giuseppe conte gennaro vecchione

CONTE & VECCHIONE, LA PAURA GENERA ARROGANZA – IL PREMIER INSISTE A TENERE PER SE LA DELEGA SULL'INTELLIGENCE ANCHE SE LA COLLABORAZIONE CON GLI AMERICANI NULLA AVEVA A CHE FARE CON LA SICUREZZA NAZIONALE: È STATA UNA DECISIONE PRESA PER RESTARE A PALAZZO CHIGI (TWEET DI TRUMP) – DI PIÙ: CONTE COMUNICA CHE IL DIRETTORE DEL DIS E SUO AMICO PERSONALE GENNARO VECCHIONE RESTERÀ AL SUO POSTO - AL COPASIR SARA' UN MASSACRO: IL LEGHISTA VOLPI FARA’ A CONTE QUELLO CHE CONTE HA FATTO A SALVINI AL SENATO...

Carlo Bonini per “la Repubblica”

carlo bonini

 

La parziale ricostruzione di Giuseppe Conte del Russiagate è sufficiente, in un mattino, a far dichiarare il caso politicamente archiviato dal Pd e da Matteo Renzi. Prima ancora che il premier si presenti - come si è impegnato a fare - al Copasir, il Comitato parlamentare di controllo dei Servizi. E, tuttavia, la faccenda lascia aperte questioni non esattamente di dettaglio, da cui Conte si è sin qui tenuto alla larga. Che riguardano il merito della vicenda e i suoi effetti. Non ultimo - lo vedremo - la resa dei conti in cui sono stati precipitati gli apparati.

 

gennaro vecchione flavia giacobbe

E dunque. Resta ad oggi ignota la natura delle informazioni che, tra il 15 agosto e il 27 settembre scorsi, il direttore del Dis Gennaro Vecchione, su espressa indicazione del premier, chiese di raccogliere alle nostre due agenzie di Intelligence - Aise e Aisi - perché venissero condivise con il ministro di giustizia William Barr e il Procuratore speciale John Durham. Quale ne era esattamente l' oggetto? 

 

giuseppe conte gennaro vecchione

Forse le mosse del professore maltese Joseph Mifsud, uomo chiave del Russiagate? Il luogo in cui oggi si nasconde? O ancora: la Link University, cui il professore era legato nel 2016, quando il dossier Russiagate prese forma e fu veicolato alla campagna elettorale di Trump? I rapporti di uomini dei nostri Servizi con l' uno (Mifsud) e con l' altra (la Link)? Le eventuali indicazioni arrivate ad Aise e Aisi dall' allora Presidenza del Consiglio?

 

mifsud vincenzo scotti gennaro migliore

Allo stato, è certo che del merito di quel lavoro di raccolta di informazioni, avviato da Aise e Aisi pochi giorni dopo la prima visita di Barr a Roma (il 15 agosto), Conte venne messo al corrente. Ed ebbe modo di discuterne a Palazzo Chigi con Vecchione e i direttori di Aise (Luciano Carta) e Aisi (Mario Parente) almeno in un paio di riunioni. Della seconda, viene ora indicata una data: il 26 settembre. Vale a dire ventiquattro ore prima dell' ultimo incontro del ministro di giustizia americano con i nostri Servizi. 

WILLIAM BARR JOHN DURHAM

 

JOSEPH MIFSUD E GIANNI PITTELLA ALLA FESTA DEI GIOVANI DEMOCRATICI DI ROMA NEL 2017

Ed è certo - per quello che sin qui Palazzo Chigi ha lasciato informalmente filtrare - che proprio quell' ultima riunione preparatoria tra Conte e i vertici dei nostri Servizi servì a concordare quanto era opportuno condividere con gli americani. Il che conferma due circostanze. La prima: che il semaforo verde dato all' inizio di agosto da Conte alla collaborazione con gli americani era stata una decisione presa al buio e per pura convenienza politica. 

 

La seconda: che la messa a disposizione all' amministrazione Trump del lavoro delle nostre agenzie di intelligence nulla aveva a che fare con la sicurezza nazionale. Fu, dall' inizio alla fine, una partita di pura convenienza politica con i Servizi vennero mobilitati come moschettieri del Re. E ora Palazzo Chigi cerca una giustificazione che la renda digeribile al Copasir.

 

JOSEPH MIFSUD E Ivan Timofeev

Non sarà in ogni caso né facile, né rapido liberarsi dei detriti del Russiagate. Il premier, infatti, non solo ha promesso che, a valle di questa storia, terrà per se la delega sull' Intelligence. Ma, soprattutto, che il direttore del Dis e suo amico personale Gennaro Vecchione, che appena la scorsa settimana molti volevano già con un piede fuori dalla porta, resterà al suo posto. Almeno per un po'. E che la vendetta che insieme consumeranno a fari spenti negli apparati - accusati in questo frangente di non aver tenuto la bocca chiusa sul pasticcio "Russiagate" - non si chiuderà senza un qualche spargimento di sangue. 

GENERALE LUCIANO CARTA

 

È nel carattere sospettoso e incline al risentimento di Vecchione, nel tratto narcisista e presenzialista di questo ex generale della Finanza arrivato a fine carriera con uno stato di avanzamento inferiore ai suoi colleghi di corso, che più d' uno, negli apparati, legge il tipo di minaccia arrivata nelle ultime 48 ore. E lasciata scivolare da Palazzo Chigi come un "pizzino" destinato ai vertici di Aise e Aisi. 

MARIO PARENTE

 

Vecchione - ha fatto sapere il premier - sarebbe vittima di una «intollerabile aggressione personale» per l' impegno che avrebbe messo al Dis nel mettere il naso e «imporre ordine» nei bilanci del comparto dell' Intelligence. Parliamo - come documentato ufficialmente nel bilancio dello Stato - di 740 milioni e 252 mila euro annui per Dis, Aise e Aisi. Da qui al 2021.

 

giuseppe conte gennaro vecchione 1

Circostanza non esatta - per quanto risulta a Repubblica - non avendo il direttore del Dis alcun potere di sindacato sulle voci di spesa delle Agenzie di Intelligence. E, tuttavia, agitata nella tempesta, sapendo che se c' è un modo per far impazzire le strutture dei Servizi è lasciare anche solo immaginare che qualcuno potrebbe mettere il naso nei loro conti. Il solo precedente repubblicano (lo scandalo dei fondi riservati dell' allora servizio civile Sisde, anno 1993, che investì la presidenza della Repubblica di Oscar Luigi Scalfaro) provocò una crisi istituzionale e una storica purga nell' Intelligence.

 

MIFSUD MANGIANTE BARR

È un fatto che Vecchione venga raccontato in queste ore fuori dalla grazia di Dio. E che abbia individuato in Luciano Carta, direttore dell' Aise, l' uomo che dovrà pagare il conto. Trovando nei suoi sfoghi sponda e comprensione proprio in Conte, che sa come, nell' estate dello scorso anno, da presidente del Consiglio del governo giallo-verde, per la nomina di Carta fu decisivo l' endorsement di Matteo Salvini. 

 

JOSEPH MIFSUD BORIS JOHNSON

Un pretesto che Vecchione ritiene potrebbe tornare utile nel convincere Conte, oggi a capo di una maggioranza politica capovolta, a sbarazzarsi di un uomo che ha sofferto dal suo primo giorno al Dis dove fu accolto come il Carneade dell' Intelligence che era. 

 

Come Vecchione, anche Carta proviene dalla Guardia di Finanza. Ma al contrario di lui in quel Corpo ha conosciuto nel tempo ben altra carriera (generale di divisione Vecchione, generale di Corpo d' armata Carta) e considerazione. Mentre Vecchione passava da un incarico di seconda fila a un altro, perseguitato dal nomignolo con cui lo avevano marchiato in Accademia, Fracchione, come Fracchia la belva umana dell' indimenticabile Paolo Villaggio, Carta ricopriva infatti comandi operativi cruciali, diventava Capo di Stato Maggiore e arrivava all' Aise da vicedirettore nella stagione del centro-sinistra con il sincero apprezzamento del Quirinale.

RAFFAELE VOLPI

Insomma, sentiremo parlare ancora del "Russiagate". E di Gennaro Vecchione.

donald trump william barr

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”