giuseppe conte

CONTE MANNARO! - IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO FA IL POMPIERE CON L’EUROPA MA GETTA SUL TAVOLO ANCHE UNA LETTERA CHE VERRÀ INDIRIZZATA ALLE ISTITUZIONI EUROPEE PRIMA DEL CONSIGLIO UE DEL 20 E 21 GIUGNO, IN CUI PUNTA IL DITO VERSO QUEI PAESI (GERMANIA IN PRIMIS) CHE NON RISPETTANO LA REGOLA DEL SURPLUS COMMERCIALE - RANDELLATA ANCHE AL COMPORTAMENTO SLEALE DI CHI FA DUMPING FISCALE COME IRLANDA, OLANDA, PORTOGALLO, LUSSEMBURGO…

1 - E CONTE SCRIVE A BRUXELLES

Ma.Con. per “il Messaggero”

 

matteo salvini e giuseppe conte approvazione decreto sicurezza bis 2

Ormai i vertici di maggioranza a palazzo Chigi sono sempre alle nove. Cominciano, come al solito, un'oretta dopo, ma stavolta il tutto avviene non in notturna. Intorno ad un tavolo si ritrovano il premier Giuseppe Conte, i vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il ministro dell'Economia Giovanni Tria, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, i sottosegretari al Mef Laura Castelli e Massimo Garavaglia e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Un'ora abbondante di discussione su come disinnescare la richiesta di una procedura della Commissione Ue e poi, prima Matteo Salvini e poi Giovanni Tria lasciano il palazzo.

 

IL BINARIO

matteo salvini e giuseppe conte approvazione decreto sicurezza bis 1

Il leader della Lega è il primo che dal tetto del Viminale, in una diretta facebook subito dopo, oltre a negare ci sia voglia di tassare le cassette di sicurezza, rassicura sull'incontro definito «molto utile». Poi, parlando del braccio di ferro in corso con Bruxelles, aggiunge però che «una Commissione uscente e vecchia non può prendere decisioni e imporre scelte e sanzioni a milioni di cittadini».

 

Una posizione che riflette la distanza emersa poco prima, durante il vertice a Chigi, e che lo stesso Conte non esita a smentire durante il forum organizzato dall'Ansa quando dice che «non ci saranno prove muscolari» con la Commissione e che «l'Italia è ben lieta che la porta dell'Ue sia aperta, siamo sempre disponibili a confrontarci con Bruxelles, non è interesse dell'Italia subire una procedura d'infrazione».

 

ENRICO LETTA E GIUSEPPE CONTE

Il presidente del Consiglio - oltre a negare l'esigenza di un rimpasto di governo - dice anche di aver tratto «un'impressione molto positiva» dalla riunione mattutina e che è «ottimista perché abbiamo impostato il lavoro, proposto la creazione di sette tavoli su dossier legati alla manovra economica». Conte ha anche indicato i sette temi sui quali si inizia a lavorare. Si va dalla spending review, alle tax expenditures, privatizzazioni, cuneo fiscale, export, flat tax e Sud. Pertanto, aggiunge «la manovra possiamo impostarla già adesso» e quindi sono molto confidente».

 

Conte annuncia anche che avrà domani a Malta un incontro con il presidente francese Macron e che intende inviare una lettera alle istituzioni europee «per ribadire come da un lato vogliamo rispettare il patto di stabilità e crescita», ma «dall'altro lato non vogliamo rinunciare a offrire un contributo critico alle regole Ue. È il momento - sostiene il premier - di affrontare e aggiornare le regole europee».

 

tria di maio salvini conte

Sulla linea di Conte è il ministro dell'Economia Giovanni Tria che anche ieri ha frenato Salvini che voleva riproporre la flat tax pur mancando le risorse persino per blòccare gli aumenti dell'Iva. Tria, parlando poco dopo la riunione al convegno organizzato dal Messaggero, ricorda che il debito italiano è «enorme», che va abbassato per «tranquillizzare» i mercati e che ora non servirà nessuna manovra bis, anche se è necessario trovare un «compromesso» con Bruxelles. Alla vigilia dell'Ecofin che si terrà oggi a Lussemburgo, proprio dalla Commissione arriva un invito a fare presto. Il percorso formale della procedura è infatti avviato e c'è tempo fino all'8 luglio per evitare che i ministri dell'Economia dell'Eurozona condannino l'Italia a un percorso forzato di riduzione del debito.

 

conte tria moavero 1

Ma per Bruxelles è tempo che il Governo metta sul tavolo qualcosa, possibilmente impegni scritti e non solo promesse di nuovi dati da presentare tra qualche settimana. «Ho detto che la mia porta è sempre aperta per discutere con le autorità italiane, questo non cambia», ma «non perdiamo tempo», ha avvertito Moscovici, ricordando che «la palla è ora nel campo italiano». L'irrigidimento della Commissione arriva dopo che ieri il numero uno di palazzo Berlaymont, Jean-Claude Juncker, ha rimarcato che l'Italia rischia di restare intrappolata «per anni» in una procedura per debito.

 

Prospettive, quelle del governo italiano, che agitano i sonni del leader della Lega che in serata riunisce a casa sua tutti i ministri della Lega, presente la fidanzata Francesca, avvertendo di tenersi pronti a tutto. Bermuda e camicia bianca è lo stesso Salvini a spiegare che nella riunione «abbiamo parlato di tutto, ognuno per i dossier di competenza sulle cose da fare». Flat-tax compresa.

 

2 - «RISPETTIAMO I PATTI MA ORA NUOVE REGOLE» LA LETTERA DEL PREMIER E LA SPONDA DI PARIGI

Alberto Gentili per “il Messaggero”

 

pierre moscovici

Ora che il braccio di ferro con Bruxelles sta per entrare nella fase cruciale, Giuseppe Conte sceglie la strategia del «doppio binario». Da una parte promette che l'Italia rispetterà il patto di stabilità e che farà di tutto per scongiurare l'apertura della procedura d'infrazione per debito, dall'altra sollecita la «riforma e l'aggiornamento delle regole europee».

 

«Siamo sempre disponibili al confronto con Bruxelles», è la premessa del premier, «non è nell'interesse dell'Italia subire una procedura di infrazione. La nostra non è una prova muscolare, vogliamo dialogare».

 

may macron merkel

E Conte è convinto di poter portare al tavolo della trattativa «numeri migliori» di quelli indicati dalla Commissione europea: «Abbiamo ottimi argomenti. Dal monitoraggio che stiamo effettuando, emerge che sicuramente riusciamo a ridurre il debito in una maniera che neppure noi ci aspettavano. Riusciamo a mantenere le promesse e ci aspettiamo entrate più cospicue, rispetto a quelle che avevamo prudenzialmente stimato. Sia entrate tributarie e previdenziali, sia per gli utili provenienti dalle partecipazioni. Questo ci consentirà di rispettare e forse migliorare i risultati preannunciati». E di evitare la manovra correttiva sollecitata dalla Commissione, ma stoppata da Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

 

MERKEL E MACRON SGHIGNAZZANO

Per dimostrare che la posizione italiana non è campata in aria, Conte getta sul tavolo anche una lettera che verrà indirizzata alle istituzioni europee prima del Consiglio Ue del 20 e 21 giugno: «Il mio governo è interessato a un percorso di più lungo termine», annuncia. E questo percorso, che secondo il premier dovrà dipanarsi nei prossimi cinque anni, dovrà portare a una revisione «delle regole europee» per «promuovere il benessere economico e sociale di tutti i cittadini» e per garantire «parità di condizione» agli Stati dell'Unione.

 

Conte nella lettera, secondo quanto filtra da palazzo Chigi, punterà il dito verso quei Paesi (Germania in primis) che non rispettano la regola del surplus commerciale: «Ci sono degli Stati che in un sistema integrato come il nostro non mettono a disposizione questo surplus, impedendo agli altri Paesi di incentivare il proprio export». In più, il premier nelle missiva denuncerà «il comportamento sleale di chi utilizza una leva fiscale particolarmente agevolata all'interno del mercato unico, generando una sorta di dumping fiscale». In questo caso il bersaglio sono Irlanda, Olanda, Portogallo, Lussemburgo, etc.

macron conte

 

A CACCIA DI SPONDE

Per giocare la partita con cui cercare di bloccare la procedura d'infrazione, Conte ha assoluto bisogno di alleati. Da ciò che filtra dal suo entourage, tra i potenziali alleati c'è (a sorpresa) Emmanuel Macron. Il premier e il presidente francese avranno un bilaterale domani a Malta, a margine del vertice Med7. Macron, al pari di Conte, ha assoluto bisogno di allentare i vincoli di bilancio per spingere la crescita. Un po' come Spagna, Portogallo e anche il Belgio.

 

La trattativa sulla procedura d'infrazione si incrocerà con quella per le nomine europee. Conte, nonostante il forte isolamento innescato dalla solitudine di Lega e 5Stelle nel nuovo Parlamento europeo, fa sapere di rivendicare per l'Italia «una posizione di primo piano»: «Non rivendicherò per ragioni di eleganza, in una fase ci confronto sulla procedura d'infrazione, il commissario agli Affari economici», che vigila sui conti dei singoli Stati membri.

 

macron conte

Ma chiederà Concorrenza, Commercio o Industria. E soprattutto cercherà di condizionare la partita (che vede Roma esclusa) per la presidenza della Commissione, del Consiglio e della Banca centrale europea. Durante un forum all'Ansa, a una precisa domanda relativa alla possibilità che l'Italia sia d'accordo con una Bce guidata dal tedesco Jens Weidemann, Conte ha risposto: «La partita va giocata in via derivata dopo quella per la Commissione.

 

L'Italia è portatrice di un approccio in termini di pacchetto: non si può pensare solo alla presidenza della Commissione definendo poi le altre nomine. Bisogna definire con un concetto di equilibrio il quadro delle altre nomine, partendo dalla presidenza della Commissione e arrivando alla presidenza della Bce, del Consiglio Ue, del Parlamento Ue». L'unico modo, del resto, per tentare di salvare la pelle.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?