marta cartabia mario draghi giuseppe conte roberto speranza

CONTE IN TRAVAGLIO: "È CHIARO CHE UNA PROSPETTIVA DI FIDUCIA ALLA RIFORMA SENZA ALCUNE MODIFICHE SAREBBE PER NOI DIFFICILE" - NEL M5S RESTA UNO ZOCCOLO DURO CHE NON SI ACCONTENTEREBBE DI AVER SFILATO DALLA RIFORMA I REATI DI MAFIA E DI TERRORISMO E VUOLE TENERSI LA RIFORMA BONAFEDE SENZA RITOCCHI, COMPRESI I REATI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - LA MOSSA DI FORZA ITALIA CHE CHIEDE “CORRETTIVI” (IN TESTA L'ABUSO DI UFFICIO) POTREBBE ALLA FINE AIUTARE PROPRIO QUESTA PATTUGLIA DI IRRIDUCIBILI 5S E IL PARTITO DELLE PROCURE CHE PUNTANO A CONSERVARE IL FINE PROCESSO MAI DELLA RIFORMA BONAFEDE

ANSA.IT

mario draghi marta cartabia

"Abbiamo fatto delle osservazioni, condivise da buona parte degli addetti ai lavori e non sono per soddisfare esigenze di bottega del M5S. Noi dobbiamo velocizzare i processi e celebrare i processi. Ora lasciamo che il governo lavori su queste istanze", dice Giuseppe Conte uscendo dalla Camera.

 

"In pochi giorni capiremo se le nostre richieste hanno trovato accoglimento o meno. È chiaro che una prospettiva di fiducia alla riforma senza alcune modifiche sarebbe per noi difficile", ha detto, a quanto si apprende, il leader in pectore del M5s parlando della riforma della giustizia ai parlamentari pentastellati alla Camera.

mario draghi giuseppe conte

 

"Sulla riforma della giustizia ci sono margini di manovra ristretti. Ma io li sto sfruttando tutti e ce la sto mettendo tutta", ha detto Conte parlando con i parlamentari pentastellati. Conte ha parlato di un "colloquio costruttivo con Draghi, ma ho chiarito che la proposta come originariamente formulata pone problemi serissimi al Movimento".

 

Forza Italia ha chiesto che tra gli oggetti dell'allargamento del perimetro della riforma del processo penale, non ci sia solo l'abuso di ufficio, bensì anche "la definizione di pubblico ufficiale, incaricato di pubblico servizio e persona esercente servizio di pubblica necessità". La richiesta è stata formalizzata dal capogruppo in Commissione Giustizia Pierantonio Zanettin.

giuseppe conte e roberto fico

 

Gli emendamenti di Fi alla riforma della procedura penale che riguardano l'abuso di ufficio sono inammissibili per estraneità di materia, scrive il presidente della Camera Roberto Fico rispondendo al ricorso del centrodestra, e confermando quindi la decisione del presidente della Commissione Mario Perantoni, che venerdì li aveva dichiarati inammissibili.

 

La riforma della Giustizia della ministra Marta Cartabia "rischia di segnare un ulteriore incremento di prestigio per le organizzazioni mafiose", perché "i boss si dimostrano sempre capaci di celebrare i loro processi ed emettere le loro sentenze, mentre lo Stato dimostrerebbe la sua impotenza".

 

nino di matteo a piazzapulita

Ad affermarlo in un'intervista a 'Il Fatto Quotidiano' è il consigliere del Csm Nino Di Matteo, per il quale la riforma "ricorda per analogie evidenti la cosiddetta riforma del processo breve dell'ultimo governo Berlusconi, che rappresentava un pericolo per la tenuta stessa del sistema democratico".

 

ALTOLÀ DELLA DESTRA A M5S: SE SI RIAPRE IL DDL CARTABIA LO CAMBIAMO ANCHE NOI

Marco Conti per “il Messaggero”

 

ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE

Mezza Cartabia e mezza Bonafede. E' questo l'obiettivo dei Cinquestelle che in tutti i modi cercano di lasciare in piedi il più possibile il fine processo mai per il maggior numero di reati.

 

E così la narrativa grillina vorrebbe che Giuseppe Conte avrebbe già incassato l'esclusione dalle norme sull'improcedibilità per i reati di mafia e terrorismo e che si sta trattando sui reati di pedo-pornografia, traffico di droga e, ciliegine sulla torta, anche i reati contro la pubblica amministrazione dovrebbero - sempre secondo i grillini - rimanere sotto l'egida della riforma Bonafede.

 

LA QUESTIONE

antonio tajani

 Tutto ciò ha provocato l'immediata reazione dei centristi con Antonio Tajani (FI) che chiede «correttivi» (in testa la riforma dell'abuso di ufficio) e Enrico Cosa (Azione) il quale sostiene che ciò di cui si parla vanno ben oltre «gli aggiustamenti tecnici» che lo stesso Mario Draghi aveva posto come limite alle correzioni.

 

Malgrado il tira e molla grillino, e i racconti di possibili accordi, di fatto si sta ancora al testo licenziato in consiglio dei ministri anche dai Cinquestelle e l'appuntamento resta sempre quello di venerdì quando in Aula verrà posta la questione di fiducia.

 

luigi di maio festaggia la vittoria

Nella giornata di oggi Conte incontrerà i deputati grillini che compongono la Commissione Giustizia. Sul tavolo la questione dei 916 emendamenti presentati dal M5S sui quali l'es premier si è a lungo esercitato spedendo poi a Palazzo Chigi le motivazioni per ognuno degli emendamenti.

 

Conte, che la prossima settimana dovrebbe ricevere dalla piattaforma il via libera alla leadership, anche per questo fatica a trovare o imporre una sintesi che accontenti tutti. Luigi Di Maio continua a sostenere pubblicamente i tentativi dell'ex premier e ieri ha cercato di porre un punto alla trattativa dicendo che «bisogna intervenire per evitare il rischio che i responsabili di reati gravi come quelli di mafia rimangano impuniti».

 

LUIGI DI MAIO E ROBERTO FICO PARLOTTANO ALL ACCADEMIA DEI LINCEI

In realtà i reati di mafia, come spiegato più volte dalla ministra Cartabia, già godono di una corsia veloce e la formale esclusione cambierebbe poco. Nel pomeriggio di ieri la ministra Cartabia si è recata a Palazzo Chigi per spiegare al presidente del Consiglio che il gioco a rialzo dei Cinquestelle, a cui è seguito quello degli altri partiti, rischia di impantanare la riforma e di farla slittare a settembre.

 

Ad aumentare la preoccupazione della Guardasigilli è stata la mossa di FI, Lega e Fdi, che ieri hanno presentato al presidente della Camera Roberto Fico un ricorso contro l'esclusione operata dalla Commissione degli emendamenti tesi a riformare l'abuso di ufficio. Ciò ha costretto il presidente della Commissione al rinvio anche perchè a sua volta il M5S ha fatto analoga cosa sul reato di corruzione.

 

LA LETTERA DI LUIGI DI MAIO AL FOGLIO

L'epilogo era stato previsto dalla ministra e più volte nei giorni scorsi aveva provato a spiegare che il testo messo a punto era già frutto di una laboriosa mediazione operata prima di tutto non cambiando direttamente la prescrizione, ma lavorando sull'improcedibilità. Ora il suk che si è aperto a Montecitorio preoccupa anche il Pd.

 

I dem, dopo aver sostenuto per giorni le esigenze dei 5S, sono preoccupati non solo della palude nella quale potrebbe finire la riforma, ma anche della reazione di Palazzo Chigi che potrebbe decidere di chiudere le trattative e andare alla conta in Aula. Uno sbocco che, allo stato delle cose, certificherebbe la spaccatura del M5S riconsegnando ai dem un alleato in pieno caos.

 

giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza

Nel MoVimento resta infatti uno zoccolo duro che non si accontenterebbe comunque di aver sfilato dalla riforma i reati di mafia e di terrorismo e vuole tenersi la riforma Bonafede senza ritocchi. Resta il fatto che la mossa del centrodestra - fatta per bloccare ogni trattativa bilaterale tra la Cartabia e Conte - potrebbe alla fine aiutare proprio questa pattuglia di irriducibili 5S e il partito delle procure che puntano a conservare il fine processo mai della riforma Bonafede.

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