giuseppe conte luigi di maio matteo salvini

CONTE ALLA RESA DEI CONTI – LA MOSSA D’IMPERIO SU SIRI E IL GRANDE GELO TRA SALVINI E DI MAIO, CHE SI RINFACCIANO LA RISSA CONTINUA (CON L’AIUTINO DEI MAGISTRATI AI GRILLINI) – IL PREMIER HA MESSO SUL TAVOLO LA FIDUCIA SUL SUO RUOLO E SI E' VOTA ALL’UNANIMITÀ, SENZA ANDARE ALLA CONTA – SALUTI FREDDI E POI SI RICOMINCIA, CON IL TRUCE CHE ESCE E COMINCIA A BOMBARDARE SULLA RAGGI E SUI NEGOZI DI CANNABIS

1 – “CHIUDERÒ TUTTI I NEGOZI DI CANNABIS” – SALVINI HA UN MESSAGGIO PER I GRILLINI FAVOREVOLI ALLA LEGALIZZAZIONE DELLA MARIJUANA

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ldquo-chiudero-tutti-negozi-cannabis-rdquo-ndash-salvini-ha-202954.htm

 

GIUSEPPE CONTE VISITA TUTTOFOOD A RHO FIERA

2 – IL GRANDE GELO TRA I DUE ALLEATI POI IL PREMIER SPIAZZA TUTTI: QUI È IN GIOCO LA FIDUCIA A ME

Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”

 

Un duello all' arma bianca, senza strepiti né fendenti definitivi, ma con i due sfidanti che si guardano minacciosi e provano a infilzarsi, sotto lo sguardo attento dell' arbitro/premier che ricorda continuamente ai contendenti di restare dentro le regole cavalleresche. Il Consiglio dei ministri forse più teso dall' inizio del governo comincia con il premier, Giuseppe Conte, che fissa i paletti e riepiloga la vicenda.

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO BY LUGHINO

 

Tutti presenti, tranne i ministri Moavero e Tria (qualcuno tra i 5 Stelle maligna: «Si sono fatti mandare all' estero perché avevano paura che si votasse su Siri»). Il presidente del Consiglio, che teme colpi di mano da parte di Salvini, mette subito in chiaro il suo ruolo, citando l' articolo 95 della Costituzione: «Io sono il presidente del Consiglio, dirigo la politica generale del governo e ne sono responsabile. Tocca a me mantenere l' unità di indirizzo politico. E ogni atto di un membro del governo è compiuto anche in mio nome e deve essere condiviso. Per questo, la decisione che vi propongo, revocare il sottosegretario Siri, è una mia scelta. E quello che vi chiedo oggi è di confermare la vostra fiducia a me».

GIUSEPPE CONTE PINOCCHIO IN MEZZO AL GATTO (LUIGI DI MAIO) E LA VOLPE (MATTEO SALVINI) MURALE BY TVBOY

 

Un colpo di scena, un aut aut che mette il governo nella condizione di dare il via libera senza spaccature. Conte non lo dice, ma il senso è: il premier sono io, decido io e se qualcuno non è d' accordo, la storia finisce qui. Un preludio così deciso, una rivendicazione di autonoma così forte, stupisce ma raggiunge il suo scopo. Conte riepiloga la vicenda Siri. Spiega che la decisione non è giudiziaria e sebbene sia avvocato, parla da politico: «Siri ha agito da sottosegretario, per un fatto privato non per interesse generale, questa è la cosa più grave. Come faccio a fidarmi ancora?». Il premier spiega che non si tornerà indietro: «Dovesse risultare innocente, e glielo auguro, non cambierebbe questa decisione, che è di opportunità politica». Poi rivendica la sua imparzialità, dopo le accuse leghiste di essersi schierato con i 5 Stelle, e ricorda il caso Diciotti.

ARMANDO SIRI MATTEO SALVINI

 

All' avvocato Conte, replica la collega Giulia Bongiorno, che ormai oltre che da ministro per la Pubblica Amministrazione agisce quasi da legale della Lega e di Salvini. Riepiloga le incongruenze del caso, spiega che non ci sono prove e aggiunge: «In uno Stato di diritto, non si decide la sorte di una persona per un titolo di giornale. Cosa succederebbe se domani arrivasse un avviso di garanzia a un altro membro del governo?».

GIULIA BONGIORNO MATTEO SALVINI

 

Ma la fase calda è nello scontro tra Salvini e Di Maio. I due non si parlano da settimane, né dal vivo né via telefono. Si sono visti a Tunisi, l' ultima volta il primo maggio, viaggiando separatamente e salutandosi a stento. Il gelo è totale. Salvini attacca subito: «La dovete finire di attaccarmi. Non passa giorno senza che qualcuno dei vostri insulti, attacchi, cerchi lo scontro». Tocca a Di Maio, che restituisce i fendenti: «Ma come, dici a noi che ti attacchiamo? Ma forse non ti ricordi le tue visite sulla Tav, le assurdità sulla Via della Seta, gli sconfinamenti di campo continui. E il martellamento sulla Raggi e Roma».

GIUSEPPE CONTE E IL CANE

 

Cresce il gelo, fino a quando il presidente Conte prende la parola per la replica. E conclude: «Vi chiedo un atto di fiducia nei miei confronti». Poi esce dalla sala e torna, dopo la verbalizzazione di Giancarlo Giorgetti che mette in chiaro l' unanimità, sia pure con i distinguo di Salvini. I saluti sono freddi, formali. Conte porta a casa una vittoria, non la prima. Di Maio anche. Salvini non fa in tempo a uscire, che comincia a bombardare: «La Raggi è indagata da anni e continua a fare il sindaco. Perché?».

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO COME BUD SPENCER E TERENCE HILLmatteo salvini giancarlo giorgettigiuseppe conte agli anelli nella installazione di maupal a roma 7

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?