maurizio landini enrico letta

LA CLASSE OPERAIA NON VA AL NAZARENO – NEL PD C’È MALUMORE VERSO LANDINI, CHE NON STA DANDO UNA MANO PER LA CAMPAGNA ELETTORALE. TE CREDO: GLI OPERAI ORMAI VOTANO TUTTI A DESTRA, E I DEM PAGANO ANNI DI RAPPORTI CONFLITTUALI CON LA CGIL (REMEMBER JOBS ACT?) – DA TEMPO LA COSIDDETTA “CINGHIA DI TRASMISSIONE” SI È INCEPPATA. E LANDINI SEMBRA VOLER DIALOGARE PIÙ CON CONTE E BERSANI CHE CON LETTA. AL MASSIMO, PARLA CON IL SINISTRATO ORLANDO, CHE PERÒ NON È IN GRADO DI DETERMINARE LA LINEA DEL PARTITO…

MAURIZIO LANDINI MASSIMO BUSSANDRI

Paolo Griseri per “La Stampa”

 

Alla festa della Cgil di Forlì, parlando con i cronisti, il segretario regionale Massimo Bussandri si sfoga: «Se vado in assemblea e dico ai lavoratori di votare contro la destra mi chiedono che cosa ha fatto la sinistra negli ultimi 20 anni.

 

E la risposta è: "Il Jobs act e la legge Fornero". Non basta candidare Susanna Camusso per invertire la tendenza del Pd. Al posto suo io avrei fatto scelte diverse. E se non dovesse essere eletta dovrebbe restare lontana dalla Cgil per un anno. Questa è un'autonomia che rivendichiamo».

 

susanna camusso al corteo antifascista a roma

L'indignazione, anzi l'autentico livore nei confronti del Pd, del dirigente della Cgil emiliana è qualcosa di più profondo dell'occasionale mal di pancia di un militante che frigge le salamelle raccolto da Repubblica. È invece il punto di vista di un importante funzionario del principale sindacato italiano che esprime lo stato d'animo del gruppo dirigente dell'organizzazione.

 

Tanto che nel quartier generale di corso d'Italia si racconta la storiella dell'auto di servizio tolta proprio a Camusso per la campagna elettorale in nome dell'autonomia del sindacato rispetto ai partiti. Siamo insomma al rovesciamento delle cinghie di trasmissione, metafora del primo Novecento che indicava il rapporto strettissimo tra i partiti della sinistra e i sindacati.

 

Un atteggiamento, quello della Cgil, che sta irritando non poco il Pd: «Il sindacato di Landini - dicono nel partito di Letta - non sta facendo campagna elettorale».

 

LANDINI LETTA

«Provate a mettervi nei nostri panni», dice un dirigente. E aggiunge: «Siamo ancora qui a dover spiegare ai nostri delegati che il Pd non è il partito di Renzi, quello che ha tolto l'articolo 18. Che il Pd non è quello della legge Fornero, che ha tenuto le persone in fabbrica per cinque, sei, sette anni in più prima della pensione. E dobbiamo anche convincerli che dobbiamo accettare tutte queste cose, se no arrivano i fascisti.

I quali, per parte loro, promettono la pensione per tutti dopo 41 anni di lavoro». Non facilissimo, in effetti.

 

maurizio landini mario draghi

Non aiuta nemmeno il fatto che il Pd faccia poca campagna di fronte ai luoghi di lavoro. Alcuni giorni fa gli operai di Mirafiori raccontavano su questo giornale i motivi della loro scelta a favore della destra. Non era, evidentemente, un sondaggio ma una raccolta degli stati d'animo, inevitabilmente casuale, di chi entrava e usciva dai cancelli. Dove comunque continuano a lavorare 12 mila persone, non quattro gatti. Nei prossimi giorni arriverà a quei cancelli Matteo Salvini, pronto a mietere consensi.

 

salvini meloni

Non risulta, al momento, programmato, un comizio di Letta: «Forse però lo troverete con il megafono a fare un comizio di fronte alla Compagnia di San Paolo», commentava sarcastico ieri pomeriggio un sindacalista parlando della Fondazione che governa Banca Intesa.

 

Insomma, non si respira un bel clima. Da tempo la Cgil non è più il sindacato di riferimento del Pd e il Pd non è più il partito di riferimento della Cgil. Il sindacato di Landini sembra dialogare con più facilità con i 5 stelle di Conte, l'area di Bersani, la sinistra interna del Pd di Orlando (che però non è in grado di determinare la linea del partito).

 

orlando landini 19

All'estero il sindacato di corso d'Italia sembra più affascinato dalla sinistra radicale francese di Melenchon. Il sindacato che guarda con maggiore attenzione al Pd è invece la Cisl. Tanto che nell'inverno scorso la Cgil proclamò uno sciopero contro il governo Draghi (portandosi a rimorchio la Uil), mentre il sindacato di Sbarra non partecipò alla mobilitazione giudicandola inutile e velleitaria.

 

ENRICO LETTA CON LE PIZZE

Nel frattempo nelle fabbriche gli operai hanno da tempo deciso che non esistono più cinghie di trasmissione e votano in ordine sparso. Se nemmeno in Emilia Romagna la Cgil riesce a garantire un serbatoio di voti al Pd, figurarsi nel resto del Paese. Maurizio Landini è il primo segretario generale post-partitico della Cgil.

 

Nel senso che la sua biografia non affonda le radici nella storia dei partiti tradizionali della sinistra. Per questo gli è più semplice praticare quell'autonomia dai partiti che aveva teorizzato negli anni '90 un sindacalista di rilievo come Claudio Sabattini. Landini ha portato quella linea alle sue conseguenze di oggi.

 

Come ha dichiarato anche di recente la Cgil tratta con tutti i governi e a tutti ripropone le sue richieste. Ma non sarà facile ricordare l'8 ottobre prossimo i pericoli che vengono dall'estrema destra (nel primo anniversario dell'assalto alla sede della Cgil) e doverci trattare a palazzo Chigi magari firmando con Meloni l'accordo sulle pensioni a 41 anni. Per Pd e Cgil si apre una stagione molto complicata.

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…