ursula von der leyen giorgia meloni giornali quotidiani

CLAMOROSO: URSULA VON DER LEYEN SI STAREBBE ALLISCIANDO GIORGIA MELONI, RIMANDANDO LA PUBBLICAZIONE DEL RAPPORTO SULLA LIBERTÀ DI STAMPA IN ITALIA – LA RIVELAZIONE DI POLITICO.EU – NEL DOCUMENTO, CHE DOVEVA ESSERE DISCUSSO IL 3 LUGLIO, SI EVIDENZIA IL PEGGIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI LAVORO PER I GIORNALISTI NEL NOSTRO PAESE. URSULA HA CHIESTO DI NON PUBBLICARLO FINO A QUANDO NON SARÀ (RI)NOMINATA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE: HA BISOGNO DEI VOTI DELLA DUCETTA, MEGLIO TENERSELA BUONA…

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per www.lastampa.it

 

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

Se tutto fosse confermato, la notizia sarebbe che la Commissione europea ha pronto un report per denunciare l’erosione della libertà di stampa nell’Italia di Giorgia Meloni. Ma la vera rivelazione – pubblicata da Politico-eu, quella che in questi momenti sta facendo il giro delle cancellerie europee – è che Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione in cerca di bis come candidata dei popolari, ha fatto mettere in un cassetto il report per non indispettire Meloni prima del voto dell’Europarlamento che dovrà ratificare il secondo mandato di Von der Leyen.

 

telemeloni - gli appunti di giorgia meloni

Secondo quanto riportato da quattro funzionari alla testata europea è stato il gabinetto della Commissione a chiedere alla segreteria generale di tenere in sospeso il documento che doveva essere reso noto il 3 luglio. Si tratta di un rapporto annuale sulle condizioni dello stato di diritto dei singoli Paesi membri, nelle varie sue dimensioni, compresa quella fondamentale della libertà di stampa. […]

 

La presidente, che questa sera, nella cena informale dei leader a Bruxelles, potrebbe essere incoronata per altri cinque anni, deve arrivare il più possibile blindata al voto di ratifica del Parlamento. L’aritmetica le dà speranza, perché la coalizione Ppe-socialisti-liberali sulla carta ha i numeri, e le permetterebbe di fare a meno di Fratelli d’Italia.

 

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

Ma non è così scontato, visto che nel 2019 lo scrutinio segreto riservò delle sorprese: ci furono circa 40 franchi tiratori, e l’ex ministra della Difesa tedesca – nome di fiducia dell’ex cancelliera Angela Merkel - fu eletta per soli nove voti, grazie all’aiuto del M5S e dei polacchi del Pis, partito che fa parte dei Conservatori, che al tempo si staccò dal resto del gruppo europeo guidato da Meloni.

 

Questa volta potrebbe toccare a FdI. Meloni è diventata presidente del Consiglio di un Paese fondatore e non può così agevolmente restare fuori dalla votazione a favore di Ursula, come fece l’allora piccola pattuglia dei suoi deputati. Probabile che replicherà quanto fatto dai polacchi. Ma per garantirsi il suo sostegno e quello dei suoi europarlamentari – un voto che vale solo per un giorno, esterno alla maggioranza che poi si formalizzerà per cinque anni – Von der Leyen vuole evitare l’irritazione dei sovranisti italiani.

 

LA DERIVA ORBANIANA DELLA RAI - LA SCHEDA DEL PD

Il report, a questo punto, arriverà dopo il passaggio in Parlamento, attorno alla seconda metà di luglio. E confermerà quanto trapelato nel corso degli ultimi mesi, anche grazie al lavoro organizzazioni finanziate dalla commissione. L’Italia è osservata speciale. E l’entrata in vigore del Media Freedom Act potrebbe complicare, e di molto, le relazioni con Bruxelles.

 

La Rai, sempre più nella mani del governo e della maggioranza di centrodestra, i pasticci sulle censure di scrittori come Roberto Saviano e Antonio Scurati, e poi il caso dell’Agi, la seconda agenzia di stampa di proprietà di Eni, azienda partecipata dal Tesoro, che potrebbe finire nella mani di Antonio Angelucci, deputato della Lega, folgorato da Meloni, re di cliniche private e già editore di tre quotidiani di destra e filo-governativi.

 

GLI APPUNTI DI GIORGIA MELONI - TELEMELONI

E ancora le minacce ai giornalisti, le querele temerarie, le inchieste aperte sui cronisti de Il Domani. Il deterioramento del rapporto tra stampa e potere è stato paragonato al restringimento delle libertà dell’Ungheria illiberale di Viktor Orban, amico e alleato di Meloni. […]

 

 

 

 

ursula von der leyen meloni

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...