giuseppe conte domenico arcuri

CONTE PREPARA LA BATTAGLIA DI SCARTOFFIE A LUIGINO DI MAIO E INTANTO DRAGHI SMONTA UN ALTRO PEZZO DEL SISTEMA DI POTERE DI PEPPINIELLO APPULO: FRA UN MESE CI SARÀ ANCHE UN GIRO DI NOMINE E IL SUO CARO DOMENICO ARCURI VERRA’ SILURATO DALL’INCARICO DI AD DI INVITALIA - DI MAIO RESTA SOTT’ACQUA ALLA FARNESINA, CHIAMA I PARLAMENTARI, SONDA GLI UMORI DEI FEDELISSIMI SU PROGETTI CENTRISTI…

Simone Canettieri per “il Foglio”

 

Arcuri Conte

Eccoli. Da soli per un'ora a Palazzo Chigi. Sono il premier e il suo predecessore. Draghi riceve Conte. L'uomo che - "niente di personale" - gli ha sbarrato la strada del Quirinale. E' la terza volta che si vedono. Il capo del M5s assicura lealtà all'esecutivo (niente opposizione), chiede segnali concreti sul caro bollette e si sente rincuorare, ma anche ripetere che non ci sarà uno scostamento di bilancio. Conte ha solo un problema: il ministro degli Esteri. Draghi, al contrario, ritiene che stia lavorando bene. Giro di chiave: blindato.

 

mario draghi giuseppe conteu

Conte ha chiesto un incontro a Draghi che lo ha ricevuto "prontamente". Non si tratta dell'inizio di un tour del premier fra i leader della maggioranza, ma di una risposta a una singola richiesta. Si era prenotato anche Matteo Salvini, prima di scoprire di avere il Covid. Il presidente del M5s entra in quello che è stato il suo ufficio per tre anni convinto di aver vinto o pareggiato in trasferta la battaglia campale sul Quirinale. Sfiorando il colpaccio con la mancata elezione di Elisabetta Belloni. I vertici del M5s, che non hanno mai amato l'ex banchiere, commentano l'incontro con una battuta velenosetta: "Forse Giuseppe gli avrà detto che ha fatto male ad affidarsi per il Colle a Di Maio e Giorgetti?".

 

DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE

Da Palazzo Chigi, dove gli spifferi tirano forte anche d'estate, leggono questo vis à vis come una mossa di Conte a uso e consumo interno: gli serve per riaffermare la leadership interna, seriamente "sporcata", come ammette anche l'avvocato del popolo, da Di Maio. E sempre lì alla fine si torna. L'appuntamento è anche l'occasione per mettere a fuoco i motivi di scontro fra i due (le nomine dei direttori Rai dello scorso novembre). Ma poi certo trapela che le pareti damascate dell'ufficio draghiano abbiano sentito confronti sulla politica estera (crisi ucraina), sull'energia e sull'agenda di governo.

 

giuseppe conte mario draghi

Chi parla molto spesso con Draghi ammette che fra i tanti dossier quello più frizzante riguarderà la giustizia e la riforma del Csm (come non dimenticare l'antipasto che ci fu sulla modifica del processo penale?). E a dirla tutta fra un mese ci sarà anche un giro di nomine che promette scintille. E' dato in uscita,senza appello, Domenico Arcuri da ad di Invitalia: sarà un'altra picconata al sistema di potere dell'avvocato del popolo con la defenestrazione del già ex commissario per l'emergenza Covid.

 

DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE

Dopo un'oretta serrata di discussioni e incassata la fiducia di Draghi verso il titolare della Farnesina, Conte si presenta davanti alle telecamere. Parla di rilancio dell'azione di governo, di patto con i cittadini. Poi va a pranzo con Enrico Letta, per cercare di ricucire l'alleanza con il Pd che poco ha funzionato nei giorni scorsi. Tuttavia la guerra il presidente del M5s ce l'ha al proprio interno. E siamo sempre alla solita storia. "Sono qui per parlare delle esigenze dei cittadini e non delle correnti del M5s, che da statuto sono pure vietate". Eccolo Di Maio. E' il pensiero storto nella testa dell'ex premier.

 

conte di maio

Ma come rispondere a chi ha contestato la mia linea, a chi mi ha sabotato, a chi ha avuto un doppio lavoro, a chi ha tramato contro di me per indebolirmi? Da giorni Conte si ripete queste domande. Si studia lo statuto del M5s (oggetto di una guerra fotonica con Beppe Grillo). La Carta dei grillini adesso dovrà essere modificata dall'assemblea per riparare il pasticcio del duexmille, altrimenti il partito non potrà beneficiare dei contributi dei cittadini. Burocrazia, scartoffie, regole e commi: Conte sfoglia gli amati tomi anche per capire cosa "può fare" al ministro degli Esteri che lo ha contestato così platealmente dopo il Quirinale e che è accusato di aver costruito una corrente interna ramificata, potente e operativa.

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio 1

 

La resa dei conti ci sarà la prossima settimana. Con i parlamentari, ma visibile agli iscritti. In streaming. Prospettiva che non piace al mondo di Di Maio: "Non siamo più quella roba lì", raccontano i deputati-sentinella del ministro. Ecco, ma dove si è cacciato? Risposta istituzionale: "Alla Farnesina, alle prese con i dossier internazionali". Intanto chiama i parlamentari, sonda gli umori dei fedelissimi su progetti centristi e comunque aspetta. La mossa adesso spetta a Conte, rinfrancato dall'incontro con Draghi ma anche consapevole della fiducia che nutre il capo del governo nei confronti di Di Maio. Scena dalla serie tv Boris: "Questo me lo cacci!". No.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…