conte vecchione mancini mifsud pollari carta

CONTE DI 007 HA SOLO LA PRIMA CIFRA: ZERO - IACOBONI: È IMPOSSIBILE CHE LA GUERRA DI GRUPPI CONTRAPPOSTI NEI SERVIZI SEGRETI POSSA CESSARE FINO A QUANDO CONTE NON RIUSCIRÀ A DEFINIRE IL FUTURO DI VECCHIONE E LA POSIZIONE DEL DISCUSSO MARCO MANCINI - CONTE È TERRORIZZATO DI PERDERE IL SUO “CERCHIO MAGICO”, MA LO SCONTRO FEROCE NEI SERVIZI STA COMINCIANDO A FAR RISUONARE CAMPANELLE NON TRANQUILLIZZANTI PER LA TENUTA DELLO STESSO GOVERNO

Jacopo Iacoboni per “la Stampa”

 

conte vecchione

È impossibile che le turbolenze sui servizi segreti italiani possano cessare fino a quando Giuseppe Conte ritarderà il quadro completo delle nomine, e in particolare non riuscirà a definire la posizione di Marco Mancini. Perché è questo - una guerra di gruppi contrapposti nei servizi, di cui la figura di Mancini è forse la più discussa - quello che sta davvero dietro lo scontro avvenuto martedì.

 

marco mancini

Tutti hanno raccontato di un pezzo di M5S contro il governo, che ha messo la fiducia sulla proroga dei capi dell'intelligence, procedura davvero inedita, chiunque sia a contestarla. Ma i fatti sono assai più complessi. E dietro c'è una durissima partita di nomine, e una guerra di potere in corso dentro la nostra intelligence.

 

Il presidente del Consiglio, con estremo gradimento del direttore del Dis Gennaro Vecchione (un gradimento così esibito che quasi non se ne capiscono le ragioni), si è impegnato molto su (e con) Mancini, già direttore delle operazioni del Sismi di Pollari, uscito indenne da vicende assai controverse come la rendition di Abu Omar, la morte di Nicola Calipari, la brutta storia dello spionaggio Telecom.

 

Angelo Tofalo, sottosegretario alla Difesa del M5S

 Quando a maggio è stato nominato a capo dell'Aise (l'agenzia per l'estero) Giovanni Caravelli, un generale dell'esercito e grande civil servant, Mancini era stato destinato alla vicedirezione di quell'agenzia. Le cose ora si sono fatte sempre più difficili, anche per l'occhio vigile del Quirinale sulla vicenda. Ma il premier sta continuando a dire a diversi interlocutori, fino a pochi giorni fa, che supererà le resistenze su Mancini - assai forti anche dentro le due aree rivali nei servizi - sia pure con accortezza, ha sussurrato Conte.

 

CARLO SIBILIA LUIGI DI MAIO

La conferma che il governo inserisce nel decreto Covid una nuova norma che consente prorogare di quattro anni i capi dei servizi (ossia di fatto l'altro direttore, il generale dei carabinieri Mario Parente, capo dell'Aisi, l'agenzia interna, assai apprezzato da pd e Colle), ha fatto capire a tutti gli interessati che la strada per una nomina di Mancini si è fatta ancora più stretta: all'ex agente del caso Abu Omar era stata fatta intravedere, infatti, anche la possibilità di sostituire Parente. Tramontata quella casella, sono cominciate turbolenze fortissime.

giuseppe conte all'inaugurazione della nuova sede dell'intelligence 3

 

Di cui il Movimento 5 stelle è, da sempre, alveo naturale, per il suo mix di inconsistenza e scarse competenze. Mancini ha da tempo coltivato un ottimo rapporto con Angelo Tofalo, il sottosegretario grillino alla Difesa, legato a sua volte a esperti come Umberto Saccone (ex Eni), e alla Link University. E con Carlo Sibilia, il sottosegretario al Viminale che ha voluto a lavorare con sé l'ispettore di polizia Filippo Paradiso, che stima e apprezza Mancini.

luigi di maio vito crimi

 

Diversi parlamentari grillini sono pronti a esibire prove di aver avuto da Tofalo, martedì, il "la" sostanziale alla firma dell'emendamento presentato dalla 5 stelle Federica Dieni, che chiedeva di stralciare la norma sulla proroga ai capi dei servizi. Dieni che avrebbe avuto anche lei modo di conoscere e apprezzare Mancini.

alberto manenti

 

Ottenuta dal governo, come durissima risposta, la fiducia, Tofalo - raccontano - è apparso assai scosso. L'altro filone sui servizi, nel Movimento, fa capo a Vito Crimi, il quale è stato, assieme a Stefano Buffagni (assai legato a Casaleggio), attivissimo anche personalmente per telefonare a diversi parlamentari chiedendo di ritirare la firma sotto quell'emendamento.

 

Crimi è da tempo in buoni rapporti con Alberto Manenti (un'area antitetica a quella Mancini, ma anche a quella dei civil servant interni). Soprattutto, Crimi vede come il fumo negli occhi Mancini.

 

Sullo sfondo si staglia la scadenza, in autunno, del mandato dei vertici dei carabinieri, e soprattutto di Gennaro Vecchione al Dis. Conte non intende rinunciare, né a lui né a Mancini. Né, evidentemente, a Palazzo Chigi. Ma lo scontro feroce nei servizi sta cominciando a far risuonare campanelle non tranquillizzanti per la tenuta dello stesso governo dell'ex avvocato del popolo.

federica dieni

 

caravellila nuova sede dei servizi segreti a roma piazza dante foto del sito degradoesquilinola nuova sede dei servizi segreti a roma piazza dantegiuseppe conte all'inaugurazione della nuova sede dell'intelligence 6MARIO PARENTE AISI

 

giuseppe conte all'inaugurazione della nuova sede dell'intelligence 4giuseppe conte inaugura la nuova sede dell'intelligencegiuseppe conte all'inaugurazione della nuova sede dell'intelligence 5la nuova sede dell'intelligence a piazza dante 6la nuova sede dell'intelligence a piazza dante 7inaugurazione nuova sede intelligencela nuova sede dell'intelligence a piazza dante 2giuseppe conte e mattarella all'inaugurazione della nuova sede dell'intelligence

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?