luigi di maio nicola zingaretti giuseppe conte

COME DAGOANTICIPATO, IL GOVERNO REVOCHERÀ LA CONCESSIONE AD AUTOSTRADE - MANCA L'ULTIMO PARERE DELL'AVVOCATURA, QUELLO CHE SERVE A CAPIRE QUALI SIANO I MARGINI IN CASO DI CONTENZIOSO LEGALE A SUON DI MILIARDI: CON L'ADDIO AD ASPI SI RISCHIANO 23 MILIARDI DI EURO. MA CON LA MODIFICA INTRODOTTA NEL DECRETO MILLEPROROGHE M5S E PD SPERANO DI RIDURLA A 7 - ATLANTIA HA PRONTO IL RICORSO: “QUI RISCHIAMO IL FALLIMENTO”. GLI AZIONISTI SI RIVOLGONO ALLA COMMISSIONE UE…

1. FERMI TUTTI, ARRIVA L'APOCALISSE! - QUALCHE GIORNO PRIMA DEL VOTO IN EMILIA-ROMAGNA, CONTE PORTERÀ IN CONSIGLIO DEI MINISTRI LA REVOCA DELLA CONCESSIONE AD AUTOSTRADE. MESSO ALLE STRETTE DAI 5 STELLE ALLO SBANDO, CHE HANNO URGENTE BISOGNO DI UNA BOTTA POPULISTA PER RIACCENDERE LA VOGLIA DI VOTARE DEGLI ELETTORI E COMPATTARE I DISSIDENTI

2. IN CAMBIO DEL VOTO, IL PD OTTIENE LO SBARRAMENTO AL 5% SULLA LEGGE ELETTORALE

3. FIOCCANO LE LETTERE DEGLI AZIONISTI ATLANTIA (FONDI, BANCHE E BENETTON) ALLE ISTITUZIONI ITALIANE: ECCO L'APOCALISSE ECONOMICA CHE SEGUIREBBE ALLA REVOCA DELLE CONCESSIONI

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/fermi-tutti-arriva-39-apocalisse-qualche-giorno-prima-voto-223673.htm

 

 

giuseppe conte nicola zingaretti 1

1 - IL GOVERNO HA DECISO REVOCHERÀ LA CONCESSIONE ALLA SOCIETÀ AUTOSTRADE

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

Se non sarà al Consiglio dei ministri di venerdì, sarà in quello successivo, ma ormai Giuseppe Conte è deciso: «Mi sembra inevitabile la revoca per Autostrade». Luigi Di Maio è convinto che il premier non retrocederà. Nel Pd invece ci sono molti più dubbi, anche su quando sia più opportuno uscire con la notizia, se prima o dopo il voto in Emilia-Romagna, per non dare a Matteo Renzi un argomento che lo aiuti a fare il guastatore alla vigilia del voto.

PAOLA DE MICHELI

 

Un aneddoto raccolto dalla Stampa è rivelatore delle incertezze dei dem. Sul volo Alitalia Milano-Roma di lunedì mattina c' è una passeggera che ha un tono di voce più alto degli altri. Qualcuno la riconosce subito: è la ministra dei Trasporti Paola De Micheli. Sta parlando al telefono in modo agitato.

 

Chi le è vicino sente in maniera chiara cosa sta dicendo e sente che cita Nicola Zingaretti, il segretario del suo partito, il Pd: «Non si decide, non si capisce che posizione abbiamo.

Ma io devo saperlo!». De Micheli parla in quanto titolare di un ministero che è cruciale nella definizione del destino di Autostrade. Parla perché costretta a galleggiare in un guado tra partito e governo, nella nebbia politica di queste ore dove ogni decisione si mescola al calcolo elettorale e ai rapporti di forza con gli alleati.

 

Qualche ora dopo, dall' abbazia di Contigliano, nel Reatino, al seminario Pd quello sfogo si trasformerà in una dichiarazione più diplomatica: «Sui concessionari autostradali, sui quali c' è una discussione e un dibattito anche dentro di noi, vorrei avere quanto prima un approfondimento, soprattutto nei gruppi parlamentari».

AUTOSTRADE PER L ITALIA

 

De Micheli sa bene che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è ormai decisamente orientato verso la revoca. I due si sono visti giovedì scorso, in un vertice ristretto prima dell'ultimo Cdm. In quell'occasione la ministra ha portato con sé e mostrato al premier il dossier della commissione del Mit che inchioda alle proprie responsabilità Autostrade per l'Italia, la società che fa capo al gruppo Atlantia, della famiglia Benetton.

 

L'analisi è chiusa e non lascia scampo. Anche per questo negli ultimi giorni Conte non ha avuto timore a esporsi e a parlare pubblicamente di «gravi inadempienze» sulle quali «il governo non farà sconti», nonostante al Tesoro i tecnici abbiano espresso perplessità per la ricaduta finanziaria delle penali.

sabrina con gilberto benetton

 

Manca ancora l'ultimo parere dell'Avvocatura, quello che serve a capire quali siano i margini in caso di un prevedibile contenzioso legale a suon di miliardi. Sulla carta con l'addio ad Aspi si rischiano 23 miliardi di euro. Con la modifica introdotta nel decreto Milleproroghe M5S e Pd sperano di ridurla a 7 miliardi. Conte sta decidendo se puntare sulla via del diritto amministrativo o su quella del civile. Propenderebbe per quest' ultima perché gli darebbe uno scudo più solido contro i ricorsi. Si potrebbe appellare a un articolo del Codice che considera nullo qualsiasi accordo che non preveda una responsabilità per dolo o colpa grave.

 

luciano benetton

Ora tocca alla politica. I mille imbarazzi di De Micheli e Zingaretti svelano due preoccupazioni. Primo: le divisioni del Pd, dove non tutti, soprattutto gli ex renziani, sembrano contenti di rimanere sulla scia Di Maio che ancora ieri sosteneva che «non si devono più fare profitti sulle nostre autostrade, mettendo a rischio la vita di molti italiani». Il secondo timore è sempre il solito: Renzi. L'ex rottamatore insiste a chiedere di non pronunciarsi prima dei processi: «Chi decide? - accusa - Le regole e le leggi sono cose serie». Dargli l' occasione di lanciare i fuochi d' artificio alla vigilia del voto in Emilia, dove Zingaretti si gioca tutto, è la migliore risposta a chi si chiede perché il segretario stia ancora tentennando.

 

2 - "QUI RISCHIAMO IL FALLIMENTO" ATLANTIA HA GIÀ PRONTO IL RICORSO

Alessandro Barbera per “la Stampa”

 

ATLANTIA

Il quartier generale di Atlantia è un edificio anonimo nella periferia est di Roma. La via è alberata, eppure siamo a pochi metri dal più grande campo rom della Capitale. I dipendenti si preparano al peggio. Negli ultimi giorni le voci che danno il governo pronto alla revoca della concessione vengono prese sul serio, al punto da aver già fatto preparare dai legali le carte della prima contromossa: un ricorso urgente al Tribunale amministrativo del Lazio per ottenere la sospensione dell' eventuale decisione.

 

Per il gruppo controllato dalla famiglia Benetton è una questione di sopravvivenza. Nonostante Atlantia sia una multinazionale, più del trenta per cento dei ricavi arrivano ancora dalle concessioni autostradali. È opinione diffusa fra gli esperti che la linea dura manderebbe al tappeto Aspi - più o meno settemila dipendenti - e metterebbe in seria difficoltà la capogruppo, indebitata sui mercati obbligazionari per quasi undici miliardi di euro.

valdis dombrovskis paolo gentiloni

 

«Qui si rischia il fallimento», ammette un alto dirigente che chiede di non essere citato. Non è tattica propagandistica: le tre grandi agenzie di rating hanno ridotto i giudizi di entrambe le società a livello spazzatura. Per evitare le conseguenze peggiori della liquidazione è pronta la cessione delle quote di Aeroporti di Roma. Ironia della sorte, lo scalo da due anni viene premiato come il migliore d' Europa.

 

L' ultimo tentativo per fermare la linea dettata dai Cinque Stelle è una lettera inviata al numero due della Commissione europea Valdis Dombrovskis e a due commissari: quella alla concorrenza Margrethe Vestager e al mercato interno Thierry Breton. La firmeranno almeno due grandi azionisti del gruppo, il fondo sovrano di Singapore e il cinese Silk Road, mentre manca ancora il sì di Hsbc, una delle dieci banche più grandi del mondo.

 

ATLANTIA INVESTITORI

La lettera è un atto d' accusa contro quanto scritto nel decreto Milleproroghe, il quale cancella l' impegno al risarcimento previsto dall' articolo 9 del contratto di concessione: dei ventritré miliardi stimati da Mediobanca ne resterebbero sette. «Misure che preoccupano noi e l' intera comunità degli investitori, perché compromette la prevedibilità delle norme e scoraggia gli investimenti».

 

Parole che valgono poco per chi ha ancora negli occhi le immagini tragiche di Ponte Morandi, ma che dette da investitori di quelle dimensioni potrebbero costare carissime alla credibilità dell' Italia sui mercati. La lettera cita anche un precedente: il provvedimento voluto nel 2006 dall' allora ministro Antonio Di Pietro, e che provocò una procedura di infrazione.

 

GUIDO ALPA

Ecco perché fra Tesoro e Palazzo Chigi c' è ancora chi lavora a una soluzione di compromesso. Il governo ha due opzioni. La prima è stata suggerita a Giuseppe Conte dal suo mentore Guido Alpa: la cosiddetta «caducazione» immediata del contratto. È la via di maggior impatto mediatico ma anche la più drammatica per la gestione di tremila chilometri di nastri di catrame: Autostrade dovrebbe essere rimpiazzata da Anas in pochi giorni.

 

La seconda opzione è quella di procedere alla revoca secondo quanto previsto dalla convenzione. In questo caso la revoca sarebbe formalizzata fra due mesi, solo dopo aver dato al concessionario l' opportunità di rispondere nel merito alle contestazioni. Questa soluzione lascerebbe aperta la possibilità di un ripensamento, magari dopo aver concluso la trattativa che nel frattempo va avanti sottotraccia fra Paola De Micheli e il nuovo amministratore delegato Paolo Tomasi. Sempre che il gruppo riesca a sopravvivere ai contraccolpi della revoca.

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….