milena gabanelli e gli stipendi dei dirigenti rai

CLASSE DIGERENTE – GABANELLI: “SOLO IN ITALIA L’AD DI UNA SOCIETÀ PERCEPISCE LO STESSO STIPENDIO DI UN SUO SOTTOPOSTO” - DOPO LA LEGGE SUL TETTO MASSIMO A 240MILA EURO, CHE VALE ANCHE PER LA RAI, SI È CREATO UN PROBLEMA CON I DIRIGENTI – “UNA VOLTA ACQUISITA LA QUALIFICA, NON SI PERDE PIÙ. COSÌ FABRIZIO SALINI PERCEPISCE LO STESSO STIPENDIO DI 43 SUOI SOTTOPOSTI, COMPRESI GLI EX DIRETTORI PARCHEGGIATI IN ATTESA DI INCARICO…” – VIDEO

 

Milena Gabanelli per “Dataroom – Corriere della Sera”

 

fabrizio salini marcello foa

Non sono riuscita a trovare, in nessuna parte del mondo, un amministratore delegato di una società in regime di competizione che percepisca lo stesso stipendio di un dirigente suo sottoposto. Venendo meno il principio dell’equità e della motivazione, manderebbe l’azienda fuori mercato. In Italia questo avviene.

 

stipendi dirigenti rai

La storia inizia con una buona legge, quella che ha mosso i primi passi nel 2011, mettendo un tetto ai dirigenti della Pubblica Amministrazione. Il decreto, che alla fine coinvolge Ministeri, Enti Pubblici e Autorità indipendenti, entra in vigore il primo maggio 2014: il più alto in carica non deve superare i 240.000 euro lordi l’anno. Carlo Cottarelli, però, sa che il grosso del problema è più nascosto e propone la necessità di adeguare verso il basso gli stipendi delle fasce sotto le figure apicali, ma la ragioneria dello Stato ha stimato che avrebbe coinvolto circa 50.000 dirigenti (46.051 per la precisione).

 

SCAZZO A IN ONDA TRA CLAUDIO BORGHI E CARLO COTTARELLI

Matteo Renzi ha preferito fermarsi lì e rimandare ad un secondo decreto l’eliminazione delle sacche di privilegi. Intanto la retribuzione media delle nostre figure apicali è scesa da 339.000 a 212.000 euro lordi; nonostante la sforbiciata, però, siamo ancora ben al di sopra della media dei Paesi sviluppati che aderiscono all’Ocse, fissata, secondo la rilevazione che va dal 2011 al 2015, in 132.315 euro lordi. A conti fatti, quanto si è risparmiato? La Ragioneria un dato certo non ce l’ha; si parla di una «stima» complessiva di 30 milioni di euro l’anno.

 

matteo renzi (8)

Partecipate: per la trasparenza c’è la privacy

La stessa norma è stata estesa alle società partecipate, ad esclusione di quelle quotate (come Eni, Enel, Enav, Leonardo, Poste Italiane) e quelle che emettono bond (Ferrovie, Rai) perché sono in regime di competizione e i manager si reclutano a prezzi di mercato. È un po’ ardito equiparare un direttore generale della Pubblica Amministrazione all’amministratore delegato di un’azienda commerciale, ma tant’è. Nella rideterminazione dei tetti, la parte fissa è stata portata a 192.000 euro, a cui va aggiunta una quota variabile legata alla complessità organizzativa, gestionale e di risultato.

 

FABRIZIO SALINI

I risparmi non sono banali; per esempio, l’emolumento dell’Ad di Consap è passato da 440.000 a 240.000, mentre quello di Consip da 305.000 a 208.000, Sogei da 435.000 a 208.502, Sogin da 472.000 a 211.000. Anche qui però la legge è monca. Il Mef aveva scritto un decreto che stabiliva 5 fasce sottostanti e determinava per ciascuna il limite dei compensi massimi, secondo il grado di responsabilità; inoltre forniva dei criteri all’Amministratore Delegato, per uniformarsi in base alle necessità dell’azienda. Però poi il decreto non lo ha mai fatto.

 

stipendi dirigenti societa' partecipate

Quindi, se oggi vai a cercare sui siti delle società la retribuzione dei sottoposti, nel riquadro «società trasparente» trovi per lo più il richiamo alla privacy. Dal canto suo, il Mef una banca dati con gli stipendi dei dirigenti delle sue partecipate non ce l’ha.

 

PA: dirigenti anche senza incarico

Nel 2016, arriva finalmente in aula il decreto che regola la Pubblica Amministrazione, dove la qualifica di dirigente, una volta acquisita, non si perde più, indipendentemente dall’incarico, e anche se l’incarico non ce l’ha. E infatti, alla Presidenza del Consiglio per esempio, ci sono più dirigenti di posti disponibili. Nella Pa si può solo salire, e quando arrivi in alto ti puoi anche sedere, perché, con la legislazione vigente, nessuno ti può più togliere da lì.

milena gabanelli e gli stipendi dei dirigenti rai 3

 

Cosa stabilisce il decreto? Una commissione indipendente sceglie il più idoneo ad occupare la posizione di vertice nei ministeri ed enti pubblici, e autorizza il direttore generale a spostare un dirigente ad incarico di minor responsabilità e stipendio. Il decreto Madia, approvato dal Parlamento il 24 ottobre, viene abrogato dalla Corte Costituzionale con una tempistica sorprendente: 24 ore. Motivo: la Regione Veneto aveva fatto ricorso, subito accolto, perché la materia coinvolge anche le regioni e quindi bisognava prima discuterne con loro. Poiché la delega al governo scadeva il 26 ottobre, quel decreto non è più stato ripresentato.

 

Rai: un caso unico

milena gabanelli e gli stipendi dei dirigenti rai 4

Poi c’è l’ibrido Rai. Nel 2016, a seguito del canone infilato nella bolletta elettrica, l’Istat la inserisce nella lista delle società pubbliche. Sono fini statistici, ma Renzi prende la palla al balzo e applica i criteri della Pubblica Amministrazione, anche se il contratto è privatistico. La Rai dovrebbe stare fuori da quel perimetro, perché ha emesso bond e concorre con le tv private, quindi il manager andrebbe reclutato a prezzi di mercato.

 

Con il tetto a 240.000 euro, o ha una motivazione di ferro, o ha poco mercato. A differenza delle altre società pubbliche, però, è trasparente e pubblica tutto. Leggiamo: l’Amministratore Delegato Fabrizio Salini, a cui è affidata la gestione di 12.300 dipendenti e un budget di 2,6 miliardi di euro, percepisce lo stesso stipendio di 43 suoi sottoposti.

 

mario orfeo

Si va dal direttore della Sede regionale d’Abruzzo, al direttore Centro Produzione di Torino, dal Sovrintendente dell’orchestra sinfonica, al Responsabile del bilancio sociale, da quello di Rai Academy, a quello della Gestione Grandi Eventi, da quello della Commissione che mappa il personale giornalistico, al vicedirettore di Rai Parlamento; oltre agli ex direttori parcheggiati in attesa di incarico, incluso l’ex Amministratore delegato Mario Orfeo.

 

Altri 12 dirigenti si aggirano sui 230.000 euro: il Direttore di rai canone, quello della sede Liguria, il direttore per la qualità e pianificazione, gli approfondimenti culturali, l’intrattenimento, il Vicedirettore direzione creativa. Tutti incarichi di infinita minor responsabilità rispetto a quella del capo azienda, il che determina una situazione a dir poco «anomala».

stipendi dirigenti pubblici in europa

 

Soluzioni

Cosa potrebbe fare l’amministratore delegato? Definire un tetto per i suoi primi riporti, a seconda del peso dell’incarico (il direttore del personale o del Tg1 non può valere quanto quello delle sedi regionali o dei servizi Parlamentari). Proporre a chi ha già maturato posizioni con retribuzioni superiori, la risoluzione del rapporto e la riassunzione, sempre come dirigenti a tempo indeterminato e mantenendo i benefici connessi all’anzianità, ma con retribuzioni adeguate al nuovo incarico. Chi accetta resta e chi non accetta va a casa, con preavviso e risarcimento per mancanza di giusta causa. Certo, ci vuole il coraggio di un manager con consumata esperienza di gestioni complesse (che difficilmente trovi con il «tetto» previsto dalle legge), perché il rischio di innescare un contenzioso senza fine, e di perderlo, è alto. Dovrebbe pensarci il Mef a togliere le castagne dal fuoco, ma come abbiamo visto non si muove foglia.

milena gabanelli e gli stipendi dei dirigenti rai 2

 

Riassumendo: la politica ha stabilito giustamente un tetto per i 1.809 apicali della Pubblica Amministrazione, ma non ha fatto una norma che riequilibra le posizioni della numerosa schiera di dirigenti che stanno sotto. Idem per le società partecipate, con l’aggravante di aver messo sullo stesso piano gli amministratori delegati di società con migliaia di dipendenti, con quelli delle partecipate di provincia. Per la norma generale, i risultati e il principio di equità contano poco: basta stare dentro ai 240.000 euro, e chi c’è c’è.

milena gabanelli e gli stipendi dei dirigenti rai 1MARIO ORFEO milena gabanelli e gli stipendi dei dirigenti rai 5milena gabanelli e gli stipendi dei dirigenti rai 7MARIO ORFEO mario orfeo spettinato ai palinsestimilena gabanelli e gli stipendi dei dirigenti rai 6stipendi dirigenti pubblici

Ultimi Dagoreport

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO