bassam radi regeni al sisi

COL NUOVO AMBASCIATORE EGIZIANO IN ITALIA POSSIAMO DIRE ADDIO ALLA RICERCA DELLA VERITÀ SU REGENI - AL SISI HA NOMINATO UN SUO FEDELISSIMO PER ROMA, E CIOÈ BASSAM RADI, 54 ANNI, PORTAVOCE DELLA PRESIDENZA EGIZIANA NEGLI ULTIMI CINQUE ANNI - PIÙ CHE ALTRO È DIVENTATO PORTA-SILENZI DAL NOVEMBRE 2020, QUANDO LA PROCURA GENERALE EGIZIANA HA NEGATO ALL'ITALIA I DOMICILI DEGLI INDAGATI SUL CASO DELL'ITALIANO TORTURATO E UCCISO AL CAIRO, AFFERMANDO CHE NON CI SONO PROVE CHE...

Marco Ventura per “Il Messaggero

 

bassam radi 4

Un segnale di attenzione ma anche di fermezza, la nomina da parte del presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi del nuovo Ambasciatore in Italia, Bassam Radi, 54 anni, portavoce della Presidenza egiziana negli ultimi 5 anni, figlio dell'ex ministro dell'Irrigazione negli anni '80 e già primo segretario all'Ambasciata del Cairo a Roma, fra il 2000 e il 2004.

 

IL PERSONAGGIO

Voce e volto di Al Sisi, la nomina di Radi viene interpretata alla Farnesina come il tipico «bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno, ma forse più pieno che vuoto», perché si tratta comunque di una nomina pesante, della scelta di un dignitario che ha un filo diretto, personale e abituale con il Generale, che ne ha rappresentato la linea senza sbavature, fedelmente, e in Italia sarà certamente un interlocutore autorevole, non di seconda schiera, a dispetto delle tensioni e delle chiusure che permangono tra Roma e il Cairo sul caso Regeni.

 

bassam radi 3

Un caso aperto, arenato e ormai finito in un vicolo che pare cieco. Gli elementi positivi della nomina di Radi non sono pochi: anzitutto, è un diplomatico che conosce l'Italia, ha vissuto a Roma e parla italiano, oltre a inglese e francese.

 

La sua designazione «ha una logica». In più, la scelta è anticipata rispetto al giro estivo di nomine di nuovi ambasciatori nelle varie sedi. L'elemento che invece può indurre a leggere la novità come un modo per Al Sisi di ribadire le proprie ragioni nell'interlocuzione con l'Italia sul caso dello studente torturato e ucciso, sta anch'essa nella identificazione di Radi col Presidente.

 

Come a dire: la linea non cambia ed è quella che proprio lui ha presentato al mondo esterno. Al tempo stesso, Radi si è distinto durante tutto il periodo della crisi tra Italia ed Egitto come persona di grande prudenza ed equilibrio, sempre attento a inserire nei comunicati ufficiali e nelle dichiarazioni della presidenza formule di attenzione rispetto alle sensibilità italiane: il richiamo alla volontà di giustizia e di verità e anche la promessa di collaborazione tra magistratura. Parole, non fatti, ma parole comunque significative.

 

bassam radi 1

Il messaggio era sempre lo stesso: il Presidente Al Sisi «ha dato istruzioni per eliminare ogni ostacolo alle inchieste», c'è il suo «totale sostegno alla cooperazione fra le istituzioni competenti egiziane e italiane».

 

bassam radi 2

Più che portavoce, Radi è diventato porta-silenzi dal novembre 2020, quando la Procura generale egiziana ha messo fine alla collaborazione, negando all'Italia i domicili degli indagati e affermando che non ci sono prove che i quattro uomini dei servizi del Cairo che monitoravano i movimenti e i contatti in Egitto di Regeni fossero anche i suoi torturatori e assassini, dopo il rapimento il 25 gennaio 2016 fino al ritrovamento del corpo martoriato di Giulio, il 3 febbraio lungo una superstrada alla periferia della capitale.

 

IL MEDIATORE

REGENI AL SISI

La tesi degli egiziani, del presidente Al Sisi come della magistratura, è che dietro la vicenda vi fosse l'interesse di qualcuno a rovinare i rapporti con l'Italia proprio in un momento di massima cooperazione economica su molti fronti, a cominciare da quello energetico. Al ministero degli Affari esteri dal 1991, Bassam Essam Radi è stato vice-ambasciatore in Giappone, console generale a Istanbul, direttore degli Affari delle Nazioni Unite e membro del Comitato supremo di sicurezza per l'anti-terrorismo.

 

REGENI AL SISI

Sposato, un figlio, subentra a Alaa Rushdy, morto all'improvviso a metà gennaio a due mesi dall'incarico dopo i cinque lunghi anni dell'ambasciatore Hisham Badr. Il decreto presidenziale diffuso ieri nomina l'ex portavoce di Al Sisi «ambasciatore straordinario delegato presso il Governo italiano e non-residente presso la Repubblica di San Marino».

 

L'idea espressa in questi anni informalmente da Radi, a quanto risulta, è che la ferita inferta alle relazioni con l'Italia possa guarire solo col tempo, tenendo presenti da un lato le rivendicazioni italiane, dall'altro i delicati equilibri interni degli apparati egiziani.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…