conte azzolina

CONTE LAVORA AL NUOVO DPCM CHE POTREBBE ESSERE FIRMATO TRA SABATO E DOMENICA - NEL MIRINO CI SONO LA SCUOLA (CON INGRESSI TRA LE 10 E LE 11 E IL POMERIGGIO) E IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE - MA C'È DA CONVINCERE IL MINISTRO AZZOLINA CHE HA PUNTATO I PIEDI E NON VUOLE SAPERNE, NEANCHE DI DIDATTICA A DISTANZA - LE SPINTE PER ANTICIPARE LE CHIUSURE DEI LOCALI ALLE 22 - IL NODO PALESTRE E PISCINE

GIUSEPPE CONTE LUCIA AZZOLINA PAOLA DE MICHELI

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

La curva dei contagi sale e già rimette in discussione ogni preghiera e ogni decisione presa. Da quanto è stato possibile ricostruire da fonti dei ministeri della Salute e dei Trasporti, il governo sta pensando a un altro, immediato Dpcm. I numeri del virus fanno paura e nemmeno 48 ore dopo la conferenza stampa di presentazione dell'ultimo decreto, rendono chiaro che quanto deciso potrebbe non bastare, come sostiene il capodelegazione del Pd Dario Franceschini.

 

conte azzolina

I tecnici sono al lavoro e forse già questo week-end, tra sabato e domenica, potrebbe essere firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Per il momento, l'intenzione è di non stravolgere troppo l'impianto del precedente decreto, a sua volta privo di grandi restrizioni. Si tratta di aggiustamenti e di qualche cambiamento. Al centro, c'è ancora il grande timore sul trasporto pubblico locale, considerato dagli scienziati un preoccupante veicolo di contagio del virus, nonostante i numeri della ministra Paola De Micheli dicano altro. La soluzione più semplice appare quella di puntare sulla scuola, per decongestionare bus e metro. L'obiettivo è di ammorbidire le resistenze della ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina.

 

ASSEMBRAMENTO SULL'AUTOBUS ROMA

«Deve fare di più», «deve superare le proprie rigidità», sono le frasi che in queste ore si sentono da colleghi ministri ed esperti del Cts. Per svuotare i mezzi, l'idea è di rendere più stringente a livello nazionale il doppio turno. A scuola si andrebbe mattina e pomeriggio, scaglionando le entrate. Inoltre, si tornerebbe anche all'ipotesi, discussa e poi scartata la scorsa settimana, di spostare a dopo le 9 l'ingresso, preferibilmente tra le 10 e le 11, in modo da alleggerire i mezzi pubblici e allontanare i ragazzi dalle ore di punta, quando bus e metro sono già molto affollati da chi va al lavoro. Si tratta di misure che coinvolgerebbero studenti dai 14 anni in su, in quanto autonomi dai genitori.

 

bus ressa

Secondo l'ultimo Dpcm, dove è scritto che l'ingresso sarà predisposto «non prima delle 9», nulla cambia per la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado, come spiegato da Azzolina lunedì in una nota interpretativa inviata ai dirigenti scolastici. Mentre le scuole secondarie di secondo grado «potranno invece adottare, in caso di situazioni critiche o di particolare rischio comunicate dalle autorità sanitarie o dagli enti locali, ulteriori forme di flessibilità della loro organizzazione, incrementando, ad esempio, il ricorso alla Didattica Digitale Integrata.

 

bus ressa

Oppure modulando ulteriormente (rispetto a quanto già disposto da settembre) orari di ingresso e uscita di alunne e alunni, anche attraverso l'eventuale utilizzo di turni pomeridiani». «Nessun automatismo», precisa Azzolina che sta difendendo in tutti i modi la scelta di non generalizzare la norma. Scelta che sta alla base del Piano Scuola emanato a giugno e approvato con le Regioni. Secondo la ministra grillina è un principio che va salvaguardato assieme a quello dell'autonomia scolastica. Si fa forza anche dell'appello di diversi amministratori del Pd, rimasti spiazzati dalla formulazione del Dpcm di domenica e alle prese con i piani trasporti da rivedere alla luce di un orario scolastico diverso e dell'ingresso fissato alle 9.

 

«Non c'è nulla di perentorio» ha spiegato Azzolina: si lavora per aree, solo sulle criticità, quando ci sono. Ieri la ministra si è sentita anche con il governatore del Piemonte Alberto Cirio e l'ufficio regionale scolastico ha dato disponibilità per un po' più di didattica a distanza e per scaglionare l'entrata negli istituti. Nel governo tutti sono convinti di quello che sostiene Azzolina: «La scuola è la priorità e deve essere l'ultima cosa a chiudere».

LOCALI CHIUSI 3

 

Proprio per questo molti le chiedono una maggiore flessibilità, soprattutto di fronte all'andamento esponenziale del contagio nelle città metropolitane, Milano in testa, dove i trasporti pubblici funzionano, sono pieni di gente e il distanziamento non può esistere. Su altri fronti, per adesso, il premier Conte e il ministro della Salute Roberto Speranza preferiscono aspettare ancora, in modo da calcolare gli effetti delle restrizioni già in atto. Coprifuoco e lockdown, conferma il capo del governo, continueranno a essere stabiliti a livello regionale, provinciale o comunale. Mentre altri ritocchi non sono esclusi sugli orari di ristoranti e locali.

 

Tra gli scienziati c'è chi spinge per scendere alle 22, e un compromesso potrebbe essere alle 23. Infine, le palestre e piscine. L'opposizione del ministro allo Sport Vincenzo Spadafora ne ha impedito la chiusura. Conte gli ha dato una settimana per verificare i protocolli. Da questo, dicono, dipenderà la decisione se tenere queste attività aperte o meno.  

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…