grandi infrastrutture, tutte osteggiate dai ministri scelti dall' attuale responsabile della Farnesina. A completare l' elenco delle scemenze commesse dal partenopeo provvede Azzurra Barbuto, nel suo articolo accanto al presente. Sta di fatto che Di Maio con tenacia ha costruito un fallimento che sta spegnendo i pentastellati.

L' agonia è in fieri e il decesso è prossimo. Il primo a dover sloggiare sarà proprio Di Maio, ormai inviso perfino agli amici che vedono in lui la causa delle loro disgrazie personali nonché di quelle pubbliche.

 

Chiunque si è accorto della sua inadeguatezza esaltata dalla alleanza grillina con Zingaretti che ha prodotto una sorta di cortocircuito a Palazzo Chigi. Non siamo in grado di prevedere i tempi della caduta del governo, ma è ovvio che essa avverrà presto. Per ora dovremo accontentarci di assistere al defenestramento di Gigino, dopo di che sarà il diluvio. Pochi si salveranno.

 

2 - SCIOGLIERE I CINQUE STELLE, UN GRAN FINALE DA MATTATORE PER BEPPE GRILLO

Fulvio Abbate per https://www.linkiesta.it/

 

fulvio abbate foto di bacco

Slam! Ma sì, a questo punto ben venga che Grillo proceda pure a sciogliere il suo MoVimento. Dica soltanto: ragazzi, dai, abbiamo giocato, tutti a casa, smontate i gazebi, chiudete i meetup, sgommiamo, è finita! Restando in tema, non ricordo chi per primo abbia pronunciato una celebre frase da sticker che ipotizza, opportuna, una fine spaventosa piuttosto che uno spavento senza fine. Di sicuro, lo so per certo, è stata utilizzata da uno dei primi teologi dell’accrocco politico a cinque stelle, Paolo Becchi. Già, questi l’ha fatta propria fin dal 2013 per un libro dal sottotitolo omonimo, dove si garantiva che «al crollo della fiducia dei cittadini nei confronti della classe politica, solo una forza nuova, giovane e rivoluzionaria può ormai fare fronte. È il MoVimento 5 Stelle, ossia la speranza di un nuovo futuro, mentre tutto il resto è, ormai, ancorato al passato». Parole radiose, davvero.

 

luigi di maio e matteo salvini

Riferite ormai ad acqua e governi passati, trascorsi anche quelli. Insieme alla Casaleggio associati, editrice dell'imperdibile tomo. Al momento, infatti, restando in argomento di citazione, visti i tracolli appena avvenuti, sembra che si possa fare ritorno unicamente a ciò che pronunciava un popolare eroe dei fumetti al termine d’ogni storia. Beppe Grillo, in breve, potrebbe decidere lui di sciogliere il M5S. Con un colpo di teatro, e avrebbe, appunto, sotto mano anche la citazione adeguata, proprio da Nick Carter suggerita: “E l’ultimo chiuda la porta!” Slam!

 

LUIGI DI MAIO AL TELEFONO

Sarebbe comunque una prova di talento: avere dimostrato al mondo di saper raggiungere picchi inenarrabili di consenso, per poi, così, puro spleen negato ad altri, abbandonare ogni cosa. Una forma di fantasia transpolitica, estro quasi marinettiano. Evitando d’essere associato al destino infame toccato all’Uomo qualunque, posto che Guglielmo Giannini, per ragioni storiche pre-televisive, non ebbe certo la possibilità di ispirarsi uscendo di scena a un Nick Carter. Sia detto per gli appassionati del ramo, la trasmissione si chiamava “Gulp”, e andava in onda negli anni in cui Grillo vestiva ancora in salopette.

 

Non ci sarebbe nulla di male a concluderla così, Grillo ha talento sufficiente per riuscire a convincere i suoi che si sia trattato di una semplice sfida gratuita per entrare sia nel Guinness dei primati sia nel novero nei classici teatrali, pensate a Brecht: “Ascesa e caduta della città di Mahagonny”, nel nostro caso picco e precipizio di chi si presentò, facendosi strada tra scie chimiche e rettiliani, garantendo che « l’onestà sarebbe presto andata di moda».

LUIGI DI MAIO CON VIRGINIA SABA A VILLA BORGHESE

 

In che modo? Facile a dirsi e perfino a farsi. Muovere da un insulto pop – “vaffanculo!” - solcare i marosi del consenso su un canotto da spiaggia, conquistare la guida delle principali città, governarle malissimo, perdere pezzi strada facendo, creare piattaforme online dedicandole ora agli astri ora all’incolpevole Rousseau, litigare sui rimborsi, trovare fiancheggiatori entusiastici, e anche questi perderli cammin facendo, infine insediarsi al governo del Paese, affacciarsi a un balcone, come già aveva fatto quell’altro, e da lassù proclamare «la fine della povertà», cambiare poi alleati in corsa, mettersi con quelli di cui fino al giorno prima si era detto: “Mai con il partito di Bibbiano!” Far conoscere al mondo località - Bibbiano per l’appunto - fino al giorno prima ignota a tutti, e ancora consentire a centinaia di migliaia di cittadini dotati, buon per loro, di ironia di ridere davanti ai meme che mostrano il capo politico del movimento in questione con casacca da venditore di caffè Borghetti allo stadio San Paolo di Napoli, e infine vicepremier.

LUIGI DI MAIO E LA CINA

 

Consentire a Dagospia di chiamare Luigi Di Maio direttamente “il Bibitaro”, tirare avanti alla giornata, dare però la sensazione che all’interno ci sia una dialettica, meglio, una destra e una sinistra, quest’ultima rappresentata da Roberto Fico, così dopo aver comunque specificato (capolavoro post-ideologico) che «sinistra e destra non esistono più» assodato che è giunto un modo nuovo, casual, di affrontare i problemi…

 

E ancora avere donato ai nostri compagni e alle nostre compagne di classe, di muretto, di baretto, di cabina, di discoteca, di carburaturista, tutti soggetti che non vedevamo dal tempo dell’ellepì “Volume 8” di Fabrizio De André, la certezza di ritenersi in possesso di idee destinate a raddrizzare il mondo, loro che, nel migliore dei casi, parlo dei miei coetanei, non andavano oltre l'antinomia pandoro o panettone, meglio, erba o hashish. E ancora riuscire a trasformare un Rocco Casalino nel nuovo Richelieu.

 

luigi di maio 2

Fornire combustibile al qualunquismo endemico nazionale, consentendo agli altri di praticare l’esercizio mentale secondo cui, in fondo, i politici sono tutti uguali, tornando così alla casella di partenza come nei giochi da tavolo. Dai, guarda, il Movimento 5 Stelle doveva aprire il Parlamento «come una scatola di tonno», affermando il principio dell’ «uno vale uno», e invece tu li hai notati adesso? Il primo giorno di governo, addirittura, quello che dicevano fosse «di sinistra», Fico, era andato in autobus fino a Montecitorio per prendere possesso delle stanze di presidente della Camera. Adesso invece i loro blazer sono uguali a quelli altrui, altro che discontinuità.

 

Vuoi mettere poi essere usciti a creare dal nulla un leader destinato anche a essere imitato da Ubaldo Pantani sia da Dario Ballantini di "Striscia", Giuseppe Conte? Chi l’avrebbe mai detto che un avvocato devoto di padre Pio avrebbe un giorno ricevuto addirittura gli auguri da Donald Trump?

 

luigi di maio con la fidanzata virginia saba (5)

Lascia perdere che ne ha sbagliato il nome, resta pur sempre un miracolo, la dimostrazione che il santo di Pietrelcina vedeva comunque lontano, al punto di aver dato addirittura a Conte la possibilità di passare alle cronache politiche come premier double face, prima al governo con il leghista Salvini, poi con l’odiato PD, non sono forse record questi?

 

Sarà vero che il 30% agli elettori umbri pentastellati si siano astenuti trovando inaccettabile, se non proprio contro natura, la scelta di andare con il Partito democratico di Zingaretti? E in ogni caso siamo proprio certi che il Movimento 5 Stelle avesse la tempra per resistere alle sollecitazioni di Matteo Renzi, alle sue qualità funamboliche? Certo, adesso l’amorevole Travaglio prova a rassicurare in nome della continuità dicendo che fra qualche giorno nessuno ricorderà più l’esistenza stessa della verde Umbria, ma basterà per ritenere che sia tutto come prima?

BEPPE GRILLO DI MAIO NAPOLI

 

O non sarebbe piuttosto che Beppe Grillo, facendo ritorno alla salopette, concluda il suo capolavoro a dispetto di tutto e di tutti, confermi che è stato soltanto un gioco, un trucco, una scommessa vinta sia davanti all’improvvido Fassino che lo aveva sfidato ad affrontare le urne quando sembrava che in piedi ci fossero solo i gazebi sia di fronte a se stesso, e, così facendo, sbaracchi tutto, dicando appunto ai suoi “… e l’ultimo chiuda la porta”. Slam! O piuttosto Sbang? E dal mattino del giorno dopo si dedichi a nuove imprevedibili, mirabili imprese, che so, a creare un grande parco acquatico per turisti della politica, anzi, della vita. Splash!

grillo di maio casaleggio

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...