marco rizzo

COMPAGNI, CHE CAOS! - SULLA PAGINA FACEBOOK DEL PARTITO COMUNISTA LOMBARDO SI DA' NOTIZIA DELL'ESPULSIONE DI MARCO RIZZO - MA E' UNA PROVOCAZIONE. SULL'ACCOUNT NAZIONALE ARRIVA LA SMENTITA: "IN QUESTO MONDO DEI SOCIAL BASTA IMPOSSESSARSI DELLA PASSWORD DI FACEBOOK DI UNA FEDERAZIONE E DECIDERE CHE IL SEGRETARIO NAZIONALE È ESPULSO. DI QUESTI BONTEMPONI SI STA OCCUPANDO LA COMMISSIONE CENTRALE DI GARANZIA. IL SEGRETARIO GENERALE MARCO RIZZO STA BENE E GODE DELLA FIDUCIA DI TUTTO IL PARTITO"

ZECCHE SULLA CRINIERA DI UN DESTRIERO

Dalla pagina facebook di Partito Comunista

 

In questo mondo dei social basta impossessarsi della password di Facebook di una federazione del Partito e decidere che il segretario nazionale è espulso. Di questi bontemponi si sta occupando la Commissione Centrale di garanzia e, per rimpinzare le casse, la tesoreria e gli avvocati. Il segretario generale Marco Rizzo sta bene e gode della fiducia (certificata col voto ad ampia maggioranza -7 voti contrari ed 1 astenuto- del Comitato Centrale del 25 Giugno) di tutto il Partito, che approva la scelta di unire le forze reali del dissenso in questo Paese. Partendo da questa divertente fake vorremmo suggerire a Mario Draghi di lasciare il posto da presidente a Marco Rizzo, che godrebbe di certo di maggiore fiducia da parte del popolo italiano… anzi potremmo darla come notizia?Giuseppe Tulli, presidente della Commissione Centrale di Controllo e Garanzia. Canzio Visentin, presidente del Partito Comunista e rappresentante legale. Roma 4 luglio 2022

 

Dall’account facebook di Partito Comunista - Milano

 

MARCO RIZZO ESPULSO DAL PARTITO COMUNISTA

La recente seduta del Comitato Centrale ha ratificato l’avvio di una nuova fase nel Partito Comunista. Questa nuova fase si caratterizza essenzialmente nella profonda revisione di alcune indicazioni strategiche contenute nel documento del nostro terzo Congresso. Tra esse la decisione di procedere ad alleanze politiche con partiti e organizzazioni che verranno individuati, grazie al mandato ottenuto dal CC, dal Segretario Generale e dall’Ufficio Politico.

MARCO RIZZO

 

Come noto, il documento del terzo Congresso si esprimeva esplicitamente contro alleanze politiche con altre organizzazioni, anche e soprattutto in vista di appuntamenti elettorali.

Pertanto, la decisione presa è una di quelle che, a tutti gli effetti, mutano la strategia del Partito. Per questa ragione un tale cambio di rotta poteva e può essere sancito solo coinvolgendo tutti i militanti del partito in un congresso straordinario. Non si può mutare la linea del partito su un argomento tanto importante senza coinvolgere tutti gli iscritti.

 

Inoltre, la richiesta di mandato presentata dal gruppo dirigente giunge dopo che, in realtà, gli accordi politici sono già stati siglati, sia tramite la nascita di un gruppo parlamentare al Senato (il CAL), sia con la decisione di procedere a iniziative politiche pubbliche insieme a organizzazioni e partiti esistenti (Ancora Italia, Riconquistare l’Italia, Ingroia, ecc.).

MARCO RIZZO

Tutto ciò, di fatto, pone la recente decisione del CC fuori dalla corretta dialettica del centralismo democratico, poiché aggiorna alcune decisioni strategiche del nostro ultimo congresso senza sottoporle a discussione e a una corretta ratifica in spregio dello Statuto, ormai totalmente ignorato.

 

Il SG e l'Ufficio Politico si sono infatti sostituiti al CC nella funzione di direzione politica e dirigente del Partito tra un congresso e l'altro, che è invece prerogativa del CC. Come recita lo Statuto approvato dal terzo Congresso “Il Comitato Centrale, costituito da un minimo di 70 ad un massimo di 100 persone (ad oggi, nemmeno dopo le cooptazioni effettuate nell'ultimo CC, esso raggiunge il numero minimo previsto), è l’organismo di direzione politica generale tra un congresso e l’altro. (…)  verifica la realizzazione della linea politica, discute ed approva le candidature per le elezioni politiche nazionali, amministrative locali ed europee”.

 

MARCO RIZZO

L'Ufficio Politico, invece, è un organo esecutivo che “da corso all’attuazione della linea stabilita dal CC”. Anche nel numero dei membri l'UP non rispecchia lo Statuto che ne prevede un numero minimo di otto contro i sei attuali. Fin qui le questioni di natura metodologica. Questioni di metodo che, ogni comunista lo sa, sono anche questioni politiche.

 

Ma a tale gigantesco scivolone se ne aggiunge un altro che riguarda la natura stessa di queste alleanze già esistenti. Le organizzazioni con le quali si chiede al partito di lavorare, sono a tutti gli effetti inesistenti sul territorio, presenti in nessuna lotta sociale (mentre lo sono sulle “battaglie social”) e – soprattutto – ideologicamente distanti da una lettura di classe dello scontro sociale.

 

Non sfugge a nessuno che in questa fase storica sia necessario lavorare intelligentemente per recuperare delle classi popolari sempre più disaffezionate alla militanza. Da qui a collaborare con il Popolo della Famiglia (come accaduto in Sardegna) o con chi ritiene di dover combattere insieme a chi si richiama al tradizionalismo cattolico contro il materialismo ateo, ce ne passa.

MARCO RIZZO

 

Di più: alleanze politiche con strutture tanto distanti dal pensiero marxista-leninista e dalla lotta di classe renderebbero e rendono ancora più urgente una ratifica attraverso il coinvolgimento di tutto il corpo del partito. Se non lo si fa è perché si ha paura.

Né basta incitare (a babbo morto) all’uscita dalla Nato dopo averlo vietato per settimane (con slogan del tipo: “sì alla pace, no alla guerra”, che sembra una delle celeberrime battute di Catalano a “Quelli della notte”), solo per lisciare un po’ il pelo ai tanti compagni rimasti esterrefatti da questa virata.

 

Una virata che si configura a tutti gli effetti come deriva elettoralista, di cui negli ultimi 18 mesi già avevamo visto diversi segnali, a iniziare dalla presenza del nome del SG nel simbolo elettorale. Di fronte a tutto questo assistiamo non solo a un Partito che nell’ultimo CC ha visto ben 8 compagni su 40 non votare la relazione del segretario; a questi se ne accompagnano altrettanti che, per un motivo o per l’altro, hanno apertamente espresso la loro contrarietà a tale virata.

marco rizzo

 

Il risultato è che il segretario della Regione Piemonte, compagno Matteo Mereu, è stato sospeso dai suoi incarichi per aver partecipato a una manifestazione comunista a Milano ed essersi rifiutato di partecipare a una manifestazione di destra organizzata strumentalmente dal Partito a Torino, poi finita in un clamoroso flop (come pressoché tutte le altre manifestazioni del 18 giugno, a parte quella di Milano).

 

Il compagno Piero Manunta, segretario della regione Sardegna, si è dimesso. I compagni della federazione calabrese hanno votato contro la risoluzione del SG. La compagna Rosa De Matteis è stata dapprima espulsa dal CC e poi si è dimessa dalle sue funzioni.

I compagni della Federazione del Piemonte hanno già intrapreso un percorso che va oltre il PC, in aperto dissenso con la virata opportunista ed elettoralista.

 

MARCO RIZZO

La Federazione di Milano del PC esprime il rammarico che questi compagni abbiano deciso di uscire dal partito senza coordinarsi con gli altri compagni che intendono difendere il Partito e – soprattutto – una prospettiva comunista in Italia, dalla virata in atto che ha come obiettivo un’unica cosa: l’approdo in Parlamento di qualche soggetto, costi quel che costi. E – va da sé – finendo nel dimenticatoio della storia. Di “Gennaro Migliore” il cammino dei comunisti è purtroppo lastricato. Niente di nuovo.

 

Come Federazione di Milano riteniamo, invece, che vi siano tutti i presupposti per proseguire il buon lavoro che i militanti stavano sviluppando in diverse regioni d’Italia. La nostra vera sconfitta non è essere cacciati da un partito che non esiste già più. La nostra sconfitta risiederebbe nell’abbandonare il campo in ordine sparso.

 

Compagne, compagni: il nostro lavoro deve proseguire, nonostante questi dirigenti.

Avendo loro tradito il mandato del Terzo Congresso, la Federazione di Milano del Partito Comunista decide a maggioranza di espellere tutto il gruppo dirigente del Partito, a cominciare dal Segretario Generale Marco Rizzo.

 

Chi riderà sotto i baffi per questa decisione o non ha capito cosa sta accadendo, o l’ha capito troppo bene e pensa di aver qualcosa da guadagnare nel 2023.

Noi ci prendiamo la responsabilità politica di questa decisione, consci di essere in minoranza in un CC svuotato di tutte le sue funzioni e prerogative, ma in enorme maggioranza nel corpo sociale del nostro paese. Un corpo sociale che può e  deve essere recuperato alla lotta per il socialismo, senza scorciatoie opportunistiche che conosciamo bene da decenni.

 

Compagne, compagni: il lavoro che ci attende è lungo e difficile. Ma siamo sicuri di possedere tutta la forza per affrontarlo. Una forza che ci arriva dall’unico soggetto che può cambiare la storia: il proletariato.

3 luglio 2022

Partito Comunista, Federazione di Milano

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…