trump biden afghanistan

COME DAGO-RIVELATO, LA CATASTROFE AFGHANA PUZZA DI BRUCIATO A BIDEN: IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, TRA CUI C’ERA L’ACCORDO DI DOHA CON I TALEBANI, TRA L’AMMINISTRAZIONE DI TRUMP E QUELLA DI BIDEN È AVVENUTO IN MANIERA PIÙ CHE CAOTICA - LA STRATEGIA DEL PRESIDENTE USA PER DARE SCACCO MATTO A “THE DONALD”. BIDEN, CHE DA VICE DI OBAMA SOSTENEVA IL RITIRO DOPO L'ELIMINAZIONE DI BIN LADEN, SCAPPA DAL PANTANO AFGHANO COL CONSENSO DI DUE TERZI DEGLI AMERICANI E CON LA CONCRETA POSSIBILITÀ DI SGONFIARE LA BOLLA TRUMP GIÀ NELLE ELEZIONI DI MIDTERM...

DAGOREPORT

 

https://m.dagospia.com/biden-non-ci-sta-c-e-qualcosa-che-non-torna-nella-catastrofe-afghana-e-con-blinken-indaga-281218

 

KUPCHAN

https://m.dagospia.com/e-se-biden-avesse-vinto-charles-kupchan-controcorrente-a-lungo-andare-la-conquista-281069

 

Stefano Mannoni e Guido Stazi per “Mf- Milano Finanza”

 

biden trump

Diceva Bismarck che i Balcani non valevano le ossa di un granatiere della Pomerania. Guardando le drammatiche immagini che provengono dall'aeroporto di Kabul, si sarebbe tentati di imputare al presidente degli Stati Uniti Joe Biden un'affermazione altrettanto cinica che parafrasa quella del grande statista tedesco: l'Afghanistan non vale le ossa di un marine americano.

 

Gli attentati suicidi di Isis-K, la variante jihadista afghana che considera i talebani venduti agli americani, hanno massacrato decine di civili afghani e altri 13 marines che si aggiungono ai 2.400 americani morti dall'inizio dell'occupazione. La decisione di abbandonare il campo, costi quel che costi, e riportare a casa i soldati e i collaboratori deriva da quel sentimento.

JOE BIDEN SULL AIR FORCE ONE

 

Ma la precipitosa evacuazione da Kabul richiama alla mente le immagini della fuga da Saigon: lo stesso elicottero Chinook che preleva in tutta fretta personale e profughi dai tetti dell'ambasciata in un clima da si salvi chi può. Impressione e similitudini forti, certo, ma sbagliate.

 

Biden ha ragione: la guerra più lunga in cui gli Stati Uniti siano stati mai impegnati (vent' anni) va chiusa per non essere persa. A sostegno di tanta conclusione giunge innanzitutto la storia di quella tormentata regione. Gli europei da tempo hanno messo in soffitta la prospettiva storica, ma qualcuno in America non ha ritenuto di fare altrettanto. E a giusto titolo.

joe biden guarda l'orologio durante il rientro delle salme dei militari morti a kabul 4

 

Invaso dai persiani e poi dai macedoni; devastato dai mongoli; attraversato da eserciti britannici e sovietici l'Afghanistan ha sempre sostenuto la sfida. E' caduto ma si è risollevato accreditando la preveggente intuizione di un dignitario britannico secondo il quale quella terra «è come una scarpa che ferisce solo chi la porta: la potenza che occupa il Paese è anche quella contro cui la popolazione si solleverà».

JOE BIDEN DONALD TRUMP BY PAT LUDO

 

Gli inglesi ne sapevano qualcosa. Tre guerre combattute la prima delle quali, nel 1842, segnata da una orrenda disfatta delle gloriose armi inglesi all'insegna di un monito, formulato allora e ribadito oggi da un attento studioso di quelle popolazioni, Gastone Breccia: «Facile da conquistare, impossibile da controllare». E la vicenda di Enduring freedom, la missione Nato/Onu iniziata nel 2001 all'indomani degli attentati alle Torri gemelle, conferma la piena validità di questa diagnosi.

 

abdul ghani baradar 1

Non importa quante vittorie sul campo si possano ottenere: il risultato netto sarà quello di vedersi sfuggire il target, come un pugno di sabbia dalla mano. Soprattutto quando una missione insegue obiettivi politici poco chiari: affrancarsi dal pericolo di Al Qaeda eliminando Osama Bin Laden?

 

O esportare i valori occidentali e la democrazia? Perché se è così il primo scopo è stato raggiunto, il secondo no. Ed è su questo secondo obbiettivo che bisogna concentrare l'attenzione perché, ancora una volta, è la storia afghana a insegnare quanto attaccamento i gruppi tribali e le etnie provassero per valori tradizionali come, per esempio, la struttura strettamente gerarchica della famiglia e quanto quelle popolazioni siano ostili a ogni ipotesi di centralizzazione del potere politico.

 

joe biden inciampa sulla scaletta dell'air force one

Sconfitta della politica dell'Occidente allora? Solo se si ritiene che Woodrow Wilson e il suo idealismo aggressivo sia ancora di attualità. E invece no, non lo è, persino per un presidente come Biden che con Wilson condivide l'affiliazione partitica. Il punto è che Biden ha dalla sua una permanenza in Senato che supera quella di Lyndon Johnson e anni di vice-presidenza degli Stati Uniti.

 

La memoria storica non gli manca davvero e nemmeno l'esperienza. Il suo pragmatismo è in sintonia con la concezione realista delle relazioni internazionali che tiene conto dei rapporti di forza sul campo, senza avanzare la pretesa di assumere una progettualità etica ad alto rischio di danni diretti e collaterali.

 

E la variabile umanitaria? Il realismo non la esclude affatto dal suo campo di osservazione. Solo la persegue senza pose pedagogiche e intolleranti di una situazione di fatto che non può essere ignorata. E che comunque ha consentito di porre in salvo oltre centomila persone in pochi giorni, nonostante il rischio incombente e purtroppo puntualmente realizzato di azioni terroristiche.

 

donald trump

E che questa sia la linea lo testimonia la presenza nella capitale afghana del direttore della Cia, William Burns, il quale si suppone proprio di questo si stia occupando; trattando direttamente con il nuovo capo dei talebani, Abdul Ghani Baradar, catturato dagli americani in Pakistan nel 2010 e rilasciato nel 2018 per trattare con la Cia le condizioni della fine delle ostilità e di uscita. Biden persegue con fredda determinazione, che a qualcuno, sbagliando, è sembrata goffaggine, l'obiettivo di riportare tutti gli americani a casa; obiettivo che il suo predecessore Donald Trump aveva perseguito e sancito con gli accordi di Doha del 2020 con i talebani, su cui nessuno aveva obiettato.

 

ashraf ghani e la moglie

Ma prima di Trump, Biden aveva contestato la politica di occupazione dell'Afghanistan di Bush jr.; e da vice presidente di Barack Obama sosteneva il ritiro dopo l'eliminazione di Bin Laden. Perse perché gli interessi che una volta venivano definiti il complesso militare industriale americano, il cui bilancio ha largamente beneficiato dei vent' anni di campagna afghana, prevalsero.

 

Adesso è lui il Comandante in Capo e coerentemente se ne va, col consenso di due terzi degli americani e con la concreta possibilità di sgonfiare la bolla Trump già nelle elezioni di midterm del prossimo anno. Quanto agli europei e alle reazioni isteriche che si sono levate dalle capitali del Vecchio Continente, ebbene danno l'impressione di volere tacitare la cattiva coscienza di chi ha alzato i tacchi dal teatro bellico prima degli altri, cui è stato delegato di sciogliere la matassa. E benissimo fa Draghi ad elevare la mediazione politica sulla crisi afgana a livello globale, convocando il G-20 straordinario del settembre prossimo.

obama biden

 

Ma il valore della democrazia che fine fa in questo scenario, calpestata sulle piste polverose di un aeroporto? Orbene se di democrazia si vuole parlare, si tratti anche di quella degli americani, che a furore di popolo se ne vogliono andare da uno stillicidio di uomini e risorse senza fondo.

 

Crocifiggere Biden per avere dato ascolto al suo corpo elettorale equivale a ipotecare in modo un po' ipocrita quel primato del governo attraverso il consenso popolare in nome del quale si voleva che (gli altri) continuassero a battersi.

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...