COME BUTTARE I SOLDI NEL CESSO - I BANCHI A ROTELLE FINISCONO IN SOFFITTA PERCHÉ “FANNO VENIRE IL MAL DI SCHIENA” AI RAGAZZI  - LA DECISIONE DEI PRESIDI IN VENETO È STATA CONFERMATA DAI SINDACATI DELLA SCUOLA: “CREANO PROBLEMI POSTURALI, SOPRATTUTTO NELLA FASE DELLA CRESCITA” - AZZOLINA E ARCURI HANNO SPESO 461 MILIONI PER AVERLI. L’ASSESSORE REGIONALE DONAZZAN AVVIA UN'INDAGINE CONOSCITIVA SUGLI SPRECHI: "CON TUTTI QUEI SOLDI BISOGNAVA ASSUMERE ALTRI INSEGNANTI"

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Stefano Filippi per “La Verità

 

elena donazzan elena donazzan

Li ha voluti, li ha comprati e si ostina a difenderli: «Hanno contribuito a ridurre i contagi nelle scuole», ripete la ministra Lucia Azzolina a proposito dei banchi a rotelle. Di sicuro, spaccano la schiena agli studenti. E i presidi del Veneto, dopo averli piazzati a debita distanza l'uno dall'altro nelle classi, li hanno tolti di mezzo. I banchi con le ruote sono stati fatti sparire.

 

«Lo stesso Ufficio scolastico regionale», dice Elena Donazzan, assessore all'istruzione della Regione Veneto, «ha diramato tempo fa una nota in cui ne sconsigliava l'uso. E quell'Ufficio è la rappresentanza territoriale del ministero».

 

banchi a rotelle banchi a rotelle

L'unica a non pentirsi dell'errore è proprio Azzolina. Il caso è scoppiato venerdì pomeriggio durante un incontro convocato da Donazzan in Regione per discutere della ripresa delle lezioni in presenza alle scuole superiori. In Veneto le elementari e le medie sono rimaste sempre aperte, licei e istituti tecnici e professionali no.

 

lucia azzolina lucia azzolina

Dopo l'Epifania il governatore Luca Zaia ha firmato un'ordinanza in cui l'obbligo della didattica a distanza veniva prorogato fino a oggi. Per tutto gennaio alle superiori sono entrati in classe soltanto i ragazzi disabili o con particolari difficoltà di apprendimento. Venerdì dunque c'è stato un vertice con le assessore Donazzan ed Elisa De Berti (Trasporti), la direttrice dell'Ufficio scolastico regionale, la prefettura di Venezia e le sigle sindacali.

 

banchi a rotelle 1 banchi a rotelle 1

È stata Daniela Avanzi, segretaria dello Snals, a segnalare l'accantonamento dei banchi a rotelle, soprattutto nelle scuole medie, perché hanno provocato «problemi posturali» agli studenti. Lo hanno confermato gli altri sindacalisti presenti e la direttrice dell'Ufficio scolastico, Carmela Palumbo. «C'era da aspettarselo», spiega Donazzan. «Già a luglio avevo segnalato che quei banchi erano inutili e pericolosi. Non c'è nessuna omologazione. Dalla scheda tecnica risulta che essi sono "sedute con rotelle per adulti". Non sono per niente adatti ai ragazzi, soprattutto se sono nella fase della crescita. Gli insegnanti sono molto attenti a questi aspetti, agli alunni chiedono di stare composti proprio per evitare posture scorrette».

 

domenico arcuri domenico arcuri

Banchi a rotelle in soffitta, dunque. Per Azzolina è una nemesi tragicomica. I tavolini mobili sono il suo cavallo di battaglia, l'unica arma con cui la pubblica istruzione è andata all'assalto del Covid nelle aule. Per mesi se ne è discusso perché la ministra ne aveva fatto una battaglia personale: null'altro se non le scrivanie semoventi sarebbero state in grado di arginare il virus negli edifici scolastici. E di conseguenza non è stato fatto altro.

 

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Poi la faccenda è passata in mano alla struttura commissariale di Domenico Arcuri e i problemi si sono ingigantiti, con i contratti di acquisto segretati, i dubbi sulle forniture perché i banchi consegnati ai presidi italiani non sono omologati per uso scolastico, il mistero doloroso di quanto sia stato effettivamente speso per gli acquisti, solo di recente svelato dal commissario: un budget di 461 milioni.

 

La Corte dei conti e la guardia di finanza hanno aperto indagini. I banchi a rotelle sono diventati il simbolo degli sprechi di questa emergenza sanitaria. Al giallo degli ordini è subentrato il caos delle consegne, cominciate con il contagocce quando l'anno scolastico era già avviato, e completate quando gli istituti chiudevano i battenti sotto l'avanzare della seconda ondata del coronavirus.

 

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Poco prima di Natale si è avuta la conferma da due documenti del ministero della Salute (uno datato 12 agosto e l'altro 12 ottobre) che l'operazione banchi a rotelle non aveva alcun senso: il governo li ha comprati senza sapere se sarebbero stati davvero utili e, quando sono arrivati, non aveva idea di come il loro impiego avesse influito sulla diffusione del contagio nelle scuole.

 

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«Non è noto l'impatto che potranno avere le misure di riorganizzazione scolastica che si stanno mettendo in campo in questi giorni», scriveva il ministero guidato da Roberto Speranza a metà agosto, ammettendo che il governo procedeva alla cieca ignorando se i banchi semoventi sarebbero stati davvero utili o no.

 

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A ottobre, quando già erano arrivate un po' di suppellettili da distanziamento, la nebbia non si era ancora alzata. Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute, ha firmato un vademecum in cui si legge che «la reale trasmissibilità di Sars-Cov-2 nelle scuole non è ancora nota, anche se cominciano a essere descritti focolai in ambienti scolastici in Paesi in cui le scuole sono state riaperte più a lungo. Non è inoltre stato quantificato l'impatto che potranno avere le misure di riorganizzazione scolastica adottate».

 

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Ma per Lucia Azzolina quella sui banchi a rotelle resta una «polemica stucchevole»: lo ha detto 10 giorni fa alla riapertura della Galleria degli Uffizi a Firenze. «Sono strumenti che fanno parte di scuole innovative e permettono un approccio alla didattica diverso: è un patrimonio che rimarrà strutturalmente nelle scuole».

 

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Le scuole, invece, la pensano ben diversamente. I presidi del Veneto hanno preferito rinchiudere i banchi nei magazzini e riesumare le vecchie sedute. «Sono arredi non necessari, inutili e dannosi», conferma Donazzan. Oggi l'assessore farà partire un'indagine conoscitiva in tutte le scuole della regione: «Chiederò informazioni, voglio sapere chi ha chiesto i banchi a rotelle, dove sono stati consegnati, se sono stati usati oppure no e per quale ragione sono stati tolti. Quei soldi potevano essere impiegati meglio per comprare altri dispositivi di protezione e assumere nuovi docenti».

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