mario draghi

COME DAGO-ANTICIPATO, DRAGHI, NEL SUO INCONTRO PRE-NATALIZIO CON SALVINI, HA FATTO PRESENTE CHE È DISPOSTO A RESTARE A PALAZZO CHIGI, A PATTO CHE IL GOVERNO SIA SOLIDO (E ABBIA UN PROGRAMMA DEFINITO) – “NONNO MARIO” NON CI STA A FARE LA FOGLIA DI FICO DEI PARTITI IN UN ANNO ELETTORALE. TRADOTTO: COMANDO IO, E ALLA PRIMA SBANDATA VI MANDO A QUEL PAESE…

 

 

 

MARIO DRAGHI

PER INCHIAVARDARE DRAGHI A PALAZZO CHIGI BISOGNA DARGLI UN GOVERNO SOLIDO (E UN PROGRAMMA DEFINITO) - NELL’INCONTRO DEL 23 DICEMBRE A PALAZZO CHIGI CON SALVINI, MARIOPIO HA FATTO PRESENTE CHE IL SUO GOVERNO È SCATURITO DA UN’EMERGENZA MA PER CONTINUARE FINO ALLE POLITICHE DEL 2023, ALL’ITALIA SERVE UN ESECUTIVO CON UN PROGRAMMA DEFINITO, CON ALMENO 5 PUNTI IMPORTANTI. E TALE ACCORDO TRA I PARTITI, DEVE AVVENIRE PRIMA DEL VOTO PER IL NUOVO CAPO DELLO STATO ALTRIMENTI...

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/inchiavardare-draghi-palazzo-chigi-bisogna-dargli-governo-solido-294568.htm

 

mario draghi sergio mattarella

I PALETTI DI DRAGHI AI PARTITI: POSSO RESTARE PREMIER SOLO SE LIBERO DI DECIDERE

Carlo Bertini per “La Stampa”

 

Posto che il commiato di Mattarella sia definitivo e che il retropensiero dei leader non sia «tanto alla fine c'è sempre lui», il rebus del Quirinale si complica: all'accordo sul prossimo capo dello Stato va sommato infatti quello sul nuovo governo che verrà. E pur essendo d'accordo sul punto, i partiti rischiano proprio su questo di finire a gambe per aria.

 

mario draghi giuliano amato

La tesi lanciata da Renzi e condivisa da Letta che il prossimo premier debba esser un politico, («siamo tutti per una tenuta salda degli equilibri costituzionali», dicono al Nazareno) si scontra con la scelta del nome: «Se la Lega lanciasse Giorgetti, noi diremmo Guerini o Franceschini e se Forza Italia spingesse su Brunetta...di questo passo non si va da nessuna parte», sintetizza un dirigente dem.

 

Fatto sta che il totem piantato dal leader Pd - che i due corni del problema (Quirinale e Chigi) vadano tenuti assieme altrimenti si precipita verso le urne - trova sponde ormai in tutte le anime del Pd: che ora sono meno restie a dare il via libera a Draghi al Quirinale, ma chiedono un accordo blindato sul «dopo». Del problema hanno parlato a vario titolo Letta e i ministri dem col premier negli scambi di auguri di fine anno.

 

giancarlo giorgetti e matteo salvini 2

E hanno raccolto un messaggio dal presidente del Consiglio di questi tenore: posso pure restare a palazzo Chigi, ma in un quadro in cui la maggioranza sia la stessa e che il governo sia messo in grado di operare. Un messaggio recapitato giorni fa anche a Salvini e ripetuto a tutti in queste ore.

 

Della serie, Draghi non ci sta a fare la foglia di fico dei partiti in un anno elettorale, alla prima sbandata in cui non fosse messo in grado di decidere, lascerebbe il campo: nessun ruolo da mediatore come capitato già troppe volte in questi mesi, con la manovra di bilancio ed i provvedimenti sulla pandemia.

 

Pd più compatto su Draghi

draghi letta

Ma il premier è anche consapevole che la sua corsa al Quirinale è minacciata dai franchi tiratori e i dem, da Letta a Lorenzo Guerini, passando per Dario Franceschini, gli hanno detto l'unico modo per sventare le insidie è lavorare ad un accordo di ferro sulla durata della legislatura.

 

Il ministro della Difesa, che controlla la corrente più corposa dei gruppi dem, Base Riformista, lo ha spiegato così ai suoi: «Più che su chi farà il presidente della Repubblica bisogna concentrarsi su come dare continuità ed efficacia all'azione di governo, la pandemia e il Pnrr chiedono un governo forte retto da partiti responsabili». Insomma, i ragionamenti che fanno i big del Pd in queste ore sono questi: «Le urgenze del Paese necessitano un'azione di governo seria, non condizionata dalle preoccupazioni elettorali del 2023».

mario draghi

 

Dunque ormai il baricentro della discussione nei partiti si è spostato: il problema non è più chi andrà al Colle, ma il governo. Un governo che potrebbe pure continuare a essere retto dal premier attuale, disposto però a restare per operare al meglio e non per fare da parafulmine agli scontri tra partiti. Salvini potrebbe sfilarsi E nel Pd si è pure aperto un altro fronte: Draghi ha posto come condizione per restare che la maggioranza resti la stessa, «ma se a palazzo Chigi non ci fosse più lui, Salvini potrebbe sfilarsi più agevolmente», notano preoccupati i dem.

 

Che non credono alla tesi di un governo senza Draghi «a maggioranza Ursula», ovvero con Forza Italia e senza la Lega. E quindi a maggior ragione hanno fatto sapere al premier che un accordo di ferro sul prossimo governo deve esser costruito insieme al centrodestra, perché altrimenti può crollare tutto.

conferenza stampa di fine anno di mario draghi 2

 

Nessuno si fida di nessuno: quando nelle sue chiacchierate Renzi fa sapere che l'altro Matteo sarebbe felice di stare un anno all'opposizione e che non vuole andare alle urne perché ha bisogno di tempo, al Nazareno si chiedono se sia realistico pensare che Forza Italia possa sganciarsi dal Carroccio e dalla Meloni.

 

Specie con questa legge elettorale che obbliga a unirsi in coalizioni per vincere quel 30% dei seggi messi in palio con le sfide nei collegi. Anche per questo nei vari consigli elargiti a Draghi c'è anche quello di includere nel patto del futuro governo pure la modifica della legge elettorale, in un sistema proporzionale per favorire questa via di uscita agli azzurri...

draghi letta 1

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...