domenico arcuri bernardo mattarella

COME DAGO-ANTICIPATO, DOMENICO ARCURI HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DA INVITALIA DOPO 14 ANNI DI REGNO - DRAGHI PENSA A BERNARDO MATTARELLA, NIPOTE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, COME COMMISSARIO STRAORDINARIO - L'OBIETTIVO E' RIFORMARE L'AGENZIA CONTROLLATA DAL MINISTERO DELL'ECONOMIA PER TOGLIERE SPAZIO AI PARTITI

BERNARDO MATTARELLA

A. Dar. per "la Verità"

 

La pressione è alta e la strada è tracciata. Dalle parti di Palazzo Chigi usano questa metafora per descrivere la situazione di Domenico Arcuri, ancora amministratore delegato di Invitalia a 3 giorni dalla notizia dell'indagine per abuso d'ufficio e peculato sulle mascherine irregolari arrivate dalla Cina. Come già raccontato dalla Verità il governo vuole sostituirlo entro la fine dell'anno e allo stesso tempo avviare una riforma dell'agenzia pubblica per lo sviluppo e gli investimenti. Ci vuole tempo.

 

domenico arcuri

Ma nelle ultime ore starebbe prendendo piede - sull'asse tra Chigi e il Mef -, l'idea di commissariare l'ex commissario straordinario per l'emergenza coronavirus. A quanto pare le uniche sacche di resistenza rimaste sarebbero in Via XX Settembre, dove Arcuri godrebbe ancora di stima per il suo operato. In ogni caso, dopo un decreto ad hoc, il numero uno di Invitalia sarebbe accompagnato alla porta e lascerebbe così dopo 14 anni la sua roccaforte conquistata nel 2007 durante il governo di Romano Prodi. L'arrivo di un commissario farebbe quindi da apripista a una serie di riforme dell'agenzia controllata dal ministero dell'Economia.

MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

 

Sul tavolo restano diverse ipotesi, tra cui quella di una fusione con Consip (Centrale acquisti della pubblica amministrazione), ma nelle ultime ore si è anche parlato di dividerla o spacchettarla, cedendo alcune parti a Cassa depositi e prestiti. Chi si prenderà gli oneri e gli onori di riformare l'avamposto di Arcuri?

 

È lunga la lista dei possibili successori. Anche se diversi manager pubblici vorrebbero arrivare dopo la riforma. Non sarà facile smantellare una struttura dove Arcuri ha comandato così a lungo e dove tutte le prime linee restano ancora suoi fedelissimi. Da mesi, sin da quando l'ex commissario straordinario per l'emergenza Covid 19 fu sostituito dal generale Francesco Paolo Figliuolo, il nome che gravita intorno a Invitalia è quello di Bernardo Mattarella. Il nipote del presidente della Repubblica è amministratore delegato della Banca del Mezzogiorno - Mediocredito centrale, controllata da Invitalia.

BERNARDO MATTARELLA

 

È stato riconfermato lo scorso anno e sarebbe uno dei profili più graditi a Palazzo Chigi. Anche perché con tutta probabilità Mattarella jr conosce ogni angolo dell'agenzia. Dal 2007 al 2011 è stato Cfo e dal 2011 al 2017, è responsabile della business unit incentivi e innovazione. Poi, nel 2017, quando Invitalia rilevò da Poste italiane il 100% del Mediocredito centrale, ne divenne amministratore delegato.Ma a lato del suo nome molti altri aspirano a prendere il posto di Arcuri.

 

DOMENICO ARCURI

Di sicuro un nome che circola è quello di Domenico Tudini, attuale Cfo di Invitalia e un lungo curriculum nella pubblica amministrazione, già amministratore delegato di Infratel, società sempre controllata da Invitalia e impegnata sulla banda larga nel nostro Paese. Non solo. Un altro nome per il posto di Arcuri è quello di Marco Bellezza, che nel 2020 ha preso il posto di Tudini in Infratel.

 

Bellezza è stato negli scorsi anni consigliere giuridico per le comunicazioni e l'innovazione dell'allora ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli. Ma ha dalla sua anche un incarico da consigliere giuridico dell'attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio, quando il leader pentastellato era vicepresidente del Consiglio nel governo di Giuseppe Conte. La decisione sarà presa comunque dal presidente del Consiglio insieme con il ministro dell'Economia Daniele Franco.

 

francesco paolo figliuolo

Difficile che i partiti possano far sentire la loro voce in questa partita. Il metodo utilizzato sulle nomine appare sempre molto distante da quello «collegiale» che era una volta di Conte. E anche in questo caso l'arrivo di un commissario potrebbe creare più qualche malumore tra maggioranza e opposizione, come nel caso del Gse (Gestore servizi energetici) dove è stato nominato pochi mesi fa un amministratore unico.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…