giuseppe conte mario draghi marta cartabia enrico letta

CONTE SULLA GIUSTIZIA VIENE SCARICATO ANCHE DA LETTA - ENRICHETTO SI SCHIERA SUBITO CON DRAGHI E PLAUDE ALLA FIDUCIA SULLA RIFORMA CARTABIA. IL QUADRO È CHIARO: SE L’AVVOCATO DI PADRE PIO VUOLE DAVVERO ROMPERE SULLA GIUSTIZIA, SALTERANNO ANCHE LE ALLEANZE - È STATO DIRETTAMENTE DRAGHI A CHIEDERE IN CDM L’AUTORIZZAZIONE, PER CARICARE IL GESTO DI VALENZA POLITICA E FAR CAPIRE A “GIUSEPPI” CHI COMANDA, TRA L’IMBARAZZO DEI MINISTRI GRILLINI (MA NON DI LUIGI DI MAIO, CHE GODE…)

Enrico Letta

1 - LETTA: BENE FIDUCIA SU GIUSTIZIA, ORA CORREZIONI IN PARLAMENTO

(askanews) - L'Italia ha una "occasione unica" di riformare la GIUSTIZIA, tocca a Mario Draghi e Marta Cartabia trovare la mediazione per apportare in Parlamento quelle modifiche che possano "migliorare" il testo "senza stravolgimenti" ed è giusto ricorrere alla fiducia.

 

Lo ha detto il segretario Pd Enrico Letta, intervistato da Bruno Vespa nel corso di "Incontro con i leader", la manifestazione in programma presso la Masseria Li Reni, a Manduria.

 

"Abbiamo detto fin dall'inizio che siamo in un'occasione unica, superare 28 anni di scontri politici continui sulla GIUSTIZIA. La politicizzazione della GIUSTIZIA è stato un grande problema del nostro paese.

 

MARTA CARTABIA 1

Riformare la GIUSTIZIA è una grandissima priorità e insisto molto perché sia questo governo a farlo. Affido a loro (Draghi e Cartabia, ndr) la mediazione, la saggezza di trovare un punto di equilibrio. Credo sia assolutamente il momento giusto, motivo per il quale abbiamo approvato il fatto che il governo possa mettere la fiducia sul provvedimento".

 

Insiste Letta: "Abbiamo proposto alcuni aggiustamenti, che sono in fase di discussione in queste ore. E' bene che avvenga il passaggio in Parlamento, per migliorare il testo. E penso che sia fondamentale che la riforma della GIUSTIZIA abbia almeno una prima approvazione prima della pausa estiva.

 

ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE BY OSHO

E credo che questo non possa che avvenire con un voto di fiducia, dato il tempo che abbiamo davanti. Però auspico che l'approvazione avvenga su un testo migliorato rispetto all'attuale, senza stravolgimenti di nessun tipo".

 

Conclude il leader Pd: "Sono stato criticato perché ho detto che qualche aggiustamento sarebbe utile, questa cosa è stata interpretata chissà in quale modo. Io l'ho sempre detto e pensato, non ci vedo nulla di strano né di scandaloso e credo che il testo migliorerà con gli aggiustamenti del Parlamento".

 

mario draghi in conferenza stampa

2 - L'IMBARAZZO DEI 5 STELLE IN CONSIGLIO DEI MINISTRI E IL PD È IN DIFFICOLTÀ

Francesco Verderami per il "Corriere della Sera"

 

È stato Draghi a chiedere in Consiglio dei ministri l'autorizzazione a porre la questione di fiducia sulla riforma della giustizia. Di solito tocca al responsabile per i Rapporti con il Parlamento celebrare il rito.

 

giuseppe conte foto di bacco (7)

Se ieri il premier ha rotto il cerimoniale è perché voleva caricare il gesto di valenza politica, far capire che non si lascerà irretire da chi immagina di usare il semestre bianco per trascinarlo nelle sabbie mobili insieme al provvedimento scritto dalla Cartabia.

 

GIANCARLO GIORGETTI E MATTEO SALVINI

Così i grillini hanno scoperto che, aspettando l'ora X , sono finiti nel pantano. Deve averlo capito Conte, al termine di una telefonata con Draghi definita «critica» da un ministro. Di sicuro l'ha compreso l'intera delegazione Cinquestelle al governo, che davanti ai colleghi è parsa «in grave difficoltà».

 

giuseppe conte non risponde sul ddl zan 8

Il tentativo di agguato sulla giustizia si sta trasformando per il Movimento in una trappola. Le loro mosse politiche sono schizofreniche: i ministri di M5S che nei giorni scorsi erano stati di fatto sfiduciati dal loro leader per aver approvato il testo della riforma, a loro volta ieri hanno di fatto preso le distanze da Conte, accettando la richesta del premier senza opporre resistenza.

 

ENRICO LETTA

È vero che Draghi ha detto di «attendere» eventuali proposte migliorative del testo, «purché siano condivise da tutta la maggioranza». Ma è altrettanto vero che ha rimarcato come lo strumento della fiducia venga usato quando le distanze sono «incolmabili». Spazzando così via le voci che si erano inseguite su un nuovo patto con M5S senza il benestare dell'intera coalizione.

 

Stavolta non si ripeterà quanto accaduto nel precedente Cdm. E senza un'intesa, Draghi si appresta ad applicare la dottrina delle «maggioranze a geometrie variabili» di cui aveva parlato in un colloquio riservato un paio di mesi fa, consapevole che «su alcune cose potrò non avere il consenso di alcuni e su altre di altri».

mario draghi marta cartabia 1

 

È questo l'antidoto al semestre bianco, immaginato come potenziale luogo d'agguato da partiti in affanno e senza strategia. E che questa tattica di logoramento si stesse per mettere in atto era stato chiaro sul decreto Semplificazioni, visti certi giochetti tra grillini e democratici in commissione contro il ministro Cingolani.

 

Perciò il governo ha posto la fiducia. L'atteggiamento del premier non risparmia nessun alleato. Sulla campagna di vaccinazione ieri ha usato toni durissimi verso Salvini, dopo aver prorogato lo stato di emergenza fino a dicembre e ottenuto che il decreto anti-Covid prevedesse il green pass, in modo da stare in linea con le misure concordate con i partner europei.

ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE

 

In Consiglio dei ministri era toccato a Giorgetti spiegare le ragioni della Lega, ma il fatto stesso che dopo aver posto i problemi avesse proposto anche le soluzioni - cioè i ristori per le categorie in difficoltà - testimonia un accordo preventivo. Questo prevede il protocollo dei rapporti con Draghi, che non fa eccezioni.

 

Se così stanno le cose, si capisce perché sulla giustizia non farà sconti al Movimento e ai suoi supporter fuori dal Parlamento. Quel «nessuno vuole sacche di impunità» era rivolto ai magistrati che criticano la riforma «salva-ladri», e anche al Csm che ha bocciato le norme scritte dal Guardasigilli.

 

MARIO DRAGHI

«In un comunicato - ha commentato Costa di Azione - il grillino Gigliotti ha scritto che i tempi per l'appello sono troppo brevi e che la riforma contrasta con la ragionevole durata dei processi. Ha detto cioè una cosa e il suo contrario. Era in Bonafede o in malafede?».

 

La domanda chiama un'altra domanda, posta dal leghista Molinari: «Ma cosa ha concordato Conte con Draghi? Perché o lui non controlla i gruppi di M5S o ha preso il premier per il c...». I dem sperano di capirlo presto, siccome sudano freddo all'idea che la bomba grillina gli esploda in mano. Letta ha iniziato una manovra di sicurezza, accodandosi a Draghi sul voto della Camera «prima della pausa estiva».

 

ENRICO LETTA VOTA ALLE PRIMARIE PER ROMA 1

Ma l'ipotesi che sia il governo a fare la mediazione non regge, se è vero che il Pd si è intestato la mission con l'offerta a Conte di una «norma transitoria» per varare la riforma. E ieri uno degli sherpa democrat alla Camera schiumava rabbia parlando con un esponente della commissione Giustizia: «Oltre questo non si può andare. Se lo capiscono, bene. Se rompono, raccogliamo tutti gli emendamenti messi da parte, dalle intercettazioni all'abuso di ufficio, e andiamo avanti». Bum.

enrico costa

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...